domenica 11 dicembre 2011

Vestali della Costituzione col mal di pancia

Avrete notato, credo, come certe vestali della Costituzione italiana siano oggi indignate contro chi sta a mandando in malora i loro desideri stereotipati: l'abolizione delle province e il taglio degli stipendi ai parlamentari in primo luogo. Il dramma per loro è che gli avversari agitano proprio la Costituzione per rendere in breve tempo impossibile la realizzazione dell'aspirazione. Che, sia detto per inciso, è anche la mia.
È capitato che il governo dei professori, fra un colpo ai pensionati e un altro ai proprietari di una casa, si sono avventurati, dopo aver giurato sulla Costituzione, sul cammino periglioso dello stravolgimento della Carta. Chi, come me, ha sempre ritenuto questa come altre costituzioni uno strumento e non un totem da adorare, e per questo modificabile in tutte le sue parti, non avrebbe nulla da obbiettare. Purché si migliori la convivenza fra i cittadini – e soprattutto fra i popoli – va bene modificare.
Gran parte delle vestali sono, dicevo, indignate perché il disegno di Monti di abolire sostanzialmente le province si è scontrato con norme costituzionali e perché stessa sorte ha avuto la pretesa del governo di decidere una cosa che, per Costituzione, spetta al Parlamento fare. Leggo articoli di queste vestali il cui succo è: “Come si può pensare che i parlamentari decidano spontaneamente di tagliarsi lo stipendio?”. Già, non è credibile, forse non è neppure possibile.
Ebbene? La Costituzione non va bene (forse non va bene neppure Montesquieu, con la sua storia della divisione dei poteri, come alcuni pubblici ministeri hanno mostrato di credere)? La si cambi. Ma non è che, ora, la si cambia solo nelle parti che convengono ai media che hanno abbondantemente rotto con la loro crociata anti-casta? Si aboliscono le province? Benissimo, purché nella riforma costituzionale che le riguarda non ci si dimentichi di abolire le prefetture che sono collegate alle province. Si diminuiscono i parlamentari? Benissimo, nuovamente. Ma nella riforma costituzionale che riguarda questo aspetto, non è che ci si dimentica di cambiare con la stessa radicalità la Costituzione in senso federale o confederale?

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