di Franco Laner
Stavo cercando delle foto per documentare il recente restauro del nuraghe Majore di Cheremule. Esso è stato costruito talmente in cima ad un cocuzzolo, che se si fosse dovuto costruire una rampa esterna per portare i massi, sarebbe stata lunga almeno un chilometro! Mi sono venute per le mani due foto che presi sostando nel nuraghe , quando cercavo di rincorrere la figura stagliata dal sole che penetrava dalla finestrella. E’ un altro esempio di toro rovesciato, mi verrebbe da dire, ma per tanti motivi è d’obbligo la sospensione di giudizio.
Stavo cercando delle foto per documentare il recente restauro del nuraghe Majore di Cheremule. Esso è stato costruito talmente in cima ad un cocuzzolo, che se si fosse dovuto costruire una rampa esterna per portare i massi, sarebbe stata lunga almeno un chilometro! Mi sono venute per le mani due foto che presi sostando nel nuraghe , quando cercavo di rincorrere la figura stagliata dal sole che penetrava dalla finestrella. E’ un altro esempio di toro rovesciato, mi verrebbe da dire, ma per tanti motivi è d’obbligo la sospensione di giudizio.
Nuraghe Majore. Cheremule |
Invece –ma data ormai più di dieci anni- l’osservazione del sole al solstizio d’inverno che entra dalla finestrella del S. Antine e colpisce il betilo del cortile è davvero emozionante. E’ ciò succede da illo tempore. Riuscirà il sole a riprendere la sua forza vitale e trasmetterla?
Fra il 20 e 22 dicembre comunque il sito è luogo di pellegrinaggio…
E qui la coincidenza è dura. I costruttori hanno “girato” il muro per permettere che il raggio entrasse! Anzi, per un bel po’ ho dovuto ragionare sull’anomalia del muro del S. Antine, che presentava una gobba senza senso. Su Accabadora ho ben documentato quest’evento sostiziale. E che le ricerche si muovano in questa direzione non può che rendermi soddisfatto. Ma la felicità non è mai piena. Peccato!
11 commenti:
Sì, hai ragione, non è mai piena. E non so se riuscirò a rendertela piena con il prossimo mio articolo sulle finestrelle e i ...pittogrammi celesti. E' così 'filologicamente' delicato che fatico a congedarlo! Comunque spero entro questa settimana. Grazie per l'informazione perché betilo (o fallo o nuraghe) e sole sono la stessa cosa. Non ci vuole molto a capirlo. Lo dico inascoltato da più di dieci anni! Non ho capito molto bene la tua 'osservazione' sul muro con la 'gobba senza senso'. Vuoi dire che quella gobba ci sarebbe per permettere al 'toro' solare di colpire il betilo? Se così fosse forse ha ragione Piero Zenoni (uno del GRS) a ritenere il toro di S. Barbara non riflesso sulla parete (del resto senza una chiara ed ampia superficie di accoglimento): doveva finire sul betilo che una volta, per testimonianza archeologica (Taramelli), era collocato al centro (?) della stanza del Nuraghe. Ne è tanto convinto che alla inaugurazione del Corso di epigrafia nuragica ( febbraio scorso) con un apposito fotomontaggio ha fatto vedere ai corsisti il toro riflesso sul betilo. Bada bene, Franco. Non aveva letto niente di te. Comunque, quelle fotografie sono una prova che avevi davvero intuito e, non so perché, non avevi sviluppato il dato come forse meritava (oppure sì?) . Ma ti do una notizia che farà contento anche te, con la quale intendo ricambiare la tua stima. Tempo fa intuimmo con Gianni Atzori che il Nuraghe Meringianu di Uras (allora una siepe intera di fico d'India!) durante il Solstizio d'Inverno colpisse uno dei betili di granito (bellissimi) che si trovano sul lato Nord del Nuraghe e puntano verso Monte Arci. Gianni purtroppo se ne è andato e con lui non ho potuto fare la puntuale verifica. L'ho fatta invece tempo dopo con Giorgio Cannas. Mi interessava moltissimo, per dati squisitamente epigrafici (e molto meno astronomici), il rapporto preciso Sole -betili. Siamo stati ricompensati: il sole che spunta dal Monte Arci il 21 Dicembre non colpisce uno di quei betili che stanno in piedi; colpisce invece quello più importante e che neanche avevamo notato. Va a finire, subito dopo l'alba (ore 9,15 mi pare), sul colossale betilo (il più grande di tutti) posto come pietra angolare tra la torretta Nord (un portento: tutta composta alla base di betili di granito, un 'anello luminoso' che contrasta vivamente con i conci in basalto) e la cortina che prosegue verso Sud-Est della torre successiva. Anche qui, a mio parere, non può essere un caso. Il sole si è 'manifestato' sì, ma alla sua maniera, cioè spettacolare: con il betilo in granito più importante della costruzione.
