mercoledì 9 luglio 2008

Oschiri: e se quella faccina fosse di Isabella di Castiglia?

di Mirko Zaru

Ho letto attentamente quanto scritto in questo blog sulla faccina scolpita nella chiesa di Oschiri, rimanendo felice per la traduzione e l’interpretazione data all’unisono dai diversi esperti nel settore. Finalmente tutti d’accordo. Soprattutto, finalmente tutti d’accordo su un’iscrizione mai presa in considerazione prima d’oggi, facilmente tradotta dal sig. Gigi Sanna, al quale và il merito di aver tolto ogni dubbio, portando il sig. Laner ad affermare che “Ora c’è un motivo in più per visitarlo, perché Gigi ha dato voce ad una pietra”.
Il tutto sembra essere avvalorato anche dalla antica località Masala ormai andata nel dimenticatoio collettivo, adiacente alla chiesa di Santo Stefano (che si può facilmente trovare nelle ultime carte IGM a colori). Quindi Donna-i Masala donò nell’Anno del Signore 1492 la sua proprietà per l’edificazione della chiesa, guadagnandosi una iscrizione di ringraziamento con tanto di busto in suo onore.
Il Sanna dice: “Di ragionamento in ragionamento si è appurato che la pietra di S.Stefano non è più un mistero. In essa c’è un’iscrizione (certo assai singolare nei segni e per questo molto ostica) in caratteri tardo medioevali o umanistici che dice che nell’anno del Signore 1492, essendo un certo tale “Maiore” (della villa di Oschiri), una certa pia nobildonna fondò la chiesetta in onore di Santo Stefano. Una cosa semplice, come si vede, anzi semplicissima.

Più semplice di così sicuramente non si può. Ma dove sta scritto che si tratta di DONNA-I MASALA? Soprattutto, si può avere una accurata decifrazione della scritta mostrando i caratteri e la loro traduzione?
Poi Roberto Carta scrive: “Secondo il prof. Sanna il significato dell’iscrizione latina sarebbe che “nell’anno del signore 1492, essendo Allodu maiore (della villa di Oschiri), donna Masala fonda la chiesetta in onore di Santo Stefano”. A parte la prima coincidenza con la scoperta dell’America l’altra ancora più interessante è che uno dei toponomastici della zona circostante la chiesa è proprio Masala, cognome poi persosi durante i secoli e ormai non più presente in senso originario nella comunità oschirese. Sempre di donna Masala è il volto della figura femminile intimamente legato all’architrave come appare nella foto di sotto e non l’Astarte Fenicia come alcuni, secondo Sanna a sproposito, avrebbero asserito”.

Prima si tratta di una certa pia nobildonna poi la donna è sicuramente donna-i Masala. Certamente strano, però, resta il fatto che il trigramma della parte alta dell’iscrizione YHS (vedi disegno) con S rovesciata significa Yesus Hominuai Salvator, solitamente il trigramma in cristiano è scritto IHS con S regolare, con la Y e la S rovesciata veniva usato dai Giudei. Altra cosa particolarmente strana è l’anno 1492 (sicuramente non riferita alla scoperta dell’America) che ha un importantissimo significato per la chiesa del periodo.
Nel 1492 l'Inquisizione spagnola (Castigliano – Aragonese), ritenendo gli ebrei responsabili della sopravvivenza del marrano, propugna una soluzione "radicale" e chiede che tutti gli ebrei che non si vogliono convertire vengano espulsi dal paese. Si parla di "cospirazione marrano-ebraica". In sostanza il fallimento dell'Inquisizione porta i sovrani spagnoli a ordinare agli ebrei di convertirsi entro quattro mesi oppure di lasciare la Spagna, rinunciando ai propri beni.
Quelli emigrati dopo l'editto reale del 1492 furono da 150.000 a 200.000. Quelli rimasti in Spagna, perché disposti a ricevere il battesimo furono circa 50.000. Molti di questi conversos poi si pentirono, tornarono alle pratiche giudaiche e furono duramente perseguitati dall'Inquisizione spagnola (vedi i cosiddetti "statuti di limpieza de sangre"). Lo storico statunitense Edward Peters sostiene che tra il 1550 e il 1800 vennero emesse 3000 sentenze di morte secondo verdetto inquisitoriale. Il 18 giugno del 1492 venne dato ordine di espulsione anche dalla Sicilia e dalla Sardegna (appartenenti alla Spagna).

