di Stella del mattino e della sera
Museo di Dorgali, mercoledi 7 luglio, un pomeriggio caldissimo. L'informazione mi ha raggiunto mentre mi trovavo all'affollato lido di Orrí, sognando una solitaria spiaggia tropicale. Niente da fare, mi ha detto il capo, fino ad agosto non parti se prima non mi porti qualcosa di grosso. “Museo di Dorgali, vetrina 17”, cosí diceva il messaggio, anonimo, sul telefonino. Lo vedo ora, altro che grosso, è minuscolo, alto due centimetri e mezzo, ma immenso nella sua verde traslucida bellezza: un nuraghetto con il tappo.
”Modellino di nuraghe in pasta vitrea proveniente dall’insediamento in grotta del Flumineddu”, il rio che percorre il fondo di Gorropu. Nessuno ne sa di piú, solo io: sul nuraghetto tre linee parallele incise, tre segni che formano, inequivocabilmente, il numero romano 3. Solo quei tre segni, non c´è altro. Ma io so, so che c´è molto altro: c´è il brassard di is Locci santus con X II V, c´è la mia freccia levantina con X III II, c´è la stele di Pozzomaggiore con il IIII, c´è il documento di Serabit-el-Khadim con il IIII. Documenti splendidi, i piú belli del Mediterraneo, che finalmente ci confermano ciò che abbiamo sempre, in cuor nostro, saputo: la civiltà romana è nata ben prima di quanto ritenessimo fino ad ora e la nostra isola reca le indelebili e documentate tracce di una occupazione nell'etá del bronzo finale, un'occupazione finora ritenuta impossibile ed impensabile. Le tracce indelebili sono i documenti epigrafici, gli unici che fanno davvero la storia. Se non vi piace la mia riproduzione o trovate sfocata da foto, andate di persona al museo di Dorgali: ne vale assolutamente la pena. C'è una guida simpatica e colta a farvelo gustare tutto.
Signor Gigi Sanna, so bene cosa vorrebbe dirmi: sul cocuzzolo di quel nuraghetto si distingue un globo solare (NUR). Un globo che sembra adagiarsi tra le corna di un toro (´AK). Le tre lineette sono il determinativo H. Quindi NURAK-LUI. Mi pare di sentirla: “Il tre del determinativo rivela l'aspetto fonetico monumentale del nuraghe”. Tutte chiacchiere, ma tanto non le sentiró: il proto-romanaico è ormai una realtà. Questo è l´ultimo documento che vi presento, ho giá un piede sull´aereo.
Nella foto: il nuraghetto, come compare nella Libreria digitale della Sardegna nel volumetto di Daniela Pulacchini dedicato al Museo di Dorgali
8 commenti:
Tanit ha lasciato un nuovo commento
Secondo me è una Morositas... :-)
E' vero. Somiglia alle 4 morositas. Vuoi vedere che...
Quanti ce n'è di modellini di nurqghe come questo? (è una domanda in attesa di risposta)Per me è il primo, ma non faccio testo. Per qualche altro ricorda le morositas o i baci perugina. Eppure la didascalia del museo di Dorgali recita: "Modellino di nuraghe in pasta vitrea proveniente dall'isediamento in grotta di Flumineddu". Non credo che, chi l'abbia scritta, gliela abbia letta addosso come ha fatto Stella o come potrebbe fare Gigi Sanna. In base a cosa si è deciso che di modellino di nuraghe si tratta?
