venerdì 18 giugno 2010
Il bue Api di "Santa Caterina"
di Psj
Seguo da molto vicino l'archeologia ormai da trenta anni e più. E seguo con interesse anche il suo Blog da un certo tempo. Pertanto credo di poter dire di aver acquisito certe conoscenze indispensabili per poter dire anche la mia opinione a proposito di un certo manufatto rinvenuto in località S. Caterina di Pitinuri di Cuglieri. Per ora posso dire solo che si trova, del tutto trascurato e non compreso nella sua per me sicura importanza, in un terreno di proprietà privata.
Si tratta di un grosso masso in basalto, in origine ben squadrato, delle dimensioni di mt 0,50 di larghezza, di cm 34 di altezza e di spessore cm 36 (v.figura). La parte più importante, non ruvida ma resa levigata, perché interessata da una raffigurazione, si mostra alquanto obliqua, con una accentuazione dell'obliquità nella parte superiore per circa 20 cm. Detta obliquità si nota ugualmente per 20 cm nella parte inferiore.
La raffigurazione mostra in rilievo assai accentuato nella parte inferiore e profondamente incisa in quella superiore un' evidente protome (testa) bovina con le corna che vanno a formare un disco o cerchio del diametro di cm 22 (cioè di un palmo o tre pollici). Il muso della protome misura ugualmente, dall'alto verso il basso, 22 cm (un palmo o tre pollici).
Sul lato destro della protome scolpita, si nota, ben pronunciato e profondamente inciso, un segno con curvatura a sinistra che parte dal corno sinistro e che, praticamente, va a terminare alla fine della superficie levigata. E' da escludere, data la durezza notevole della pietra basaltica, un segno dovuto al caso o all'attività dell'acqua o del vento.
Ora a me sembra legittimo affermare che il motivo richiama proprio il Bue Api o solare di ispirazione egiziana o palestinese-siriana di cui in questo Blog ha parlato recentemente il prof. Gigi Sanna in un apposito articolo con alcune tabelle e dovizia di argomentazione. Cos'altro altrimenti? Il segno poi a destra mi sembra richiamare quelli alfabetici a semicerchio, con curvatura a sinistra, che vengono indicati, sempre dal prof. Sanna, come 'determinativi' nella barchetta in ceramica di Teti e di Pozzomaggiore.
Cosa questa che porterebbe, secondo me, a dire che la pietra presenta una vera e propria scritta formata da due motivi pittografici toro-sole fusi in un solo segno e da un segno lineare.
Il masso in basalto potrebbe provenire, come quello di Losa di Abbasanta, da un nuraghe o da un pozzo sacro.
Con questo siamo, spero di non sbagliare, Gigi Sanna, al sessantottesimo reperto iscritto. Conto che vorrai dire la tua su questa roccia incisa dal vento, dall'acqua e chissà quale intemperie. Il Sessantotto, anche fuori della mistica ribelle che fu certamente mia e forse di qualche altro lettore, è comunque una svolta. Che lo sia anche questo 68° bel reperto? L'amico che si cela dietro quell'acronimo è persona seria e neppure per hobby maneggia scalpelli né è padrone del vento e della pioggia. Questa sua scoperta merita che quanti hanno in mano il bandolo della matassa archeoogica si muovano, si interessino, dicano qualcosa. Anche gli altri 67 lo meritano.
Ieri la petizione "Abbiamo diritto a sapere: la Soprintendenza parli" con le sue oltre mille firme è stata spedita a tutti i senatori e deputati eletti in Sardegna, ai capigruppo in Consiglio regionale, al presidente della Regione e alla due soprintendenze sarde. Nessun cenno di risposta, naturalmente: la cosa è complessa e ha bisogno di tempo per essere apprezzata in tutti i suoi risvolti. Spero non si voglia far finta di nulla, soprattutto ora che il 68 è scoccato. [zfp]
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8 commenti:
Mi pare di ricordare che il pollice misura circa 2.5 cm, ma non sono certo.
