Il nazionalismo italiano oggettivo, quello che, per dire, ha prodotto i cinque spot della Rai contro i dialetti e le lingue minorizzate, si sta costituendo in schieramento politico. La nascita del Polo della nazione rappresenta dunque un momento di chiarezza: Casini, Fini, Rutelli si definiscono fuor dei denti per quel che sono sempre stati, nazionalisti granditaliani. Del resto, quello di Casini già era Partito della nazione e, coerentemente al nome, si diceva nemico del federalismo. Resterebbe da capire com'è che anche gli autonomisti siciliani del Mpa si siano scoperti nazionalisti italiani, ma questi sono fatti loro.
Dubito che il polo di Casini, Fini, Rutelli e Lombardo riesca ad attrarre tutto il nazionalismo grande italiano esistente, ma è chiaro che esso nasce in contrapposizione, nel sud, ad un altro polo nazionalista nel nord inevitabilmente portato a costituirsi in entità statuale. Insomma, viva la chiarezza che almeno nel centro destra si sta facendo. Il centro sinistra, percorso anche esso da pulsioni nazionaliste, sembra al momento non essere sedotto dall'urgenza di riconoscersi polo della nazione di sinistra come vorrebbero le pratiche culturali di ambienti intellettuali, da Umberto Eco a La Repubblica a Giuliano Amato, angustiati dallo scarso appeal del 150simo della cosiddetta Unità d'Italia.
La Sardegna è un buon punto di osservazione del rimescolamento di carte introdotto dalla nascita del polo della nazione italiana e soprattutto degli automatismi partitici: i capi scelgono a Roma e si portano appresso anime morte anche nella lontana periferia. Sono al momento tre i consiglieri regionali del neo polo nazionalista, due finiani (Artizu e Sanna) che dalla maggioranza di centrodestra sono passati all'opposizione non appena lo ha fatto il loro leader in Italia e un udc, anch'esso passato all'opposizione. Curiosa sorte quella di quest'ultimo, Roberto Capelli, che aveva giurato che mai e poi mai avrebbe seguito Casini nella sua decisione di trasformare l'Udc in Partito della nazione. Ha mantenuto la parola, è uscito dal Partito della nazione per entrare nel Polo della nazione insieme all'Alleanza per l'Italia, suo nuovo partito. Come nell'Ottocento russo, i proprietari vendono insieme al terreno anche le anime morte che vi abitano.
Roberto Capelli ed Ignazio Artizzu erano capi gruppo, l'uno dell'Udc e l'altro di An quando nella scorsa legislatura firmarono come garanti la proposta del Comitato per lo Statuto e con essa il preambolo in cui, fra l'altro, è scritto che “la Sardegna è una Nazione con proprio territorio, propria storia, propria lingua, proprie tradizioni, propria cultura, propria identità ed aspirazioni distinte da quelle della Nazione italiana e assomma in sé tutte le culture e le civiltà che si sono succedute nell’Isola dal prenuragico ad oggi”.
Artizzu è anche firmatario della mozione presentata dal Pdl l'8 settembre in cui si dice, fra l'altro che “la Sardegna è una nazione con proprio territorio, una propria storia, una propria lingua, una propria cultura e una propria identità”. Quanto a Roberto Capelli, egli fu fra i dieci consiglieri che il 18 novembre votò l'ordine del giorno del Psd'az sulla “indipendenza della Nazione sarda”.
Immagino, così ad occhio ma senza alcuna certezza, che quando Casini, Rutelli, Fini, Lombardo parlano di Polo della nazione non intendano Polo della nazione sarda. Ma se è invece così, ritiro tutti i brutti pensieri che ho fatto sulla coerenza di Artizzu e Capelli.
8 commenti:
La vera libertà consiste nel "lusso di deludere", poichè il giudizio degli altri non ha niente a che vedere con il nostro reale valore. Occorre rompere il connubio affermazione - gratificazione; un'impresa titanica che presenta in alcuni casi il conto della solitudine, una battaglia d'integrità durante la quale si risponde solo alla propria coesione individuale e in cui il nemico da battere si chiama "credito altrui" e " considerazione". Custu cuntzettu est su contrariu de sa coerentzia, ma sa "vera libertade" chie la pacat? Artizzu, Sanna, Capelli custu l'ischin dae meda...Infatis, a cantu lezimus in sos zornales, pro cumbenia an semper fattu su chi lis est passidu...
"Artizzu, Sanna, Capelli custu l'ischin dae meda...Infatis, a cantu lezimus in sos zornales, pro cumbenia an semper fattu su chi lis est passidu..."Signor Larentu ha proprio ragione ma credo che questo è uno sport che ,ormai,praticano tutti i politici,l'importante è fare, esclusivamente, i propri interessi.Ad ogni modo è ancora più grave che dei parlamentari sardi tradiscano la storia della loro terra,non ci sono giustificazioni a questo comportamento.Che momento storico terribile è questo!
@ Gratzia
Su chi mi mi daet isperu sun sos zovanos. Si che sun ischidados dae su sonnu " del grande fratello" e si sun abizados chi no an unu cras. Solu issos poden ortulare custa politica fatta de arranzamentos chi los at, in totu custos annos, aturdidos e umiliados siat in s'iscola che in su triballu. Sos puliticos italianos e sardos fortzis non si sun abizande chi " sas aèras sun minetende temporale..."
Anche io la penso esattamente come Lei,l'unica cosa che mi è dispiaciuta è la violenza che c'è stata il 14 dicembre quando gli studenti hanno saputo della fiducia comprata da Silvio.Questi giovani,con la loro protesta,avevano avuto l'assenso della maggior parte degli italiani,mi auguro che non ricaschino più nella violenza e lottino,tutti uniti,per mandare a casa tutta,tutta la classe politica corrotta e riescano a costruire,senza compromessi,un mondo più accettabile.
@ Gratzia. So de accordu cun tecus: non b'at bisonzu de rebestìa. Issos ana in manos un'istrumentu chi dolet de prus de unu corfu de fuste: su votu. E no amus a istentare a lu dever dare. Cussu est su momentu de che catzare, che canes dae cresia, sos furuncros, sos mafiosos, sos bendidos e peri sos nepodeddos de Ponzio Pilato, sos chi an fattu nidu in su tzentru-manca.
@ A Gratzia: P.S. Non mi dies prus del "Lei"... Narami de tue e... trattami ene.
Anda bene Larentu, dae oie bos doe su tue,peri si pro mime este unu pacu"difficile" dare tue a sas personas chi connosco pacu.Te doe sos augurios de unu Nadale ditzosu.
Augurios mannos peri a tie, cun salude e allegria.
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