venerdì 19 giugno 2009

La epigrafista in un cantuccio

di Alberto Areddu

Alcuni anni fa scoprii con mia meraviglia nel corpo insegnanti della mia stessa scuola una giovane ma già nota epigrafista, che aveva lavorato con Mastino e che pareva avviata a un buon futuro universitario. Le chiesi come mai avesse preferito l’insegnamento alla ricerca e mi rispose che posti ce ne erano pochi in relazione alla sua specializzazione: l’epigrafistica romana in Sardegna, che se si era fortunati -nonostante i 600 anni e passa di latinità nell’isola- poteva sfornare all’ermeneutica un testo (e perlopiù breve) all’anno da leggere e interpretare.
Troppo poco, quando sei pagato a cottimo. Era quindi consequenziale anteporre la docenza scolastica e la maternità, ai capricci e all’alea dell’archeologia. Riflettevo su ciò, quando mi vedo in questo sito che le scoperte epigrafiche in Sardegna (in etrusco, piuttosto che nel supposto glozelico, in fenicio piuttosto che nel protosinaitico ecc.) si sprecano, e mettono al lavoro studiosi come Sauren e Sanna (e da ultimo Pilloni), i quali profondono la loro scienza nello svelare i misteri del passato.
Mi guarderò bene dal dire che c’è il sospetto che le epigrafi che essi analizzano, siano frutto di qualche abile falsario o ingenue interpretazioni di cose altre, non sono deputato io a questo. Vorrei solo speranzosamente caldeggiare con loro l’idea che se dovessero, puta caso, trovare qualche epigrafe in caratteri latini, che non ce la buttassero via, perché potrebbero così far ravvedere una giovane di belle speranze, che lasciò il campo proprio per penuria di materiale.

Caro Areddu, le giuro che toglierei il saluto per sempre ai miei amici Sanna, Sauren, Pilloni e tanti altri, il giorno che dovessi sapere che hanno buttato alle ortiche epigrafi latine. Ma, a parte il caso della sua collega, non mi pare che, in genere, gli "epigrafisti latini" soffrano di crisi di astinenza. Nessuno nega che in Sardegna esistano epigrafi latine. In troppi non si curano neppure di negare l'esistenza di epigrafi nuragiche: da sotto la sabbia in cui nascondono la testa, al massimo accennano una smorfia di incredulità. E anche con le epigrafi etrusche non va molto meglio: si limitano a mettere la questione in mano alla magistratura.
Consoli la sua collega: lei, almeno, ha trovato lavoro a scuola e dall'accademia non riceverebbe alcun rimbrotto il giorno in cui, per dire, dovesse attribuire alla epigrafia latina la iscrizione nuragica di Aidu Entos di Bortigali.
[zfp]

9 commenti:

Anonimo ha detto...

albertro areddu scrive;

caro Pintore,
vorrà dire che gli archeologi mainstream devono essere per forza dei masochisti a sottrarsi la prima pagina in qualche giornale per aver riscoperto qualcosa di meravigliosamente inopinato

gigi sanna ha detto...

Caro Areddu, se lei non usasse l'inutile ironia potrebbe essere anche simpatico. Anch'io per ripicca ( sadatzu sadatzu su chi mi fais ti fatzu: riprendo il detto da un'altra 'brillante' polemica sarda in corso)potrei ironizzare su chi è monomaniaco sulla 'scienza' mancata e sulla sua strana scuola 'media' che sembra una fucina di cervelli perduti per la scienza accademica. Ma a che pro? Porca miseria, che non si riesca a dire le cose come vanno dette! Mica in un modo si mette le medaglie e in un altro non! Veniamo al sodo. Quello che interessa tutti. Ha fatto una domanda, male certo, ma me l'ha fatta. Sapesse in quante scritte latine mi sono imbattuto cercando di individuare la documentazione che a me interessa! Molti di questo Blog lo sanno e sanno anche che io non amo invadere campi che conosco pochissimo. Quando mi fanno vedere delle fotografie con epigrafi latino -romane o mi pregano di recarmi qui e là rispondo con monotonia disarmante: parlatene con la Sovrintendenza, perchè avete sbagliato indirizzo. Oppure ai Carabinieri o ai Sindaci o alle guardie forestali. Non si fidano della Sovrintendenza? Sono spaventati dalla legge Urbani? E io cosa ci posso fare? Già ne ho a non finire di grane e di difficoltà con i 'miei' (per così dire) di documenti (compresi gli etruschi che hanno analogie scrittorie con il nuragico), anche grazie all'alone di luce che lei, e altri come lei, mi pone sul capo!
Comunque perchè non creda che intenda menare il can per l'aia sulla presenza di documenti romani, la prego di prendersi quest'appunto. Non me lo fa fare nessuno, sgarbato com'è, ma se lo prenda. All'inizio di quest'anno è stato trovato un sito con decine ( mica due!)di statue stele di una straordinaria necropoli romana. Ne descrivo una per tutte, da come la ricordo: grossa pietra con icona di Dea Madre con le braccia che convergono e con le mani che si uniscono simbolicamente all'altezza del ventre. Iscrizione (quando c'è) di due o tre righe al di sotto del ventre con il nome del defunto (o della defunta) ed il patronimico. In caratteri romani gli anni della morte con 'annis' scritto, se ben ricordo, 'hannis'. Tra la scritta ed il ventre, sul lato destro, due impronte di piedi con la nota simbologia che reputo che lei conosca. Dicono che la Sovrintendenza (o qualche sindaco), anche per mio consiglio (il solito) sia stata avvertita. Non lo so e non mi interessa più di tanto. Ha preso bene l'appunto, mio caro? Ha fatto una domanda maliziosa e ho risposto. Soddisfatto ? Mi dispiace tanto per la sua amica che non trova epigrafi romane da studiare all'Università. Non dipende da me. Ma volevo soprattutto rassicurare Gianfranco. Lui sa bene che a me non piace strafare nè cercare la gloria effimera in una 'testata giornalistica'. Quella gloria altri se la prendano (forza e vediamo chi ci riesce per primo!) con la fotografia della grande madre latina in versioni iconiche straordinarie. Così all'indirizzo di altri e non solo mio diranno: merda, merda! Merdissima!
A me basta il piccolo Sardus Pater della Stele di Nora: nuragicissimo però. E quanto più è nuragico, ovviamente, merda! merda! E come no? Fortza paris!