Il pollice vale esattamente 2,54 cm
Non so cosa risponderti, cara Aba. Certo, che sia un Bue Api lo vede anche un cieco. La pietra di Abbasanta ci porterebbe a leggere 'lamed' ma, come dici tu, mancherebbe allora il determinativo che, ormai, dopo tanti documenti che lo dimostrano, era la norma nella scrittura nuragica. Penso allora che potrebbe avere ragione l'anonimo PSJ che fa riferimento al segno con curvatura a sinistra (per intenderci,di 'luna calante')che ha il valore di 'h'. I tre segni in questo caso sarebbero il pittogramma (logogramma) disco solare, il pittogramma toro (ancora logogramma) e il segno h'.Tutti agglutinati in un segno solo. Quindi la lettura dall'alto verso il basso e da sinistra verso destra sarebbe N(u)L '(a)K H(e): La lettura in questo caso potrebbe essere anche da destra verso sinistra. L'esito di essa,se così è (ripeto se così è) , risulta molto interessante perchè la scrittura logo-pittografica e lineare, ancora una volta, ci fa capire che il 'NURACHE/NULACHE' ( mi senti Pierluigi?) è il 'toro della luce'. Un edificio templare. E' il segno o simbolo della potenza del sole e della luna (e forse delle stelle: mi senti anche tu archeoastronomo della... 'finestra'? Ci resti ancora affacciato?). Noto che le proporzioni (se non ricordo male) di cm 50 sono quelle del masso di Losa di Abbasanta. E noto anch'io il fatto che per 'tre' volte ci siano i 22 cm. Vorrà dire qualcosa? Non saprei. Quanto al palmo e ai tre pollici io penso che PSJ si riferisse forse non ai palmi o ai diti semitici quanto alle misure effettuate da lui con la mano.
Tu Aba evidentemente ti riferisci alla misura 'reale' del pollice (cm 5,1) della tavoletta di Tzricotu disegnata e misurata da G.Atzori prima che venisse consegnata (v.Sardoa Grammata p.91) Quella stessa misura 'nuragica' (ma credo anche semitica) che mi è servita (ma non che fosse necessaria), come ben sai, per mettere in rilievo il valore del cubito 'sacro' (cm 44-45: ma c'è anche il 'cubito lungo': sette palmi ovvero 52,5 cm), o meglio dei 'tre' cubiti sacri, nella Stele di Nora.
Comunque, misure e numeri a parte (sarebbe necessaria forse una comparazione con i dati ricavabili dal masso di Losa di Abbasanta), la discussione secondo me va fatta 'ora' sui dati più immediati, ovvero sui valori fonetici della scritta e sul come quei valori sono posti nell'iscrizione.Va fatta inoltre sulla polisemia e sul valore simbolico pregnante della raffigurazione. Pertanto un'ultima considerazione: a me la figura appare manifestamente fallica. E che cos' è un nuraghe? Non dimentichiamoci del fallo (toro) tempio 'orizzontale' di 85 e più metri di Gremanu. O lo si vorrà negare che il 'tempio' di Gremanu di Fonni è un fallo? Analogo a tutti gli altri simboli della potenza taurina della luce? E lo si vorrà negare che a Losa (guarda caso) è stata trovata una scultura con un 'personaggio' con un fallo eretto enorme ( grande quanto detto 'personaggio')? La figura sapete come la hanno chiamata? 'Fallo caricaturale' (vedere per credere: Zonchello S.A, Il culto fallico in Sardegna e presso altri popoli dela terra, Gallizzi 1982, Tavole,13).
Sì, e senza neppure lasciare traccia della loro pleonastica esistenza
Una domanda cara Aba: perchè ancora li(la/lo) calcoli? Parce sepultis! Tu sai che, data la losca miserevole intimidazione, non vivono (vive) più sonni tranquilli. Qualcuno che ti ha attaccato, prima dell'evento, con linguaggio diffamante e scurrile, ora deve pesare le parole. Non lo fa? Insiste? Si fida dell'anonimato? Allora è' anche imbecille. Affari suoi.
E chiudiamola qui. Il compito non è più nostro. Nè di Gianfranco.
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