Meglio di così, che cosa si potrebbe sperare? Vero è che i denari messi il primo anno per questo ambizioso programma erano pochini, un tredicesimo di quelli investiti in sport e spettacolo, un dodicesimo di quanto investito in beni culturali, un trentacinquesimo di quanto dato alle università, che spetterebbe allo Stato finanziare, ma non stiamo qui a sottilizzare. Nel futuro, però, gli investimenti necessari a quel grande progetto – era sottinteso – ci saranno. E invece, to', ecco che quel misero uno per cento si immiserisce ulteriormente e diventa lo 0,5 per cento degli stanziamenti nel bilancio dell'Assessorato della pubblica istruzione.
È successo, come è noto, che la Regione debba tagliare le sue spese e che, naturalmente, tutti gli assessorati debbano contribuire al grande taglio con i propri tagli. Dubito che sia l'assessora in persona ad aver impugnato le forbici o che abbia intimato alla sua burocrazia di tagliare del 50 per cento i già miseri finanziamenti per la lingua sarda. Di certo non ha impugnato la spada per difenderli, li ha firmati per presentare le sue proposte all'intero governo sardo. Io non conosco l'entità degli altri tagli, ma mi permetto di dubitare che abbia tagliato del 50 per cento che so?, l'università o i restauri o lo spettacolo.
Insomma, salvo opportuni ripensamenti, il vergognoso provvedimento sarà legge. Per aiutare il ripensamento, ma anche per dire che il gradimento del movimento per la lingua nei confronti dell'assessore Lucia Baire è alquanto basso, su Comitadu pro sa limba sarda ha diffuso stamattina questo comunicato.
Su Comitadu pro sa limba sarda ha appreso con enorme preoccupazione dei tagli alla lingua sarda con cui l'Assessorato della cultura intende contribuire alla manovra finanziaria decisa dal Governo sardo. Già drammaticamente sottovalutata nell'impegno di spesa per il 2010, appena l'1 per cento, contro l'82% di spese in materie di competenza statale, alla lingua sarda e alla cultura sarda dovrebbe essere destinato lo 0,5% della spesa.
Su Comitadu non si può rassegnare a questo progetto di eutanasia che, per di più, si accompagna alla mancata attuazione della legge n. 26, laddove si stabiliscono le funzioni dell'Osservatorio per la lingua e per la cultura, mai riunito in questa legislatura. Su Comitadu prega i suoi aderenti facenti parte dell'Osservatorio di far presente a chi di competenza lo sconcerto di fronte a tali palesi violazioni dell'impegno assunto dal Governo sardo a difesa della lingua e della identità.
Chi, come su Comitadu, ha salutato come svolta nella politica autonomista il riconoscimento della lingua come motore dello sviluppo e apprezzato il privilegio, accordato dal programma di governo, alla lingua, alla cultura e alla eredità culturale dei sardi come fattori di distintività, non può non richiamare il presidente della Regione al dovere di mantenere gli impegni.
I fattori di distintività individuati dal programma hanno bisogno, per non essere retoriche mozioni degli affetti, di una azione di governo puntale e coraggiosa. È convincimento del Comitadu pro sa limba sarda che questo complesso di questioni non possa essere governato da un solo assessore, che per di più non si distingue per l'attenzione a tali questioni, e tanto meno da funzionari capaci di utilizzare solo parametri contabili. Così come accade in altre nazioni senza stato, i fattori di distintività e le questioni dell'identità meglio sarebbero governati se in capo alla Presidenza della Regione.
Se il governo sardo appare largamente inadempiente, difficile pensare che l'opposizione, consiliare ed extra consiliare, possa gonfiare il petto. Non mi risulta che dal Pd all'Italia dei Valori alla sinistra al mondo dell'indipendentismo ci sia qualcuno che si sia scapicollato per difendere il sardo. E, salvo una interrogazione di qualche giorno fa del Partito sardo, il mondo della politica sarda è rimasto, come dice il poeta Luisi Marteddu, mudu che crastu de unu nuraghe anticu.
Nella foto: il famoso libro di Sergio Salvi
5 commenti:
caro Zuanne Franciscu,
nel momento in cui lo stato deve stringere i cordoni della borsa, forse non bisognerebbe pretendere soldi aggiuntivi, forse basterebbe che da ora in poi nei concorsi della pubblica amministrazione venisse richiesto anche l'uso del sardo (anche dell'inglese beninteso!). In pratica i candidati dovrebbero dare prova di capirlo e di poter interloquire con gli utenti che desiderano parlare in sardo.
La proposta del signor Zedda mi sembra veramente buona.Non consideratemi superficiale,ma chi se ne frega della politica sia di destra che di sinistra,l'importante che i sardi parlino sempre in limba ai propri figli,quando nascono.Sono le persone semplici che tengono viva la lingua,parlandola,parlandola.I politici,poverini, sono troppo affacendati a raccimolare qualche soldino fuori busta(lo stipendio è così basso) tengono famiglia povera gente.
