sabato 21 febbraio 2009

La dea dell'amore di Nuraghe Pitzinnu

di Herbert Sauren

“Considero la pietra antica, arcaicizzante, ma non arcaica del 2° millennio, la trovo autentica, scolpita nell’antichità, ma è un oggetto d’arte rurale. Vorrei attribuirla al culto della dea dell’amore e della fertilità, senza pretendere un culto in un tempio di una capitale o reale”. È quanto scrive nell’articolo inviato a questo blog l’epigrafista tedesco Herbert Sauren, il quale fa della scritta sul masso trovato nei pressi di Nuraghe Pitzinnu una lettura molto diversa da quella che ne dette il professor Gigi Sanna su questo stesso blog.
Il testo completo è leggibile nel mio sito e da qui scaricabile in pdf

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Per una volta il prof. Sauren non ha visto una canzone nelle scritte nuragiche, ma solo una festa di nozze.
Dice anche che la pietra è solo un frammento, dunque non ha perso la speranza di trovare pure la canzone.
C'è ancora di più: il prof. invita a riconsiderare tutte le scritte nuragiche.
Che voglia compilare un canzoniere?

Anonimo ha detto...

Caro anonimo,
l'ipotesi di Sauren può apparirti bizzarra e gaudente. Ma, scusami, fra Sauren che, dall'alto della sua esperienza, giudica autentica la scrittura di Nuraghe Pitzinnu (a a suo modo la decifra) e il prosciutto fenicio sugli occhi dei nostri archeologi, continuo a preferire il primo.
Se questi avessero il coraggio che il mio amico Gigi Sanna ha avuto di gettarsi nel mare burrascoso della scrittura nuragica, probabilmente ne vedremmo delle belle e assisteremmo a ondate di mea culpa.

Anonimo ha detto...

Caro padrone di casa,
dopo la sanremata di Marco Carta, un Canzoniere Nuragico ci farebbe vincere l'oscar. Dico ci, per dire a noi sardixeddus de nudda che nell'ora di gloria ci ammasturiamo in mezzo, facciamo come la volpe in mezzo alle egue.
Se provoco il professore, ho le mie buone ragioni, in quanto ho preso informazioni da Fantozzi.
Lui mi assicura che Sauren in tedesco è la stessa cosa che Sauro in italiano e cioè ceppìu in maurreddinu.
Vuol dire che il professore non solo è sapiente, ma ha sangue freddo, come il cognome suggerisce.
Quando la stagione diventerà più calda, prenderò le dovute precauzioni. Per ora, visto il tempaccio, ... i sauri fanno fatica!
E intanto io, che a causa del freddo che ho preso cercando asparagi ho un abbasciamento di voce, partecipo al festival di Sanrocco, così se vinco mi toglierò da disoccupato, come ha fatto il mio amico Marco. E facciamo io e Carta aumentare il PIL alla Sardegna.
Contento siete?

Anonimo ha detto...

Ma alla fine che lingua è?
Ce lo dicono questi esperti o no?