venerdì 18 luglio 2008

Santu Istene di Oschiri e il linguellista

di Gigi Sanna
Caro Zua’,
di Oschiri non sai niente? No? Si sunt brigaos torra sos santos? Teniat arresone Donna Maria. E torra Giuanne Battista? Cun cuss’anzoneddu… No, no. Non c’entra Giovanni Battista. C’entra S.Stefano. Sant’Istevene? E comente podet esse mai, s’iscureddu? Issu in cresia est semper solu solu e mudu mudu, in foras de sa ‘idda...
Ascolta. Qualche giorno fa sono accaduti fatti da non credere. Più incredibili di quelli del tuo Blog archeologico. Che è tutto dire. È giunto infatti in piazza un cavaliere con un’armatura strana, a cavallo di un ronzino e armato di lancia e spada. Con sé aveva anche una bisaccia. Tutti hanno pensato che fosse una specie di hidalgo di Cervantes fuori Carnevale e divertiti sono corsi ad ammirare quello strano cavaliere che, fermo e impettito, dava tutta l’aria di voler arringare la folla.
Quando la piazza fu piena, il cavaliere si tolse, dopo molta fatica, l’elmo e uno, proprio davanti, gli gridò: “Ma tu non sei ‘Puppone’, il forumista più acclamato di Sardegna?”
“Io direi il ‘casinista’ più acclamato” fece subito, duro, un altro che stava
vicino.
“O il giullare, servitor della Somma corte archeologica” disse un altro, ancora ridacchiando.
“Fatelo parlare! Fatelo parlare”, gridarono in molti. “Se è qui, parato in quel modo, ci sarà pure un motivo!’
“No. È molto più probabile che un motivo proprio non ci sia!” esclamò acido un tale seminascosto, un certo Melis Sherdanu che nessuno sapeva come mai proprio quel giorno fosse a Oschiri.
Quando il silenzio fu totale il cavaliere prese a parlare e disse: “Popolo di Oschiri, io sono Bigboy Mirchovic de Zar! de Zar, mi raccomando, non de Zur! Perché là sta l’altra setta del romanaccio falsario di colonne, il cataclistico e maremotistico. Sono qui da lontano, molto lontano ma la pressa, come dite voi in sardo, lo richiedeva! Importante è, direi deleterio, il compito per il momento dei cavalieri difensori della santa BIDIA (Banca Isolana Dati Iscrizioni Autentiche). Però d’ora in poi saremo ovvissimi a tutti; ci scoprirete sempre più facilmente perché abbiamo fabbricato uno squadrone e come segno di distintivo portano le minilinguelle ai fianchi, uguali ai puntali della spade e al cinturoni delle braghi. Tutta attrezzistica della fusione longobarda di Serramenta e & di Tzricotu. Avvicinatevi, avvicinatevi. Vedete questi segni? Sono a punti e virgole, anche se poi punti e virgole proprio non sono. Non li notate? Non importa: l’importante è sempre sapere, mica vedere. Chi vede e non sa, non mette bene i punti e virgola e immagina tante porcherie:linette verticali e persino bischeri, grandi quanto un nuraghe. E questo puntale di spada ? Bello, no? Non lo avevano neanche i Cavalieri del re Artù. Puro Longobardo o Bizantino!”
“Macché punti! Qui si vede un toro. Guarda guarda, il muso e le corna!” esclamarono alcuni bambini in coro, che erano riusciti a mettere gli occhi in quei quasi francobolli.
“Un toro? Le corna? Andate via, andate via, piccoli demoni con le zanne del grande sciamano zannuto del dio Kaph! Noi ci siamo proprio per questo: per combattere zanne e corna. Il cavallo è il nostro nobile animale, che non ci tradisce mai!
“Questo però ne sa davvero. È sgrammaticato peggio di mio figlio, che fa gli anni di scuola a due a due. Ma quanto è bravo per l’età che ha” fa una donnetta.
“Aspetta, aspetta a dirlo” gli risponde ancora il Shardanu.
E il cavaliere Mirchovic senza battere ciglio proseguì: “Popolo di Oschiri ho qui una bisaccia piena di scritture immonde: abbasantesi, paulesi, allaesi, sanveresi, oranesi, cabraresi e di diecimila paesi ancora. Ecco, guardate.. Questi fogli per disprezzo sovrano, anche a nome dei noti della proedria, li frantumo davanti a voi, in mille cocci. Sono segni della stra-fottente setta dei falsari; lo ipotizzo con assoluta certezza. Io poi non dormo la notte per colpa loro e vigilo correndo qui e là in tutta l’Isola come uno scemo...”