Sollecitato da Isabella (la stessa fece emanare da Papa Sisto IV in decreto per l’espulsione dei Giudei) e dal marito Ferdinando d’Aragona — che avevano invano promosso una campagna pacifica di persuasione nei confronti dei giudaizzanti — il 1° novembre 1478 Papa Sisto IV (1471-1484) istituisce l’Inquisizione in Castiglia, con giurisdizione soltanto sui cristiani battezzati. Pertanto, nessun ebreo è stato mai condannato perché tale, mentre sono stati condannati quanti si fingevano cattolici per trarne vantaggi. L’Inquisizione, colpendo una percentuale ridotta di conversos e di moriscos, cioè musulmani diventati cristiani solamente per opportunismo, certifica che tutti gli altri erano veri convertiti e che nessuno aveva il diritto di discriminarli o di attaccarli con la violenza. Negli anni che seguono l’istituzione dell’Inquisizione è comunque indispensabile procedere all’allontanamento degli ebrei dalla Castiglia e dall’Aragona. Preoccupati per la crescente infiltrazione dei falsi convertiti nelle alte cariche civili ed ecclesiastiche e dalle gravi tensioni che indeboliscono l’unità del paese, il 31 marzo 1492 Isabella e Ferdinando si vedono costretti a revocare il diritto di soggiorno agli ebrei non convertiti.
I due sovrani, sperando nella conversione della grande maggioranza degli ebrei e nella loro permanenza sul posto, fanno precedere il provvedimento da una grande campagna di evangelizzazione.
La figura sopra l’iscrizione, quindi potrebbe non essere Donna-i Masala, ma Isabella di Castiglia. La stessa infatti fece scolpire iscrizioni in ebraico della legge per allontanare gli ebrei che furono espulsi anche da Cagliari nel 1492 e la sinagoga, che sorgeva nella Giudaria di Castello, venne convertita nella chiesa di Santa Croce.

Da FAMIGLIE CATALANE E SPAGNOLE IN SARDEGNA di Giorgio Serra
Il 14 giugno 1323 la flotta catalano-aragonese approdò in Sardegna per prenderne possesso. L’isola era stata concessa dal papa Bonifacio VIII al re Giacomo II d’Aragona. Questi dovette affrontare una guerra contro la repubblica di Pisa, che si era impadronita di gran parte del territorio. Il principe Alfonso d’Aragona, che guidava la spedizione pose l’assedio a Cagliari e, in contrapposizione alla città fortificata, il “Castello di Cagliari”, edificò una città, denominata Barceloneta, dove si accamparono le sue truppe e che raggiunse i 3.000 abitanti. Fu il primo insediamento catalano in Sardegna. Dopo un lungo assedio i Pisani si arresero e dovettero lasciare il Castello di Cagliari dove si trasferirono i Catalani con le loro famiglie. Cagliari divenne una città catalana. Nel nord della Sardegna i Catalani s’impossessarono di Alghero, espulsero i Sardi che l’abitavano e anch’essa divenne una città catalana.
Per stimolare l’immigrazione in Sardegna furono concesse sia franchigie sia salvacondotti a coloro che avevano commesso dei reati. Si promosse anche la costituzione di colonie di Catalani di religione ebraica esentandoli dalle imposizioni doganali per il commercio. Essi erano mercanti, artigiani, medici, alcuni ottennero alti incarichi e divennero molto ricchi. Si stabilirono nelle città di Cagliari, Sassari, Oristano e Alghero dove avevano un quartiere a loro riservato denominato giuderia.
Nella prima metà del secolo XV, quando Cagliari comprendeva circa 10.000 abitanti, la giuderia raggiunse circa 1.000 unità, ad Alghero 800, a Sassari 300, ancora di meno ad Oristano dove abitavano la strada denominata sa ruga de sos Judeos. Contribuirono al finanziamento della spedizione catalana e alle guerre per la conquista della Sardegna, fecero prestiti all’erario, finanziarono la costruzione di opere difensive come la Torre degli Ebrei ad Alghero.
Gli ebrei rimasero in Sardegna fino al 1492, quando furono espulsi da tutti i territori spagnoli. Alcuni, per rimanere, si convertirono al cristianesimo e diversi, in seguito, ottennero la nobiltà come i Comprat, i Bonfill, i Carcasona, i quali ultimi raggiunsero alte cariche ecclesiastiche.

Rimangono ancora alcuni cognomi di origine ebraica, che subirono delle trasformazioni, come Nathan (divenuti Naitana), Manahem (Manai), Farsìs (Farci)… siamo sicuri che Masala non sia un cognome Ebraico? Cacciata nel 1492 potrebbe aver mai meritato una sua rappresentazione su una chiesa, lei sostenitrice del marrano?. Siamo quindi proprio sicuri che si tratti di SardoLatino? E siamo proprio sicuri che si tratti di Donna-i Masala? Se la deduzione di Donna-i Masala viene dal toponimo sulle carte IGM è da tener presente che le prime furono fatte alla fine del 1800!
Aspettiamo tutti ulteriori delucidazioni dal sig. Gigi Sanna e anche dal Sig. Pittau. Sarò il primo a tornare sui miei passi su questa iscrizione e a dare completamente ragione al Sig. Sanna se cortesemente ci spiegherà la decifrazione passo passo!

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