Gigi Sanna e il suo editore Silvio Pulisci e le loro manie di scoprire ciò che deve rimanere nascosto sono stati rinviati a giudizio per “ritardata consegna” di un minuscolo bronzetto, quello che vedete in questa pagina. Potevano almeno starsene zitti. E invece no, della fortuita scoperta dell'incredibile piedistallo (due centimetri) si parlò su questo blog (Quel gigante alto tre centimetri, E poi c'è la straordinaria arte nuragica) nell'ottobre di due anni fa, avendo Pulisci persino l'impudenza di chiedere se, per caso, ci fossero in giro altri bronzetti così minuscoli, segno di una raffinatissima arte.
Ma lascio parlare l'Unione sarda che stamattina ha dato la notizia dell'allucinante denuncia e successivo rinvio a giudizio:
“L'accusa è di ritardata consegna. E cioè aver depositato nella caserma dei carabinieri il resto di un bronzetto di due centimetri, ovvero qualcosa di molto simile al bottone di giacca, e ramato, un mese dopo il ritrovamento anziché nel giro di 24 ore come legge dispone.
Gigi Sanna, insegnante di greco e latino per una vita e studioso di antichità con una sfilza di dotte pubblicazioni e Silvio Pulisci, 35 anni di editoria che con la sua casa editrice S'Alvure ha stampato 320 libri di Sardegna e non solo, tutto potevano immaginare meno che vedersi recapitare un decreto penale di condanna a quindici giorni di reclusione, pena tramutata in ottocento euro di ammenda a testa.
A parte il danno che pure pesa, non ci stanno a passare anche solo da distratti e meno ancora per quelli che se la sono tentata. Si sono perciò opposti con l'avvocato Elio Meloni e questa mattina compariranno davanti al giudice del tribunale di Oristano per chiedere che l'ammenda venga definitivamente cancellata. «Perché a nostro giudizio ingiusta», annuncia un amareggiato Silvio Pulisci. Che così spiega la faccenda. «È successo che una sera passeggiando a Maimome con Gigi Sanna ho trovato questa specie di bottone. Incuriosito l'ho messo in tasca e lì l'ho tenuto per parecchi giorni. Non ho dato granché peso, vista anche la dimensione così minuscola, e a tutto poteva fare pensare meno che a un bronzetto o qualcosa di importante. Addirittura mi ero quasi scordato. Poi dopo qualche giorno l'ho preso, ripulito e solo allora mi sono accorto che poteva essere una piccola, piccolissima parte di qualcosa d'antico.
Ho pubblicato tante cose, assistito a convegni e partecipato a studi ma non sono di certo uno che può dire di che esattamente si tratta. L'ho fatto vedere a Gigi Sanna che ha concordato e così l'abbiamo consegnato un mesetto dopo ai carabinieri di Cabras».
«Non sapevamo di certo che andava fatto entro 24 ore perché in quel caso non mi sarei di certo attardato - conclude Silvio Pulisci - Evidentemente sono scattate le segnalazioni e da qui il decreto penale di condanna che contestiamo perché a nostro giudizio profondamente ingiusto»
Ecco, tutto sta in quel “scattate le segnalazioni”. E chi sa quante altre ce ne sono di “segnalazioni” da parte di chi sa come si deve stare al mondo, buoni e zitti, lasciando che siano la Soprintendenza e la Cultura autorizzata a decidere se fare o non fare. Provo ad indovinare le segnalazioni di cui presto sentiremo parlare: la sparizione di un coccio, trovato 35 anni fa a Senorbì, che supporta una scritta in caratteri cuneiformi; l'immersione in qualche blob di una navicella nuragica, trovata a Teti quindici anni fa; la cortina di silenzio durata una trentina di anni intorno alle statue di Monti Prama; la liquefazione del coccio di Pozzomaggiore, visibilmente e inquietantemente iscritto; la volatilizzazione del cosiddetto “brassard di Lossi Santus”; …
Io non so quali articoli di legge (dal codice Urbani in giù) i responsabili abbiano violato e continuino a violare. Ma sono certo che i carabinieri lo sanno. Come sanno benissimo che anche il tentativo di intimidazione non è cosa raccomandabile. Attendiamo notizie. Magari anche della pasticciatissima questione dei reperti etruschi di Allai.
10 commenti:
Ho già sentito Gigi e anche Bruno Vacca, che a suo tempo subì lo stesso INDCIDENTE a seguito (casulmente) di un sua denuncia nei confornti di... per la sparizione di alcuni reperti archeo da una città shardana in cui sorvegliava CHI. A Bruno sequestrarono il libro... condanna ad alcuni mesi mutata in una grossa multa... ecc..
dobbiamo preoccuparci? Possiamo ancora scrivere tranquilli? O una mannaia è sul capo di chi crede di essere in DOMOCRAZIA... e dice tranquillamente la sua verità?
boh? Kum Salude.