“Un pazzo” vorrai dire, esclamarono in molti.
“No no, come uno scemo”
“Se lo dici tu…”
“Per ora non ho mai trovato nessuno, ma uno forse ipotizzo di beccarlo di sicuro. Datemi retta. Non ascoltate i falsi epigrafisti, ma solo un giovane paleologo come me, uno che stupisce sempre perché è anche medioevolologo e i segni latini sa metterli bene. in riga, come a Pitzinnu, e di forte prepotenza! e nei posti giusti. Anche i fenici li digerisco bene, benissimo! anche quelli falsi del nuraghe Aiga che in latino vuol dire ‘aliga’, ossia spazzatura”.
“Guarda che semmai il toponimo è greco”, sbotta Roberto, e vuol dire capra”.
“Caprone sarai tu, che non sai le lingue e non sei linguologo, anche se le capre in fondo lo sono. Io poi sono il cavaliere Bigboy, perdipiù decorato con minilinguelle turco-mongoliche, mica uno come te che va a piedi con i tuoi stracci sardisti . Dunque. È solo caduta una semispirante o Elle, o una dentale, non so; ma in consonantistica non fa niente, com’è noto; e Aiga è proprio aliga. Farò fare uno scavo in grande stile al dott. Glitz per vedere se mi conferma l’antica spazzatura longobarda o bizantina degli abbasantesi o al massimo dei norbellesi. A proposito di immondezza, vedete le penso tutte, big come sono, il nuraghe Aiga o Aliga è il posto dove noi cavalieri abbiamo chiesto alla Sovrintendenza di affittarci la sala del falso solstizio; servirà per la biblioteca di studi dei saggi spazzatura. Lì potremo leggerli nel buio più assoluto e poi ci pronunciamo alla luce. Dal buio alla… luce, non so se avete capito l’allusione malevola o maliziosa, comunque la vogliamo chiamare! Così con l’occupazione militare chiudiamo definitivamente anche la partita con i sostenitori del buco del sole che non c’era”.
A questo punto, Giorgio, non reggendo più, appoggia Roberto, e gli grida “Ignorante, buffone”.
Anche altri lo coprono di insulti. Qualcuno grida anche parole irripetibili.
“No, non sono Bu-glione, come voi gridate. Quello era Goffredo, perché io tutto so. E non potete giocare con un rebusologo di fama come me. Non mi turbo, come una Ferrari, che mi insultiate perché io respiro bene tra il gas degli insulti. Ascoltatemi ancora un po’, perché arrivo, anzi in fondo sono arrivato, a parlarvi del mistero di S.Stefano, un mistero naturalmente che solo io BigBoy posso svelarvi. Donna Masala è un falso falsissimo, non esiste proprio… Anche a Oschiri so che sono arrivati prima, per imbrogliarvi con le false traduzioni dei misteri. Ma vi hanno detto fesserie. Dove sono le lettere? La lapide è autentica,ma forse; comunque sappiamo per fortuna tutto sulla storia dei Giudei e dell’Inquisizione ( avrete letto il mio saggio, naturalmente non spazzatura, che finalmente mi son fatto correggere per benino)… dunque, allora il 1492, molto importante e Isabella di Castiglia in quel tempo; e pertanto quella Masala ebrea… mai potrebbe…Del resto il trigramma YESUS HOMINUI (?) Salvator (?)…”
A questo punto il presidente de Su Furrighesu indignato per quell’ incipit finale, fece per andarsene e prese il telefono per chiedere urgenti aiuti di cavalieri di Venezia e di Mestre al socio Laner.
Ma non ci fu bisogno perché dalle ultime file arrivarono le prime pietre sarde che però BigBoy, in quella torrida giornata, accolse raggiante come le prime spruzzate d’ autunno. Ma non il cavallo, che naturalmente fedele com’era, per asserzione del cavaliere, lo disarcionò al primo bernoccolo e scappò via anche senza sproni battuti. Alle prime pietre se ne aggiunsero altre,sempre di più e sempre più grandi, respinte però sempre, non solo dalle microlinguelle, ma anche da quella testa che sembrava di gomma ‘pirelli copertoni’. Alcune pietre, addirittura, il cavaliere Mirchovic de Zar le addentò al volo e le trangugiò, manco fossero panadas.
