di Adriano Bomboi (*)
Pur non vedendo alternative valide nell'insieme dell'indipendentismo, non da oggi ritengo che il
sardismo abbia perso la sua spinta propulsiva nell'offrire tutte quelle soluzioni che nell'ultimo
secolo sono diventate parte del patrimonio politico ed intellettuale Sardo. Il sardismo ha
cessato di ragionare sulle soluzioni strutturali e si è rintanato nelle suggestioni del passato. Il
dibattito regionale attorno al tema della “Flotta Sarda SPA” è solo uno dei vari esempi che si
potrebbero fare al riguardo. L'aver pensato che poche navi pagate dai contribuenti avrebbero
potuto invertire la drammatica situazione dei trasporti dell'isola è stata una operazione
alquanto ingenua e forse persino irresponsabile. Purtroppo nel nostro gruppo non ci eravamo
sbagliati.
L'intero nazionalismo Sardo oggi dovrebbe chiedersi a che punto è la riflessione sul tema della
Costituente: le riforme sono o non sono la chiave di volta per lo sviluppo sociale ed economico
Sardo? Io credo che pochi lo abbiano compreso. Le poche proposte di riforma dello Statuto
Sardo continuano a rimanere non aggiornate alla realtà culturale ed economica del 2012 e,
oltre ad esse, ben 13 partiti Sardi (fra autonomisti e indipendentisti) non riescono a produrne
di nuove, tantomeno ad alimentare un dibattito.
E' finita l'epoca in cui la sola gestione della fiscalità e della cultura potevano garantire lasardismo abbia perso la sua spinta propulsiva nell'offrire tutte quelle soluzioni che nell'ultimo
secolo sono diventate parte del patrimonio politico ed intellettuale Sardo. Il sardismo ha
cessato di ragionare sulle soluzioni strutturali e si è rintanato nelle suggestioni del passato. Il
dibattito regionale attorno al tema della “Flotta Sarda SPA” è solo uno dei vari esempi che si
potrebbero fare al riguardo. L'aver pensato che poche navi pagate dai contribuenti avrebbero
potuto invertire la drammatica situazione dei trasporti dell'isola è stata una operazione
alquanto ingenua e forse persino irresponsabile. Purtroppo nel nostro gruppo non ci eravamo
sbagliati.
L'intero nazionalismo Sardo oggi dovrebbe chiedersi a che punto è la riflessione sul tema della
Costituente: le riforme sono o non sono la chiave di volta per lo sviluppo sociale ed economico
Sardo? Io credo che pochi lo abbiano compreso. Le poche proposte di riforma dello Statuto
Sardo continuano a rimanere non aggiornate alla realtà culturale ed economica del 2012 e,
oltre ad esse, ben 13 partiti Sardi (fra autonomisti e indipendentisti) non riescono a produrne
di nuove, tantomeno ad alimentare un dibattito.
stabilità del nostro tessuto sociale, oggi non solo siamo indietro su questi due fronti, ma anche
su un terzo, quello degli strumenti amministrativi con cui potremmo incatenare i predatori del
nuovo millennio. Ecco una proposta di Sa Natzione sul tema:
Che differenza c'è fra la Sardegna e la Catalogna? La stessa che passa fra l'assistenzialismo e
la sovranità. In Sardegna pensarono di risolvere il problema dei Trasporti con poche navi a nolo
chiamandole “flotta Sarda”, in Catalogna hanno varato un Antitrust indipendente dal resto dello
Stato Spagnolo e conforme alla normativa UE contro i cartelli e l'abuso di posizioni dominanti
del mercato. A Barcellona un caso come quello di Tirrenia non sarebbe stato possibile.
Oggi i gruppi esteri e italiani dell'Energia e dei Trasporti (e di tanti altri settori) lucrano sulla
pelle della Sardegna perché sono coscienti di operare in un territorio politicamente debole e
privo di qualsiasi sovranità che impedisca loro di trasformare il legittimo profitto in una
speculazione.
L’istituzione di una authority è una misura di sovranità amministrativa assolutamente
inderogabile che prescinde dalla natura dei servizi presenti sul territorio. Le distorsioni di
mercato si combattono solo con le regole, non con le trovate propagandistiche.
