di Gabriele Ainis
Gentile sig. Pintore,
che fa, rivendica il diritto di alimentare il proprio blog che langue? Muore un giornalista onesto? Zero commenti! Una banca (mi verrebbe da dire ‘la banca’) isolana lucra sulla sventura altrui? Zero commenti!
Anche la lettura dei fregi sembra aver perso mordente, forse in attesa che ne compaia qualcuno ancora più fantasioso e surreale da gettare nell’arena della polemica. Chissà cosa vedremo in futuro, mai mettere un limite alla realtà, assai più surreale della fantasia.
Bene. Se il blog sonnecchia, c’è sempre un argomento principe che lo può improvvisamente risvegliare: i mitici sherdana.
Basta nominarli, che immediatamente fioccano i commenti: il lettore di fregi, lo scienziato turistico, qualche anonimo che insaporisce il brodo come un osso che non guasta mai, insomma una sicurezza. Bravo!
E poi? Adesso che ha finalmente dimostrato (secondo Lei) quanto eravamo forti e potenti quattromila anni fa (o tremilacinquecento, faccia un po’ Lei che sa di protostoria) si sente di aver dato un forte supporto all’identità culturale dei sardi?
Ma certo, voltiamoci indietro quanto più lontano possibile per ignorare le cose di oggi, possibilmente in un passato talmente nebuloso che i frustrati pseudostorici dilettanti, in cerca di una cena gratis, possano leggere ciò che fa comodo: che c’è di meglio di una gloria scomparsa per esorcizzare un disarmante presente?
Vorrebbe un commento sugli sherdana? E perché? Le pare più rilevante ciò che accadeva millenni addietro rispetto al fatto che il Puffo di Arcore viene a vincere le elezioni a casa nostra? O non sarà che mentre ci voltiamo indietro a rincorrere le sciocchezze di un inesistente passato porgiamo i glutei per farci presentemente trombare?
E non mi dica che cerco di insinuare il dubbio che i suoi argomenti siano un sonnifero per rivolgere l’attenzione altrove, distogliendola dai problemi (serissimi) dell’Isola di oggi, perché non è così!
Io non lo insinuo: lo affermo!
C’è chi ricoglionisce (mi passi il termine, lo amava anche Gadda) di fronte al Grande Fratello o all’Isola dei Famosi, Lei vorrebbe che ci rincoglionissimo di fronte all’importante e fondamentale disputa sui guerrieri sherdana.
A Lei sta a cuore la nostra terra? Le propongo una singolare metafora che non mancherà, credo, di intrigarLa. Sa cosa sono le Terre Refrattarie? Robaccia che si cava dall’Isola con qualche ruspa e pochi soldi, sabbiaccia di poca importanza. Vanno all’estero, scompaiono e si tramutano in ceramiche tecniche di costo spropositato generando fatturati miliardari (di euro, sig. Pintore). Ecco: mentre lei parla di lontani e inesistenti guerrieri cornuti, ci sfilano la terra di sotto i piedi, così, oltre che cornuti, restiamo anche mazziati.
É soddisfatto di questo? O non sarebbe meglio porsi il problema del perché non riusciamo neppure ad accorgerci che ci levano il terreno di sotto i piedi perché siamo occupati a guardare le stelle?
Mi dica, sig. Pintore, dove sono i fari culturali che ci indicano un’identità migliore di quella che ci vorrebbe con le ghette ai piedi a ballare tre mesi all’anno per deliziare i turisti? I lettori di fregi e gli ex professori che rispondono irati senza dimenticare di citare i propri libri? Il ragazzotto frustrato che non perde occasione per deliziarci con le proprie sconcertanti banalità? Lo sgrammaticato pseudostorico che non sfigurerebbe sul palcoscenico di Zelig?
É questa la cultura che lei difende?
Sì, le terre refrattarie fanno meno audience degli sherdana. Anche la progressiva riduzione delle libertà democratiche fa meno audience del grande fratello...
Sarà per questo che per avere qualche commento lei è costretto a parlare di Sherdana?
Gentile sig. Ainis, se lei per un attimo smettesse di pensare che la realtà è quella che vede guardandosi allo specchio, il dialogo procederebbe molto meglio. Questo blog (che l'assicuro non procede per spettacolarizzazioni) gode di ottima salute e si occupa di shardana come di banche e di cronisti fuori dal coro, come ha ricordato. Si è occupato anche di Berlusconi che, però, le confesso è l'ultimo dei miei incubi. Ne ho altri e riguardano, per esempio, la saccente intolleranza di chi vorrebbe dettarmi l'agenda di argomenti di cui occuparmi. Fatica inutile, del resto: in 47 anni di giornalismo ho resistito a ben altri tentativi di imposizioni. Qualche volta ho pagato con il licenziamento in tronco: ora non è più possibile. [gfp]
5 commenti:
Gramsci dal carcere scriveva che occorre arrangiarsi a cavar sangue dalle rape. Alludeva, credo di ricordare, ai limiti carcerari che gli precludevano l’accesso a tutte le fonti che gli servivano per scrivere i suoi appunti. Posto che il signor Ainis funga da rapa, occorre prendere il buono che afferma, che pure c’è. Non se l’abbia a male mister Ainis, ma interloquire con lei, per come si propone, è piuttosto difficile. Mi pare non riesca a comprendere e accettare che ci sono molte idee sul riscatto dell’isola, non solo le sue, e che per mettere in moto la Sardegna in un cammino di progresso condiviso occorre anche partire e ispirarsi alla Storia e alla protostoria. C’è chi pensa che se ci stanno togliendo la terra da sotto i piedi è perché abbiamo rinunciato alla nostra Storia, alla nostra identità. Non ci stanno solo togliendo la terra da sotto i piedi, ma espropriando di tutto e persino togliendoci la rappresentanza in Europa e non da oggi.