Anonimo ha detto...

Francu Pilloni scrive:

Alberto Areddu mi pone nella schiera degli studiosi di scritture antiche?
Tutti sanno che non è vero, mi onorerebbe se lo fosse, essere avvicinato agli altri nomi che ha fatto. In effetti ho solo dato delle notizie incomplete, al blog e alla Soprintendenza, su alcuni oggetti che attualmente (ho spiegato anche come e perché) sono in mio possesso. Ciò mi mette nello stuolo degli studiosi? Mi pare evidente che Areddu abbia un concerto diverso dal mio sul titolo di "studioso", "esperto" e via dicendo.
A me comunque non fa né caldo, né freddo. Anche se non capisco il motivo del mio coinvolgimento, non essendo io, e per titoli e per età, rivale di nessuno in alcuna carriera universitaria o qualsiasi altro incarico più o meno di prestigio. E allora può anche risparmiarsele certe libere uscite, gentile Areddu.

Anonimo ha detto...

Francu Pilloni scrive:

Errata corrige: è uscito "concerto" mentre è chiaro che volevo scrivere "concetto".
Con l'aria che tira, mi si potrebbe accusare di aver detto che Areddu suona il piffero, a proposito di concerto o magari di sconcerto.
Grazie.

Anonimo ha detto...

alberto areddu scrive:

Oh Pilloni,
mi sorprendo (negativamente) del suo poco acume. Ho voluto solo dire che anche lei ha presentato delle epigrafi, tutto qui; nessuna libera uscita polemica con lei, figuriamoci. Pensi che apprezzo da anni la rivista Paraulas che ospita pezzi da novanta della cultura popolare sarda quali Maurizio Virdis e Giulio Paulis: come potrei esser con Lei e con essa irriguardoso?
saludos

Anonimo ha detto...

Francu Pilloni scrive:

Gentile Areddu,
dato che so che lei è una persona e non un "individuo", per dirlo in siciliano come in un famoso film anni '60, le rispondo con la massima semplicità, come si addice alle mie scarse facoltà intellettuali.
Ora, lei ha scritto così: "vedo in questo sito che le scoperte epigrafiche in Sardegna (in etrusco, piuttosto che nel supposto glozelico, in fenicio piuttosto che nel protosinaitico ecc.) si sprecano, e mettono al lavoro studiosi come Sauren e Sanna (e da ultimo Pilloni), i quali profondono la loro scienza nello svelare i misteri del passato".
Bene, mi dica in parole molto povere che cosa avrei dovuto capire, per favore.
E perché si sorprende per lo scarso acume altrui?
L'ho capito da tempo (almeno questo!) che non sono paragonabile a lei quanto ad acume.
Per quanto riguarda invece i suoi elogi a Paraulas (e a me di sponda), davvero pensa che sia tutta farina del mio sacco?
Non mi dica che non ha riserve in merito.
Le confido un fatto personale: la mattina non mi guardo nello specchio, neanche per vedere se devo fare la barba. Mi basta passare la mano.
Lei faccia quello che vuole, ma provi a cambiare lo specchio.
Con riverenza.

Francu Pilloni

Anonimo ha detto...

alberto areddu scrive:
Oh pilloni,
Le ricesello la frase:
"vedo in questo sito che le scoperte epigrafiche in Sardegna (in etrusco, piuttosto che nel supposto glozelico, in fenicio piuttosto che nel protosinaitico ecc.) si sprecano(e da ultimo "anche" Pilloni),e mettono al lavoro studiosi come Sauren e Sanna". E' contento? Ho seguito poi il suo consiglio e mi son cambiato specchio: le dirò che mi son trovato ancor più stupendamente figo
saluti

Anonimo ha detto...

Francu Pilloni scrive:

La ringrazio. Già che c'era, poteva ritoccare anche quello "sprecano" riferito alle scoperte epigrafiche. Prendiamolo comunque nel senso "che ce ne sono tante".
Giulio Paulis non ha mai scritto su Paraulas e non perché non ci sia posto per lui, ma per una serie di circostanze che non sto a dire.
Sono contento del fatto che lei sia contento di se stesso, anche se le consiglierei di stare attento a con chi esce, troppo figo com'è.
Saludi e sprigus nous.
Francu

Anonimo ha detto...

alberto areddu scrive:

ah ah ah ah ah ah !!!