A tale proposito rilanciamo la nostra vecchia proposta di istituire un Antitrust Sardo, 3 commi
per una legge di riforma che dovrebbe far parte dei lavori della Costituente per la riscrittura
dello Statuto Autonomo regionale:
Alla Regione Autonoma della Sardegna/Regione Autònoma de Sardigna spetta la competenza
esclusiva per la determinazione di una autorità amministrativa indipendente per la promozione
della concorrenza nel mercato.
L’autorità ha giurisdizione su tutto il territorio della Sardegna e delle sue isole*.
L’autorità ha poteri di monitoraggio, istruttoria e giudizio su:
a) Tutela del consumatore contro pratiche commerciali scorrette, advertising ingannevole,
clausole vessatorie all’atto della determinazione di un contratto su beni e servizi;
b) Verifica dell’abuso di posizioni dominanti;
c) Verifica di intese commerciali suscettibili di ledere o alterare la concorrenza;
d) Verifica sulle operazioni di concentrazione;
e) Verifica dei conflitti di interesse di personalità istituzionali (statali, regionali, provinciali,
comunali e di enti pubblici) suscettibili di condizionare il mercato;
f) Comminazione di provvedimenti e sanzioni amministrative.
U.R.N. Sardinnya dice dunque no alla politica dell'emergenza per dare spazio alla politica delle
soluzioni strutturali, e soprattutto efficienti. Giorno per giorno, i fatti dimostrano che non
possiamo più dare credibilità all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dello Stato
Italiano, dimostratasi tardiva, inefficace e parziale, proprio a favore degli oligopoli (pubblici e
privati) che stritolano la nostra economia.
Una Sardegna sovrana deve munirsi degli strumenti amministrativi con cui tutelare la propria
economia nel mercato globale.(*) www.sanatzione.eu
soluzioni strutturali, e soprattutto efficienti. Giorno per giorno, i fatti dimostrano che non
possiamo più dare credibilità all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dello Stato
Italiano, dimostratasi tardiva, inefficace e parziale, proprio a favore degli oligopoli (pubblici e
privati) che stritolano la nostra economia.
Una Sardegna sovrana deve munirsi degli strumenti amministrativi con cui tutelare la propria
economia nel mercato globale.(*) www.sanatzione.eu
1 commento:
Concordo con lei, nel ritenere che il sardismo ha perso quella spinta propulsiva creando aggiungo, quello scollamento e chiusura con la società civile. Penso che per il Psd’az ora i tempi siano maturi ad accogliere una nuova e giovane classe dirigente, che si faccia carico di coinvolgere la gente su progetti che diano soluzioni reali, un futuro sostenibile e di benessere al popolo sardo. Il primo passo a mio avviso sono le elezioni, rimettere la decisione nelle mani del popolo sovrano. Sarebbe solo l’ inizio di un cammino verso una politica di autodeterminazione economica fiscale e culturale. C’è il bisogno di costituire un governo e un parlamento sardo di indipendentisti, come in Catalogna, dove sia i partiti di maggioranza che di minoranza, sono per l’autodeterminazione e dove i partiti unionisti rappresentano solo una piccola parte. Dunque se la Catalogna decide di mettere in atto una disobbedienza nei confronti della Spagna, lo fa trasversalmente e unitamente con i partiti della destra e della sinistra, com’è avvenuto per esempio, per la questione della lingua, legge rigettata dal governo Spagnolo, ma di fatto applicata e finanziata dalla Catalogna, realizzando progetti nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle associazioni ecc.. Qui da noi è esattamente il contrario, i partiti unionisti sono numericamente superiori sia alla maggioranza che all’opposizione e si guardano bene dal disattendere ai dictat di Roma e solo una minima parte è rappresentata dagli indipendentisti. Questo deve cambiare.
La questione della Flotta Sarda, Sig. Pintore, è un progetto che ha visto luce in un tempo della storia dei trasporti via mare, del recente passato tutta emergenziale; dove si è reso necessario dare risposte immediate a quei giochi messi in atto da società di stato che seppur privatizzate, intendono mantenere il potere di oligopolio, anzi direi di quasi monopolio in materia di trasporti da e per la Sardegna. Dunque un progetto sicuramente perfezionabile. Sarà pertanto solo il tempo futuro prossimo a mostrarci gli sviluppi che saranno lenti e sofferti se il Psd’az continuerà a lavorare con l’attuale maggioranza di partiti italianisti, quello che potrebbe staccare la spina (l’Udc) invece si permette ancora di temporeggiare.
Posta un commento