Quando devo riempire i questionari più maleducati, quelli che invece di chiederti quale sia la tua cittadinanza chiedono quale sia la tua nazionalità, ogni volta che ne ho la possibilità scelgo la voce "altra". Quasi sempre, nei cosiddetti menu a discesa, compare di primo acchito "Italiana" o "Italia", poche volte la voce è libera e scrivo allora o "Sarda" o "Sardegna". Una piccola rivalsa contro i prepotenti e i nazionalisti granditaliani che o per protervia o, più spesso, per bolsaggine non distinguono fra nazionalità e cittadinanza, fra Nazione e Stato.
Con piacere, ho letto ieri su Il Corriere della sera, la risposta che Sergio Romano dava a un vedovo di Carlo Azelio Ciampi che, nel suo settennato, seminava Nazione e nazionalismo in ogni luogo. Il testo della risposta è nel mio sito, per chi l'avesse persa. Lamentava, il lettore che i politici italiani non "parlano mai di nazione, ma sempre di Paese". Scriveva, il lettore, che "purtroppo sono proprio questo genere di complessi che fanno perdere agli italiani l'ambizione e la fiducia nel futuro". Paese, con la p maiuscola, è un'enfasi un po' orticante, visto che prefigura uno stato fatto di quartieri e non mi pare che l'Italia, o Francia o Spagna o qualsiasi altro stato unitario siano insiemi unitari in cui l'unica differenza sia quella fra quartieri.
Ma è sicuramente meglio di Nazione, intesa come sinonimo di Stato: il mio Stato è l'Italia ma la mia Nazione è la Sardegna e mentre domani le vicende politiche potrebbero far sì che la mia condizione di cittadino italiano cambi in quella di cittadino sardo, lo status di Nazione per la Sardegna non cambierà mai, a meno di cataclismi imprevedibili.
Ecco, per la prima volta a che io sappia, in un grande giornale italiano, la differenza fra Stato e Nazione si affaccia, con prudenza e reticenza, ma si affaccia. Già, reticenza, visto che fra tutte le nazioni non stato esistenti non cita la Sardegna né alcun'altra esistente nella Repubblica italiana. Non il Friuli, non il Sud Tirolo, non la Nazione slovena, non la Valle d'Aosta. Ma, si sa, i problemi degli stati plurinazionali li hanno tanti stati europei e non solo. Certamente non l'Italia.
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