di F. Cesare Casula e G. Franco Pintore
“Io sono per uno Statuto al limite dell'indipendenza. Lo Stato deve pensare solo alla difesa e a battere moneta. Per tutto il resto c'è la Regione, perché si presume che in loco ci siano maggiori sensibilità”. Così pensa il senatore Antonello Cabras, del Pd, e così ha detto all'Unione sarda. Da coautori (insieme ad un bel gruppo di altri amici) della proposta di “Carta de Logu noa de sa natzione sarda” non potremmo che essere felici: l'idea che la Sardegna debba avere tutti i poteri e le competenze, salvo quelli che meglio sono esercitabili dallo Stato centrale, è dal 2007 la nostra idea.
Anzi, ci sentiamo scavalcati dall'audacia del senatore del Pd. Secondo la nostra proposta, le competenze dello Stato dovrebbero essere quattro: difesa militare del territorio dello Stato; moneta; amministrazione della giustizia; rapporti diplomatici con stati terzi. Per Cabras dovrebbero essere due, uno dei quali, quello di battere moneta, assolutamente inutile, visto che è l'Unione europea a farlo. Dispostissimi però – noi due, chiaro – a fare l'ulteriore passo in avanti verso questa autonomia speciale “al limite dell'indipendenza” voluta da Cabras.
Voluta? Se davvero questa è la sua idea (e non solo un espediente per meglio poter attaccare il governo regionale, cosa che nell'intervista con l'Unione fa), non avrebbe potuto metterla nero su bianco nel suo disegno di legge presentato meno di quattro mesi fa? Forse sarebbe stato più credibile e meno sospettabile di strumentalità, per l'uso della sua voglia di sovranità in una polemica politica pur legittima e, per quanto riguarda lo Statuto, fondata. Invece, tra la sua idea consegnata ai media e quella consegnata alla ufficialità di un disegno di legge costituzionale, ci sono incomprensibili differenze. Altro che due sole: fra potestà concorrenti e assolute, allo Stato sono affidate ben 29 competenze. È pur sempre possibile che dal 4 maggio 2010 (data della presentazione del ddl) e il 29 agosto (data dell'intervista), Antonello Cabras abbia affinato la sua idea. Ma perché non farlo anche nella sua proposta parlamentare?
Detto questo, non si può negare che con la presa di posizione di Cabras e il Manifesto dei sindacati, oltre che con la Mozione dei sardisti sull'indipendenza, la discussione sul nuovo Statuto di autonomia speciale stia imboccando la strada giusta, quella del confronto. Quel che è difficile da capire è perché dai materiali di discussione sia sparita la proposta del nostro Comitato per lo Statuto, teoricamente fatta propria dal centrodestra fin dagli inizi e concretamente trasformata in disegno di legge costituzionale dal senatore Piergiorgio Massidda, anch'esso del centrodestra.
Intorno al 15 di settembre, il Consiglio regionale aprirà una sessione costituente. Come spesso capita nella nostra terra, diffidenze, gelosie, mancanza di coraggio rischiano di avere la meglio, spingendo le forze politiche ad azzerare quel che fino a questo momento si è elaborato in fatto di proposte concrete. Chi sa? Speriamo che il Consiglio regionale abbia la consapevolezza che niente è come prima, in materia di diritti internazionali dei popoli, dopo l'autorevole sentenza della Corte internazionale dell'Aja sulla legittimità della dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte del Kosovo. La dialettica politica, lo scontro fra apposte forze politiche, la voglia di protagonismo che le agitano, hanno mille altri campi in cui dispiegarsi: quello del futuro dell'autogoverno della Sardegna non può essere fra questi.
3 commenti:
Parole sante. - Bomboi Adriano
Tutte chiacchere inutili e tempo perso.
Quello di cui hanno bisogno i sardi e un altra parola che inizia con I: INTELLIGENZA.
La "barrosia" è l'atteggiamento tipico di chi vuole mascherare la propria debolezza.
Non si va da nessuna parte con quelle gambette corte e con quella voce ovina che si ritrovano i politici sardi.
@Damiano Anedda
In fondo in fondo .............., non le si può mica dare tutti, dico "tutti tutti", i torti.
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