C’è un'altra considerazione da fare ed è la poca trasparenza. Va bene esporre il proprio punto di vista, ma quando si lanciano insulti occorrerebbe anche presentarsi meglio di come fa il nostro conterraneo, ammesso che lo sia e io credo di si, nonostante il cognome di origine siciliana. Sa,Ainis, se così davvero si chiama, per non fare la figura di chi spara da dietro il muretto a secco. E ce li dica finalmente quali sono i suoi riferimenti culturali e quali le sue competenze professionali.
Piero Atzori
Gentile sig. Pintore,
che fa, spara su Nonna Papera? Andiamo, vorrà mica che mi metta a polemizzare con Lei, proprio considerando i 47 anni di militanza giornalistica, no?
Lei sa benissimo che nessuno (men che meno il sottoscritto) sognerebbe di imporLe l’agenda degli argomenti. Se pensassi una cosa del genere non aspetterei il Suo cortese invito a guardarmi allo specchio, sarei troppo rincoglionito per accorgermene anche se fosse evidentissimo a chiunque. E neppure è necessario scomodare la Sua proverbiale intransigenza: Le pare il caso di sprecarla per una piccolezza come questa?
E allora?
Allora prendo diligentemente nota che lei, sfruttando i 47 anni di mestiere (ma mi creda sarebbe sufficiente assai meno) devia il discorso su altri binari, evitando accuratamente di commentare il mio invito ad esprimersi sulla cultura che piace a Lei (parrebbe) ed invitandomi ad un esame visuale della mia (brutta) faccia.
Eppure la domanda è semplice: a che serve litigare sugli sherdana, gli invincibili guerrieri cornuti?
Non è che la mia questione sia tanto più complessa (non ne sarei neppure capace) è al mio livello, ecco tutto: basso. Cosa vuole, da ignorante quale sono non riesco a riconoscere la grandezza di coloro che vorrebbero trasformare i sardi in macchiette che zampettano giulive al suono delle launeddas. O in muratori che badano alla manutenzione delle villette che invadono le spiagge (naturalmente parlando in sardo).
Fa niente, chiedere è lecito, rispondere è cortesia, dunque la ringrazio per la Sua e per l’attenzione.
Cordialmente,
Gabriele Ainis
P.S. Una preghiera: non faccia finta di irritarsi per le battute che la vorrebbero intenta a scegliere i temi del blog per aumentare il numero dei commenti: Le riesce male. Forse Le verrebbe meglio l’ironia... e non mi dica che Le sto suggerendo ciò che deve scrivere, prego, correremmo il rischio di una deriva surreale eccessiva. Anche per il Suo blog.
perchè contrapporre l'importanza delle argille a quella degli shardana?
Chi tiene a cuore il problema delle argille e deride chi si occupa di Shardana, sarebbe più coerente che avesse come oggetto esclusivo le argille. Sarebe più credibile, approfondirebbe una questione (ahimè) molto preoccupante, e non lascerebbe ulteriore spazio agli odiati Shardana. Invece Lei sig. Ainis, ci offre un commento che in un solrigo parla di argille mentre in tutti gli altri, inveisce contro chi si rincoglionisce a parlar di Shardana.
Caro (si fa per dire) sig. Ainis, ma non è che lei si sta rincoglionendo a forza di parlar contro gli Shardana e chi ne parla?
credo che si stia perdendo di vista il nocciolo del problema, il problema non è il signor Ainis, nè tantomeno la presunta diffidenza del sig. Pintore a trattare tematiche ritenute dall'Ainis "più contemporanee", il nodo cruciale è che parlare di Shardana o di Ceramiche o di Fregi ha la stessa identica dignità che discutere di come il "Cavaliere" stia rivitalizzando in chiave capitalistica il prodotto Sardegna...solo che si tratta di due cose completamente agli antipodi: una cosa è la cultura e l'identità, un'altra è la riforma sociopolitica in atto; due contesti differenti.
lo scopo di un blog è puramente divulgativo a prescindere dagli ambiti degli argomenti discussi.
ivito pretanto a leggere tra le righe di chi legge, forse il tono aggressivo del sig. Ainis nasconde un malcontento diffuso per il fatto che dei non sardi continuano ad antropizzarci l'isola (forse tra un po perderemo anche Shardana, Ceramiche e Bronzetti per colpa del colonialismo "continentale")
io vedo l'articolo di Ainis come un invito a manifestare apertamente il senso di disagio che -credo- ognuno di noi cova per lo stato di crisi generale in cui ci hanno costretti a vivere...in questo il blog è la valvola di sfogo per antonomasia, il luogo in cui puoi condividere le tue idee e al tempo stesso confrontare le idee di persone che hanno un diverso punto di vista.
ora: sotto il profilo dialettico non fa differenza parlare di Shardana o di Servitù Politiche della nostra Giunta...basta che si parli!!!
scrivete scrivete e scrivete ancora...e preoccupatevi non di farvi le guerre con articoletti che davvero non hanno senso (su presunte volontà di organizzarvi i blog, o su presunte accuse o insulti fondati o meno), preoccupatevi invece di gente come me che scrive poco ma ha tanta voglia di leggere!
grazie
salve grandi guerrieri shardana!!! Come spiega bene l'alfabeto accadico-austro-ungarico-sumerico con influenze arabe................................. dan eridan giordan sherdan, da oggi popoli del fiume!!!
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