mercoledì 14 maggio 2008

Autonomia? Una parola protosinaitica, suppongo

Come la volpe considerò non ancora matura l'uva che vanamente cercò di afferrare, allo stesso modo gli aspiranti viceministri e sottosegretari sardi si sono consolati del mancato obiettivo, dicendo che tanto la Sardegna ha dalla sua parte Berlusconi. Qualcuno, più sfacciato degli altri (forse anche perché l'incarico l'ha ottenuto), conclude con una mezza banalità e un mezzo travisamento: Al governo non si rappresenta una regione. Chissà se dietro questa frase di Giuseppe Cossiga si cela una nuova idea di federalismo e, soprattutto, la negazione per la Sardegna degli stessi diritti, rivendicati e incassati, dalla Lega?
Il problema, invece, c'è e la decisione presa da Berlusconi è diretta conseguenza della scarsa autonomia messa in atto dal Pdl in Sardegna. Questo partito, insieme ai Riformatori sardi, all'Udc e al Partito socialista, si è fatto garante di una proposta di nuovo Statuto speciale (Sa Carta de Logu de Sardigna) che punta all'autogoverno nazionale e dunque a una fortissima autonomia. Ma nel mentre rivendica autonomia dalla Repubblica e si pone concretamente come ente equiordinato allo Stato, non riesce a resistere l'imposizione di due deputati che con la Sardegna hanno nessun rapporto. Ciò che, di fatto, porta i parlamentari sardi da 18 a 16. Alla Camera - direbbe Cossiga - non si rappresenta una regione. Ma al Senato sì.
La domanda è: come si può pensare di essere autonomi nella Repubblica, se non lo si riesce ad essere in un partito?
La ripetizione dell'errore, comunque, continua: nelle dichiarazioni successive alla privazione di rappresentanza governativa alla Sardegna, non troverete un solo accenno al nuovo Statuto né all'autonomia. Tutto o quasi è all'insegna di rivendicazioni economiciste: dalla continuità territoriale, al riconoscimento dell'insularità, alle opere pubbliche. Tutte cose che, se e quando si realizzeranno, saranno frutto di concessioni, non di poteri e competenze autonome. Uno Stato, soprattutto se unitario o al massimo regionalista come l'italiano, tende per forza di cose a guardare con sospetto alle autonomie: più crescono queste meno poteri ha esso. Figurarsi che pacchia, se i soggetti che dovrebbero essere autonomi non riescono ad esercitare la loro autonomia. La Lega e il Movimento per l'autonomia, insomma, non hanno insegnato nulla?

PS - Il rispetto a chi ha perso è dovuto. Ma, di fronte alle dichiarazioni di Giulio Calvisi, un millu su boe chi narat corrudu a s'àinu è altrettanto dovuto. Il deputato Pd accusa di colonialismo Berlusconi perché ha imposto candidati non sardi al Pdl. E Veltroni, che ha imposto l'anconetana Sbarbati al Pd della Sardegna, che cosa è: un paladino dell'autonomia sarda?

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