C'è un Corpus Inscriptionum sardianicarum? Cosa dici? Non c'è proprio niente, cara mia. Dobbiamo ammetterlo. E' stato tutto uno scherzo, durato anche troppo. Settanta documenti epigrafici da buttare perchè ciarpame e cianfrusaglia. Dei peggiori. Lo dice autorevolmente Stiglitz con decine e decine di puntali, lo ribadisce Paolo Benito Serra col determinante ugaritico 'capovolto', lo rimarca da par suo Doriano con i suoi occhi asimmetrici e, come vedo, lo conferma persino il goliardico Robertu Koroneu. Pasticcioni? Ignoranti? Supponenti? E come si fa a sostenerlo? Hanno mostrato d'essere gli epigrafisti più acuti ed esperti del mondo. I maestri dei maestri di tutti i maestri.Inchinati e umiliati pertanto, finchè sei in tempo, di fronte a cotanto senno. Solo così potrai goderti le vacanze senza rimorso alcuno. E soprattutto senza pericoli perchè sanno anche essere generosi con chi si pente.
Cara Atry, sul 'determinativo', sulla enorme valenza di esso in campo epigrafico generale, dirò qualcosa; ma dopo le vacanze che, come sai, per me sono tanto sacre che persino i gaddaroballi possono tentare di fumare con me (a debita distanza, naturalmente) il calumet della pace. Questo qualcosa sul 'determinativo' farà forse parte di un ciclo di lezioni epigrafico-linguistiche che terrò quest'anno all'Università (l'Università sì, non quella della Terza Età per quanto anch'essa benemerita)dopo il corso sullo Yhwh nuragico e quello cristiano dello scorso anno accademico (che ha visto la partecipazione di ben trenta allievi). Ti dico 'forse' perchè le lettere anonime dei vigliacchi ( e per di più docenti universitari: purtroppo!) perdenti arriveranno per tentare di dissuadere, di delegittimare, di infangare.E gli uomini sono uomini.Già la mia facoltà è stata, come sai, nel mirino di un vero farabutto in un noto forum che canta le mie lodi un giorno sì e un altro pure.
Naturalmente il mio articolo servirà anche per la Comunità Scientifica Internazionale. Quella così vasta (non ti dico!) e così attenta (non ti dico!) ai miei studi di cui parla il vigliacco della 'diarrhea'( lessico tipicamente gaddaroballico dell' archeo -LOGGIA NURAGGICA) e degli 'assorbenti' che fa una figura così barbina con il senatore Massidda. Questi gli parla di aglio e lui, ossessionato e monomaniaco com'è, parla solo di me che sono cipolla (modesta ma pur sempre con effetto di lacrimazione). Il perdente, il filo- medioevalista perdente, il mio caro amico 'pubblicitario' che un giorno ( se prima non si suiciderà, come pubblicamente promesso dopo una certa lettura ripetuta) insegnerà pomposamente 'Genesi e scopi del determinativo semitico o segno commentatore nella scrittura nuragica e particolarmente nei modellini di nuraghe'. Ricordati, per l'avvenire, di questo titolo. Ma se vuoi puoi fare in modo che non te lo freghino. Teste il bacio perugina che ormai ha già raggiunto la Comunità Scientifica Internazionale.
Cara Atry, dimenticavo di dirti che il Bacio Perugina è il numero 72 del Corpus. La scoperta, naturalmente, è tutta tua. Dei numeri romani dell'età del bronzo o del primo Ferro.Non illuderti!
Caro prof Sanna
mi sfuggono troppi riferimenti perché io possa capire a che cosa si riferisca. Io ho presentato la mia interrogazione perché ho ricevuto per mail il testo di una petizione che sollevava problemi. E', oltre che mio diritto, mio dovere, farmi carico di una questione che presenta - a dire dei firmatari - lati non chiari. Se per me fossero chiari, non avrei chiesto al ministro di dare la risposta che gli compete, come capita, appunto, in ogni interrogazione che è fatta proprio "per sapere".
A me sembra una cosa del tutto pacifica: sa quante interrogazioni e interpellanze i parlamentari presentano "per sapere"? Così, non riesco a capire perché, per dirla con lei, mentre io parlo di aglio altri rispondono cipolla. Non sarebbe meglio continuare a parlare di aglio e, soprattutto, attendere quel che dirà il ministro Bondi?
anche io non capito perch[ e per come quello dovrebbe essere un nuraghe.
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