di Gigi Sanna
Giustamente due lettori di questo Blog hanno protestato, di recente perché, sui temi dell’archeologia (ma non solo, direi), non esiste una vera e propria dialettica costruttiva. Certi studiosi infatti manifestano la tendenza a rispondere alle argomentazioni e alle ‘critiche’ in modo non tanto da soddisfare la curiosità e le legittime aspettative dei lettori quanto per gettare discredito (e talora fango) sull’avversario, soprattutto contro chi non rispetta una certa ortodossia. Ho cercato di rispondere brevemente (ma vedo che lo ha fatto anche Gianfranco Pintore) ai motivi per cui questo accade. Molto, molto altro si potrebbe dire.
Se ora ritorno ai motivi del contendere tra me e Massimo Pittau non per è desiderio di rivalsa o per cercare di avere l’ultima parola ma perché io credo che la curiosità di ‘sapere’ e di farsi un’idea precisa da parte dei due predetti lettori (e penso di tanti altri) debba essere soddisfatta. Essa sarà stata sollecitata, io penso, già all’inizio dell’intervento di risposta al mio articolo di ‘critica’ riguardante il libretto dello studioso dell’Università di Sassari sul Sardus Pater e sul Tempio di Monti Prama. Dice infatti Pittau che io non dovevo ‘prendermela’ con lui ma con il d’Oriano ed il Serra.
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