“Eh, eh! Vedete che testone?” fece, sfidando ironicamente la folla e battendosi energicamente più volte il capo con la pesante spada dal puntale longobardo. ‘ Nessuno mi fermerà e io vi dico che Donna Masala è una fregatura per il paese, una delle solite fregnacce di Gi..
A questo punto le sue parole non si udirono più e si sentirono, provenienti da un viottolo campestre, solo le urla di alcune devote, capeggiate da una antica pia donna che fendeva inferocita, con un’enorme lastra sotto il braccio, la folla della piazza. Quando fu davanti a BigBoy sollevò con forza insolita la pietra dicendo:
“Abbaida chie seo. E tando? Tue, tialu corriatzu, mi nche cheres interrare po ateros chimbe seculos…
“Ma, sei davvero Donna Masala…” gridò, vistosi perduto il cavaliere. “Eppure io sono un noto paleologo e castigliologo che mai sbaglia..’
“Calla, calla. Comente, jeo fea, jeo Masala ebrea? E pois, Donna jeo? Donna-I, Donna-I mì, cun sa ‘i’ de sa nobiltade. E ite? Amos crocau paris fortzis, faularzu cavalleri? Como, con custa apitzus, as a morrere…
E il cavalier Bigboy Mirchovic de Zar e non di Zur sarebbe morto davvero se improvvisamente non avessero cominciato a volteggiare sulla piazza, come uccelli, tutti i Santi di Oschiri, capeggiati da Santo Stefano che spargeva, imitando il diabolico eroe di Suskind, profumo celestiale di pace, d’amore e di perdono. Donna-i Masala restò allora come paralizzata con la pietra sollevata e tutti i presenti sbalorditi per il miracolo si inginocchiarono commossi per l’innocenza del cavaliere.
Quindi Santo Stefano scese dall’alto, si posò di fronte a Bigboy, come per proteggerlo e disse: ‘Donna-i Masala e Oschiresi. Perdonate, perdonatelo. Non fatene un protomartire della fede linguellista! Il proto protomartire lapidato, il santo delle pietre, quello di diritto ad Oschiri, sono solo io, modestamente parlando. Lasciate che viva e permettete pure che diffonda la fede delle decorazioni a punto e a virgole. State tranquilli. Presto le linguelle longobarde, le fibbie dei cinturoni e i puntali, soprattutto quelli per le scarpe alla moda o per dare più energicamente anche salutari calci nel di dietro, si troveranno dappertutto. Tra non molto ci sarà un vero e proprio ‘made in Sardinia -Italy – Turkey - Mongolia style’, che avrà anche l’eco imitativo dei Cinesi e di Taiwan. Ma i punti e virgola avranno, col tempo, anche punti interrogativi ed esclamativi ed allora, per iniziale inimmaginabile opera egregia dei cavalieri linguellisti, la scrittura nuragica sarà in un baleno riconosciuta e studiata in tutto il mondo. Anzi l’alfabeto e la lingua nuragica diverranno, per volontà dell’ONU e del Parlamento Europeo, l’Esperanto del mondo. Forse contro voteranno solo i parlamentari Sardi, se ci saranno”.
Così Bigboy si salvò e non fu protomartire linguellista e puntalista, come moltissimi avrebbero fortemente auspicato, perché talora anche i cavalieri santi rompono le balle. Gli Oschiresi premurosi gli diedero un asino, a cavallo del quale dal Limbara procedette lemme lemme verso il Campidano. Una bestia ainuologa, nota in tutta la città, con la quale, data l’altra specializzazione molentologa, pare che ci sia stata presto perfetta sintonia di vedute durante il lungo e sempre sofisticato conversare; tanto che si può ipotizzare che Mirchovic de Zar (e non di Zur) abbia ipotizzato, con assoluta certezza, che si dovesse sostituire con essa il cavallo, animale troppo intelligente e quindi del tutto inaffidabile, durante i successivi prevedibili frequenti tentativi di lapidazione.