Comunque sai una cosa? Sono venuto a sapere che 'qualcuno' del GRS ha cassato (e non so perché), putroppo, quella splendida intuizione di Piero. Almeno fosse stata messa al posto delle corbellerie sul 'sacerdote musico' (ipotesi di Lilliu)!
Assolutamente No !! L'intuizione e stata messa in calce a pag. 143.....
Ahoooooo!!
Per farmi capire dovrei usare la matita, con le parole ho più difficoltà. Prendi la pianta del S. Antine e vedrai che c'è una potente anomalia di pianta, poiché il bellissimo triangolo, con tutti e tre i lati orientati verso importanti punti solari, presenta una gobba, una deviazione in corrispondenza dell'entrata. Ovvio che non si fa uno sforzo costruttivo del genere se non per cogliere un obiettivo, che come documentato in Accabadora, è quello che il raggio del sole del sostizio, appena sorto, alle 7.55, inesorabilmente va a colpire un betilo (v. foto pagine 72 e 73 di Accabadora). Ho fatto ricerche per capire se il betilo fosse originale, o spostato. Da quello che so non è mai stato spostato, però capisci quanto siano delicate certe affermazioni, specie quando si viaggia con pochi compagni di strada e assieme, Mauro ed io, non è che siamo il massimo, specie più di dieci anni fa quando tutti ci ignoravano (anche adesso) e che uscivamo con certe ipotesi...In Sa 'ene riprendo questi temi di lavoro soprattutto nel capitolo sui nuraghi, assieme ad altre osservazioni sulla funzione dei nuraghi.
Certamente se ci fosse la possibilità di confronto e discussione, utile ma non sufficiente il blog, che spesso diventa lettino freudiano o ring, penso che si crescerebbe più in fretta, perché nulla come l'apporto delle singole discipline può aiutare a far quadrare il cerchio. Ho visto un lavoro di Archeometallurgia in Sardegna (Ulrico Sanna, Roberto Valera e Fulvia Lo Schiavo), altri mattoni di conoscenza, da una disciplina che manco sapevo esistesse. E quando diverse discipline concordano, allora i risultati sono interessanti e potranno far uscire la questione nuragologica da una visione semplicistica, povera intellettualmente.
ora è tempo di guadagnarmi il companatico, il pane, fortunato io, me lo assicura lo Stato e devo andare.
Ci risentiremo
Franco
Dove è finito il mio commento di stamattina presto??? Mi ero impegnato a rispondere a Gigi, ho eseguito le solite operazioni e non trovo più nulla pubblicato.
Ho capito che devo scrivere da parte e poi ricopiarlo, perché il guaio è già successo altre volte!
In sintesi dicevo che , a proposito della gobba del S. Antine, che mi spiegherei meglio con la matita. Se si guarda la pianta triangolare del nuraghe, perfettamente orientato con importanti punti solari,si nota che un lato compie una deviazione impropria, una gobba in corrispondenza dell’entrata. Perché fare uno sforzo costruttivo così importante? Con Mauro abbiamo cercato ed individuato che in questo modo, il primo raggio solare del solstizio, ore 7.55, entra e va a lambire un betilo. Ho svolto diverse ricerche per capire se il betilo fosse stato spostato (scavi Taramelli), ma sembra originale. Ma abbiamo posto questo evento, riportato con descrizione e foto su Accabadora, pagg. 72 e 73. Di altre osservazioni simili è ricco anche Sa ‘ena, ma credo che nessuno ci abbia preso in nota, specie in momenti in cui (più di 10 anni fa) parlare di queste cose non era ritenuto saggio!
Devo molto alla mia disciplina per la comprensione dei nuraghi. Anzi se si concorda che la costruzione non può essere slegata dall’obiettivo semantico, spirituale della costruzione, si capisce che forse c’è maggior inferenza interpretativa rispetto ad altre discipline, che pure vanno contemplate. Leggevo in questi giorni un rapporto di Archeometallurgia in Sardegna (Ulrico Sanna, Roberto Valera, Fulvia Lo Schiavo) e si capisce quanto ogni disciplina può aiutare la comprensione del passato, altro che l’autoreferenzialità della sola archeologia! Capisco anche che ci sarebbe la necessità, caro Gigi, di parlare a tavolino, confrontare le idee. Il blog è importante, ma rischia di diventare o un lettino di psicoanalisi o un ring! Ma meglio di niente!
Avevo fatto altre osservazioni, ma ora mi attende il lavoro, perché pur avendo la fortuna di avere uno stipendio statale, che mi garantisce il pane, i miei dicono che ci vuole anche il companatico. Alla prossima, allora! Ma se Aba recupera il precedente scritto, cassi pure questo che è più misero!