Leonardo
kum salude
leonardo
Il primo motto è stato di rabbia e insieme di dolore nel vedere come si squinterna davanti ai nostri occhi la Giustizia. D'altra parte c'è ' la 'obbligatorietà dell'azione penale' con cui non si può transigere, scherziamo? Eh, se potessimo osservare con un po' di attenzione qualche privata scrivania di chi non può esimersi dall'obbligo.
Rimane pur sempre valida l'asserzione "summa lex, summa iniuria" fatta dai Romani che di diritto se ne intendevano.
Io di quella disciplina ne mastico poco ma mi sembra di ricordare che in materia di obblighi o di ordini, non so bene, ci siano quelli 'ordinatori' e quelli 'perentori'. Quale sarà la fattispecie in cui sono incorsi Gigi Sanna e il suo editore?
Non mi rimane che esprimere loro tutta la solidarietà e i migliori auguri.
"ordinatori" "perentori"? La prossima volta,signori Gigi e Bruno,appena trovate un reperto nuragico,studiatevi subito la legge,mi raccomando!Permettetemi un'altra critica:studiate meno,la cultura non è di moda,adeguatevi un pò all'ignoranza generale.Con tanta,tanta solidarietà
Caro Gigi e caro Silvio,
non so come complimentarmi con la vostra sfacciata buona sorte. Perché, se è vero che la dea bendata rimane accecata, ella ci sente benissimo, annusa da lontano e la sensibilità dei polpastrelli delle sue dita è davvero notevole. Non voglio dire che la dea vi abbia anche baciato, perché non ne sono del tutto sicuro, ma appare certo quanto siate dei predestinati, due fra quelli che si sono trovati nel posto giusto al momento giusto.
Ora, può un magistrato, mettiamolo pure in buona fede, non discutiamone neppure la dottrina, sottrarvi quanto il destino vi ha concesso, meditando di tramutare in semplice multa quei 15 giorni di reclusione che di diritto vi spettano per legge?
Io dico di no e vi consiglio caldamente di opporvi, di persona o tramite l’avvocato. Inoltre annoto a margine due cose: primo, una giornata della vostra libertà vale la bellezza di 53 euro e qualche centesimo; secondo, pagando la multa al massimo “scramentate”, ma perderete l’occasione ad essere rieducati (o educati dal principio) per opera indefessa di operatori di questo Stato di Diritto che tutto tiene sotto controllo, dagli appalti milionari ai cammei lungo le spiagge.
Il diritto vostro a scontare la pena non va disgiunta da quello di scontarla nel carcere circondariale di appartenenza che, molti lo sanno, in molti lo ignorano, ad Oristano sta in piazza Mannu, dall’altra parte della Cattedrale, in una posizione che più di prestigio non si può. Infatti era la residenza dei Giudici d’Arbarea, Mariano e Leonora compresi.
Ora, siccome pare che sappiate leggere e scrivere, qualcuno anche in sardo antico e moderno, nulla nulla che vi diano da curare la biblioteca del carcere o gli archivi; ciò vi darà addito a vedere finalmente dall’interno la casa dei re sardi, cosa preclusa a tutti noi altri impuniti.
Ora non vado avanti, avrò tempo in futuro a scrivervi, perché so che la posta non è contingentata, sempre che non si parli di scrittura nuragica. Ma se non è proibito (dunque legale) che io vi faccia dono della somma di 53 euro più centesimi pari a un giorno di reclusione condonata, sarà possibile anche, dietro regolare richiesta e debita cauzione, farvi dono di una sola giornata della mia libertà per sostituirmi ad uno di voi, fosse pure di domenica, così che mi sia concesso di vedere dall’interno la reggia dei re-giudici?
Andrò a trovarvi e, siccome non fumate, non bevete, altro non vi è permesso, vi porterò le figurine della nazionale di calcio (sono in svendita) così giocate a trovare la formazione, se vi riesce, che possa superare la squadra mista guardie-reclusi di piazza Mannu.
Con affetto,
Francu
Ora, siccome pare che sappiate leggere e scrivere, qualcuno anche in sardo antico e moderno, nulla nulla che vi diano da curare la biblioteca del carcere o gli archivi; ciò vi darà addito a vedere finalmente dall’interno la casa dei re sardi, cosa preclusa a tutti noi altri impuniti.
Ora non vado avanti, avrò tempo in futuro a scrivervi, perché so che la posta non è contingentata, sempre che non si parli di scrittura nuragica. Ma se non è proibito (dunque legale) che io vi faccia dono della somma di 53 euro più centesimi pari a un giorno di reclusione condonata, sarà possibile anche, dietro regolare richiesta e debita cauzione, farvi dono di una sola giornata della mia libertà per sostituirmi ad uno di voi, fosse pure di domenica, così che mi sia concesso di vedere dall’interno la reggia dei re-giudici?