Basta! Terminadda sia,
abà, cun patzi e amori;
Si lu pobaru autori
At fattu calchi mancantzia,
cumpattiddili l’errantzia,
ch’è tontu già lu sabeddi:
chi diaulu vuleddi?
Lu chi sa più non fatzi:
S’a calcunu non li piatzi
Li dia calchi arrangiadda.
A tzent’anni! E’ terminadda,
riverilla, bona jenti

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Come volevasi dimostrare....


ha usato la medesima fantasia per il suo libro Sardoa Grammata


Valeria

Anonimo ha detto...

Come volevasi dimostrare..........

Le stele tombali di Gigi Sanna

Il Menhir di Piscina ‘e Sali e di Paule Luturru Samugheo

Caratteri gubliti-paleocananeo-nuragico datazione XVI-XV a.c.(??)
E il terzo figlio criptato pag. 239 Sardoa Grammata

Yh.h



http://www.juntadeandalucia.es/averroes/gpba/huelva/visitas/Dolmen%20de%20Soto,%20Trigueros/dolmendesoto.htm

La Sardegna nel mediterraneo tra il bronzo medio e il bronzo recente Edizioni della Torre
pag. 688 interventi alla comunicazione Barcelò sulle statue-steli della Penisola Iberica


Atzeni:


Forse mi è sfuggito , ma nella interessantissima seriazione di statue-steli e di statue-menhir che si propone per la Penisola Iberica, non ho visto inserita la stele o la statua-pilastro del dolmen di Soto di Antequera che pone molti problemi, anche di cronologia.

Barcelò:

Creo che el pilar del dolmen de Soto non pertenece a esta serie. Las estelas antropomorfas ibérica “clàsicas” se datan en el momento de tranciciòn Calcolitico-Edad del Bronce: el pilar del dolmen di Soto se situarla durante el Megalitismo. Se trata, pues, de un nucleo dolmenico del cual hoy en dìa disponemos de informacion: la zona de Los Gabrieles, una com’arca megalitica de Huelva, con una cronologia anterior al Calcolitico. El unico elemento semejante seria la estatua-menhir de Villar del Ala.

Atzeni:

E che datazione avrebbe il dolmen di Soto?


Barcelò

3000-2900 a.c. circa

Atzeni:
Molto interessante, anche perché la proposta cronologica per le statue stele della Francia del Sud Ovest e del Sud Ovest è intorno al 2700 a.c., almeno secondo gli ultimi dati. Quindi è di grande interesse perché anche nel dolmen di Soto ci sono delle rappresentazioni antropomorfiche schematizzate che potrebbero avere degli elementi di richiamo verso le schematizzazioni e le stilizzazioni antropomorfiche dell’area mediterranea e della Sardegna in particolare. Lo schema antropomorfico “ad ancora”, non capovolto, è rappresentato nel dolmen di Soto e c’è anche la stilizzazione di un doppio pugnale, molto curioso, triangolare, che potrebbe essere significativa.

Barcelò


Io credo che potrebbe essere significativa, ma ce n’è un solo esemplare in tutta la Penisola Iberica. Con un solo elemento io credo che non possiamo stabilire delle relazioni culturali così lontane.

Atzeni

Certo, ma è sempre un elemento di richiamo. E’ una proposta.

Valeria

Anonimo ha detto...

Interessantissimo. Lo sarebbe di più se ci dessi istruzioni per l'uso dell'epistolario. A cominciare dagli interlocutori e per finire con che cosa c'entri con la tua premessa.

Anonimo ha detto...

Interessante, vero?
E' uno stralcio dell'intervento di Atzeni Enrico relativo all'intervento di Juan A. Barcelo sulle stele Antropomorfe iberiche.

Sei riuscito a vedere le figure che appaiono in quel sito iberico?

Hai visto il pugnaletto? (Logopittogramma b di Gigi Sanna)

ma scherziamo?

abbiamo finito di prendere in giro?


Stele armate ce ne sono un'infinità :


Valdefuentes e di Verzim di Segura , di Moncorvo solo per rimanere nella penisola iberica..

Yhw?? ma finiamola...

abbiate un pò di rispetto ...almeno per gli scalpellini dato che non l'avete per l'intelligenza altrui.

Valeria

Anonimo ha detto...

http://www.tesisenxarxa.net/TESIS_UAB/AVAILABLE/TDX-0415108-165814//jaba2de7.pdf

buona lettura


Valeria

Anonimo ha detto...

Nel suo sacro furore contro il complotto giudo-pluto-massonico che Valeria vede in questo blog ("abbiate un po' di rispetto", abbiate chi? noi complottardi?) fa straordinarie scoperte: ci sono iscrizioni del 3000-2700 a.C. in un dolmen spagnolo che potrebbero mostrare due pugnali contrapposti, come quelli sardi incisi (sa bistrale o bipenne) su alcune statue menhir. Una prova inoppugnabile che la lettura che Gigi Sanna ne fa è una bufala.
Non avendo sposato Gigi Sanna (e nessun altro gradito ospite di questo blog), attendo con impazienza una prova vera che dice cavolate. Questa di Valeria non lo è.
PS - Ho scritto molte volte che sento un gran fastidio quando ci si rivolge a questo luogo di discussione libera con "voi avete", "voi pensate", etc. Dietro il blog c'è solo una persona: Gianfranco Pintore. Che invita Valeria - ed altri che non resistessero alla tentazione di pensare a combriccole complottarde - ad esimersi dal dire "voi".

Anonimo ha detto...

E invece il lingullista e lo zar...che schifo di blog! Tanto gli archeologi non ti rispondono più ! Saluti Valeria