Franco
ora sono apparsi entrambi, il secondo è pleonastico!
Scusate! Franco
Hai ragione Granitu, 'mea culpa': il fenomeno è stato puntualmente riportato ed io mi sono espresso male. Perchè intendevo riferirmi alla bella ricostruzione di Piero, al montaggio fotografico illustrativo (che non mi pare esserci). Quello che tutti abbiamo ammirato, con la visione filmata del Toro della Luce, durante la inaugurazione del Corso. Comunque,ben venga la tua (scandalizzata) precisazione! Un motivo per parlare di un aspetto positivo della ricerca che non era stato ancora sottolineato.
Caro Franco, tu scrivi: ''E quando diverse discipline concordano, allora i risultati sono interessanti e potranno far uscire la questione nuragologica da una visione semplicistica, povera intellettualmente''.
E' proprio così: io, tu ed Aba non facciamo altro che sottolinearlo. Aba parla addirittura di 'sublimità' scientifica quando avviene l'incontro. Ad alcuni membri del GRS invece sembra che ciò non abbia importanza o abbia importanza relativa. Ma per capire questa 'sublimità' io non delego ad altri l'approvazione della giustezza delle affermazioni di un Mauro o tue o dei giovani del GRS. Con tutta l'umiltà possibile faccio lo sforzo per capire i rudimenti dell'archeoastronomia, di capirne il 'grosso'(tant'è che ho fatto l'esperimento di Meringianu di Uras) e mi dispiace enormemente che posso vedere come posso vedere. La stessa cosa vedo che fanno Piero Zenoni e Cesare Contu (per fare qualche nome e non parlare astraendo) interessandosi di un argomento ostico come l'epigrafia concernente gli alfabeti arcaici, argomento che però merita un piccolo sforzo d'approfondimento. Qualcuno non fa invece nessuno sforzo, si affida ai giudizi qualificati 'internazionali' del futuro (e Remo Mugnaioni e Giulia Amadasi in questi giudizi non contano per nulla?), non comprendendo proprio il grande apporto che tutte le discipline (storia,storia dell'arte, epigrafia,archeoastronomia, archeometallurgia,statistica, ecc. ecc.)possono dare alla 'nuragologia'( che è diventata quasi una disciplina anch'essa). La visione 'povera intellettualmente', mista alla sciatteria senza confini (che non sono però, evidentemente, addebitabili solo a non poche delle pagine del libro del GRS!), non fanno crescere. Fanno solo un casino di cui godono quelle persone che spesso irreprensibili per forma (persino bizantini) sono proprio senza una lira e con i pantaloni e le mutande con le toppe dal punto di vista della comprensione delle cose.
Dimenticavo la medicina nel discorso interdisciplinare. Concreto e non astratto! Il 29 ed il 30 ci sarà l'incontro ( il secondo in tre anni)tra la scienza epigrafica e quella medica all'Università di Sassari. L'epigrafia e lo studio in generale della scrittura del passato (ormai abbiamo testimonianze di scrittura in Siria che partono dal 9000 a.C.)danno una mano alla medicina e viceversa. Gli studi sulle regressioni mentali (ma non solo) fanno capire che i segni del passato sono ancora quelli del presente. Niente si distrugge. Gli archetipi non muoiono mai, restano (trascurati) nella biblioteca della mente. Pronti a riemergere, quando necessario.
Perchè Pallottino era una potenza. E poi gli Etruschi antenati dei Romani, Re di Roma, ecc.ecc. I Sardi del passato? Lo stesso concetto che Cicerone aveva di essi, come 'natio', nella Pro Scauro di Cicerone. Purtroppo le parole di quell'avvocato, in quella cicostanza scellerato, non si fanno leggere agli studenti sardi nè di ieri nè di oggi. Io ci farei una lapide, per memoria di quanto sempre siamo stati considerati. Colonia e sempre colonia. Gli studi del dominatore, mai quelli del dominato. Non si sa mai che...
O Fra', a proposito del Toro capovolto di Nuraghe Majore di Cheremule. Prenditi il toro disegnato nel vaso di La Prisgiona di Arzachena per renderti conto di come i nuragici disegnavano la protome taurina (naturalmente lì non è capovolta). Essa inoltre contrasta vivamente con gli elegantissimi segni taurini che si trovano al di sopra dei manici del vaso e della bipenne. O se vuoi prenditi ancora la protome taurina disegnata sotto quella del cavallo (non visto nè l'uno nè l'altro da Lilliu). Nota che in entrambi i casi si tratta di documenti epigrafici e non di ...decorazioni!
bellissimo articolo
O Fra', parlo naturalmente del toro e del cavallo (protomi) della famosa (citatissima)'Elsa di pugnale' di Abini (Teti)
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