martedì 21 aprile 2009

Quando muore un cronista

Tonino Piredda, cronista delle pagine nuoresi di L'Unione sarda, se ne è andato. E con lui una maniera di fare giornalismo di cui, purtroppo, si è perso lo stampo. Aveva di questo nostro mestiere una idea giusta: suo compito è informare, a formare ci devono pensare la chiesa, la scuola, il partito.
Nella stampa sarda (ma non è, questa, una specialità nazionale), convinta che suo impegno sia quello di convincere il lettore, e pazienza per l'informazione, ci stava stretto. Tonino aveva, ovviamente, una sua idea politica, ma non si capiva quale fosse, leggendo le sue cronache. Pensava, giustamente, che non interessasse e separava nettamente dal commento, la notizia che lo spingeva a scrivere. E siccome era intellettualmente libero, non aveva nicchie politiche intoccabili.
Oggi, quel suo modo di fare apparirebbe curioso e originale a chi è abituato a sorbirsi righe e righe su che cosa il cronista pensa di un fatto che, bontà sua, alla fine si degna di raccontare. Giornalista fuori tempo e, per questo, attualissimo in una società dell'informazione con parvenza di normalità. Che, purtroppo, però, non è questa.

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