Rilancio col pericolo estinzione dei levrieri sardi :
"«Salvate gli ultimi cento levrieri sardi: sono a rischio estinzione» (...) I levrieri arrivarono probabilmente in Sardegna quasi tremila anni fa, quando le prime navi fenicie sbarcarono sull’isola; è impressionante la somiglianza che gli esemplari attuali conservano con quelli allevati nell’antichità dagli Egizi. Per farsene un’idea è sufficiente dare un’occhiata a una raffigurazione di questo animale sui sarcofagi.(...) A Milano in particolare gli egittologi starebbero cercando di stabilire connessioni e rapporti tra gli ultimi esemplari sardi e quelli che ancora oggi vivono in alcune regioni mediorientali. (...) Ma al di là dell’interesse scientifico e della curiosità storica, sono gli allevatori che da generazioni si tramandano la cura di questa razza, a chiederne insistentemente la tutela.
Francesco Ruiu, allevatorie di levrieri a Ploaghe, racconta, per esempio, di come l’anno precedente gli abbiano avvelenato diversi cani e come ora sia rimasto solo con un maschio e una femmina. Se non si interviene con una politica di protezione, non ci sara’ modo di salvare questa bellissima razza.
Stesso discorso fa un altro allevatore di Ploaghe, Mauro Masala: «Li ho avuti da mio nonno, che a sua volta li aveva ereditati dai suoi avi – rileva – Oggi ne posseggo cinque: quattro maschi e una femmina, tutti purissimi»."
http://www.petpassion.tv/blog/levrieri-sardi-a-rischio-estinzione-5698
il percorso imboccato dal sardo è lo stesso dei levrieri. affidandoci ai singoli allevatori cultori si ottiene questo. L'uso quotidiano del sardo sarà sempre più avvelenato dalla tv e soffocato dall'uso dell'italiano anche se per miracolo i funzionari sapessero parlare in sardo. Cosa comunque impossibile perchè discriminatoria e incostituzionale.
Se penso ai tanti problemi dell'umanità trovo qualche conforto solo nella fusione fredda per risolvere i problemi energetici e ambientali o alle recenti scoperte slla riproduzione cellulare di C. Venter.
cado nello stesso meccanismo quando penso alla Sardegna. Spero che essa trovi la forza e la strada per investire in ricerca tecnologica e scientifica al fine di produrre beni e ricchezza per se stessa e gli altri e dar lavoro ai giovani. da lì si potranno trovare i soldi per difendere il sardo, l'immenso parco archeologico, l'ambiente, la qualità di vita sarda.
Lo stato italiano credo non sia più in grado di garantire questi investimenti, e quand'anche lo fosse, sceglierà sempre altre regioni come ha dimostrato per l'IIT e nei decenni passati con la disastrosa politica industriale in Sardegna.
Rimane l'indipendenza che però non fornisce al riguardo adeguate garanzie.
Se me le fornisse non avrei problemi a diventare indipendentista.
così come rimarrei in Italia se per miracolo lo stato Italiano cambiasse natura, cosa che però è allo stato attuale più disperante del sogno indipendentista.
Scusatemi, sono ripetitivo e risottolineo cose già dette in altri miei commenti. Ma se non lo fossi il post di Pintore mi risulterebbe praticamente incommentabile: non potrei far altro che pappagallare le "mozioni degli affetti" di cui i nostri politici sono gia sufficientemente prodighi.
Le denunce di pericolo estinzione, continuino pure (c'è anche il dogo sardo, il bisso e se si cerca molto altro). Le lamentazioni però, dovrebbero far posto alla riflessione su un progetto concreto e al passo coi tempi di questo tenore: quanti soldi abbiamo? dove li investiamo per avere alla lunga industria, esportazioni e ricchezza?
DEDALO scrive (riporta, non necessariamente afferma):
""I levrieri arrivarono probabilmente in Sardegna quasi tremila anni fa, quando le prime navi fenicie sbarcarono sull’isola; è impressionante la somiglianza che gli esemplari attuali conservano con quelli allevati nell’antichità dagli Egizi. Per farsene un’idea è sufficiente dare un’occhiata a una raffigurazione di questo animale sui sarcofagi.(...)""
E' impressionante come i nostri COLTI scienziati riescano a infilare i "FENICI" dappertutto, anche quando si tratta di CANI SARDI antichissimi e somiglianti (stranamente) a quelli EGIZI!
Della serie: "SCARABOIDI EGITTIZANTI DI TIPO HUYKSOS o DI FATTURA GRECA PROVENIENTI DAL DELTA"... naturalmente portati dalle navi dei "FENICI"
... che mal di testa!
leonardo
Cari sardi che vivete in Sardegna,possibile che siate così ingenui! Ma quando andate a votare perchè non scegliete persone non dico oneste,ma meno disoneste e,sopratutto,persone che abbiano a cuore il bene della Sardegna e dei suoi interessi.Vorrei dire ben altre cose ma ho promesso di essere moderata.Rimpiango un pò il vecchio Partito Sardo D'Azione i cui capi avevano ideali ed erano onesti.
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