Andrò a trovarvi e, siccome non fumate, non bevete, altro non vi è permesso, vi porterò le figurine della nazionale di calcio (sono in svendita) così giocate a trovare la formazione, se vi riesce, che possa superare la squadra mista guardie-reclusi di piazza Mannu.
Con affetto,
Francu
Colgo l'occasione, oltre che esprimere tutta la mia solidarietà a Gigi e a Silvio, per dire che per quanto riguarda i beni culturali sarebbe necessaria una bella sanatoria un bel italico condono.
Bisognerebbe fare una legge ove si consentisse a tutti coloro che hanno reperti, magari trasmessi loro dai genitori , di poterli denunciare senza incorrere in pene giudiziarie.
Oh! Professore vestito di nuovo,
come le divise dei questurini!
Solo, i piedini trovati nel rovo
porti la base de’ tuoi piedini;
senza le scarpe che fabbro fece,
che non mutarono mai da quel dì,
che vi costarono un picciolo
costa il verbale che ne seguì.
Costa; ché Silvio già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e sudò più d’un mese
per riempirlo, ogni libraio.
Pensa, al piedistallo, che a fuoco l'occhiale
non ti bastava, tremavi, ahimè!,
E i Carabinieri cantavano, Un coccio!
ecco ecco un coccio un coccio per te!
ADG
Amigus (allabai chi is amigus mius funt de 'dirittu' is nemigus de is gaddaroballus e de is musconis spitzuadoris!)est una lei tonta (sa de su ministru Urbani:2004) ma est una lei. De custu tontimini (chi ponit in cruxi carbineris e giugis chi da depint ponni in esecutzioni) s'at a fueddai e prestu. Po immoi fadei beni a da girai a bottu. Su chi no eis cumprendiu però est chi chi cun su dinai miu e de Silviu (o sa presoni: mancai in s'archiviu de sa Domu de Marianu IV)sa genti podit immoi bi' is peixeddus de su bronzettu prus pitiu de su mundu. Fortzis est unu gherreri o unu predi nuragicu de tresi cm. Si dus d'essint acataus atrus non du sciu. E po custu si nau: candu in su Museo de Crabas d'eis a ammirai (mancai acanta a is gherreris de Monti Prama ca funt unu pagu prus artus)si depeis ammentai chi est po sa generosidadi de dus callonis chi is peixeddus s'agatant ingunis. Ma cancunu at a nai: callonis o non callonis? That is the question.
Gigi miu caru,
de candu su mundu est mundu, sa lei est fatta po s'omini e no s'omini po sa lei.
Finzas Deus (Iavè) hiat lassau passai milli e milli annus primu de si cumpromitti cun is dexi cumandamentus, ma dd'hiat fattu poita no indi podiat prus sa vida de custus Ebreus-Israelitas.
Pensa a unu ch'indi boddit calincuna cosa de terra e, intre sciri e no sciri, si ddu ponit in busciacca. Ma sa dì appustis s'indi scarescit e aici sa dì infatu e s'atera ancora, finzas chi sa mulleri dd'allogat sa giacca ma primu cumpudat in busciacca. Candu s'omini torrat a domu, ddi pregontat: "E ita indi fais in busciacca de cussus obbilis arruinaus? no scis chi noxint a sa robba?".
E it'est hoi un'obbili arruinau?
Hiat a toccai a pregontai a chini s'ind'intendit, aici chi donnia tappu de gazzosa streccau, ma arregortu in sa praia est prezisu a ddu portai a caserma. Ca no si scit mai.
Custa est sa lei chi heis scabudau de sighiri in tempus de bintiquattr'oras?
Duncas, amigus, scramenteus totus de is scramentaus: de hoi ainnantis, candu feus sa denunzia de calincuna cosa chi heus agatau, regordaus de scriri: "Ariseu a merì...", giustu po no si trobiri cun is manus nostas etotu!
A s'acabbu, carus Gigi e Siviu, si bolint fai passai po martiris chene ch'indi tengiais peruna gana.
Ma su peus est chi is registas de custa boiada no bint su ridiculu chi ddis arruit asuba, e s'indi prexant puru.
Tenidì a contu, ca is contus si tirant su sabudu.
Ite fatica faco deo a bos cumprendere Gigi e Franco ma bos ringrazio;commo, a bellu a bellu accatto su vocabolariu sardu-italianu e traduco sa parolas diffichiles chi non appo cumpresu,continuate ancora a iscriere in limba e meda gratzìe
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