di Mario Carboni
Valutazioni de Su Comitadu pro sa limba sarda sulla Conferenza regionale della lingua sarda di Alghero 9-10-11 Dicembre 2011. Alcune valutazioni sono positive, altre negative, sopratutto sul ruolo dell'Università di Sassari e su alcuni aspetti del Piano di Scuola digitale.
Della conferenza annuale regionale sulla lingua sarda che si è svolta ad Alghero il 9/10/11 di Dicembre Su comitadu pro sa limba sarda ha valutato positivamente l'insieme delle diverse sessioni dei lavori ed in particolare la prima giornata di venerdì 9 per la scelta dell'Assessore Milia di dedicarla alla musica nazionale sarda ed alla poesia, di tradizione e moderna, come veicolo di vitalità della lingua sarda e delle lingue alloglotte.
In particolare oltre alle esibizioni e dichiarazioni di alta qualità degli artisti invitati ad esprimere le loro posizioni sulla lingua sarda, Su comitadu pro sa limba sarda ha recepito il nuovo corso rappresentato dall'associazionismo dei gruppi a tenore, di poeti sardi e musicisti di tradizione e la loro volontà di partecipare al Movimento linguistico generale come portatori di interessi e come proponenti di politiche linguistiche che, partendo da loro esperienze ed esigenze, tendono a far entrare assieme alla lingua sarda e le alloglotte anche la musica, la danza e la poesia nelle scuole sarde, affinchè i giovani sardi possano rafforzare e recuperrare la loro identità nazionale e cultura.
Durante la seduta mattutina di sabato 10 dicembre rispetto alle relazioni del Prof. Tagliagande sulla Scuola digitale e del Prof. Carlo Schirru, in rappresentanza del Comitato linguistico dell'Università di Sassari, entrambe molto attese dal folto pubblico convenuto da tutta la Sardegna, si sono registrate differenti reazioni nella forma e nei contenuti.
Per quanto riguarda il progetto Scuola digitale i partecipanti del movimento linguistico hanno espresso attenzione e fiducia riguardo alle assicurazione dell'Assessore Milia sulla sua volontà di comunque adattare e arricchire di contenuti sulla lingua e cultura sarda un progetto ereditato dai suoi predecessori, rimarcando comunque l'assenza della problematica della lingua sarda nei documenti originari del progetto Scuola digitale che prevedono solo un bilinguismo italiano.inglese, escludendo il sardo e le lingue alloglotte..
In assenza nella relazione del Prof.Tagliagambe di una informazione sul Budget operativo del progetto Scuola digitale, è sembrata ben poca cosa l'informazione sull'allocazione di soli circa 1 milione e mezzo di euro per la lingua sarda rispetto ai ben 120 milioni di euro del progetto totale, che è parsa essere stata inserita solo dopo le richieste in tal senso dell'Assessore Milia.
Grande preoccupazione desta il pericolo che il progertto scuola digitale possa fare la fine del Progetto Marte che a oggi, dopo rilevantissime spese, vede molte scuole sarde con i macchinari acquistati accatastati in depositi o aule senza poter essere utilizzati e un suo sostanziale fallimento.
Solo una immediata revisione del progetto che tenga conto esplicitamente nelle sue linee guida del fatto che si realizzerà in una società composta da una minoranza linguistica storica e non in un qualsiasi punto della penisola italiana e che quindi la sua attuazione dovrebbe tener conto organicamente di un trilinguismo italiano-inglese-sardo e alloglotte, negli insegnamenti, materiali , programmi e sussidi didattici o in alternativa con la redazione di un addendum progettuale pensato partendo dalla lingua sarda e dalle alloglotte, potrebbe scongiurare un fallimento del progetto e la spendita di ingentissime somme senza proporzionati risultati per la lingua sarda e il suo inserimento nelle scuole.
Forti contestazioni, con rumori, dichiarazioni e anche fischi hanno accolto invece la relazione del Prof. Schirru quando ha illustrato le linee portanti del progetto FILS di corsi per docenti in lingua sarda nelle scuole del progetto dell'Università di Sassari che ancora però non si conosce nelle sue articolazioni operative e budgettarie.
Mentre il pubblico si aspettava una relazione che potesse risolvere le polemiche e discussioni nate dalla nota dichiarata volontà dell'Università di Sassari di non rispettare le indicazioni del Piano triennale 2008-2010, con la attesa ed esplicita accettazione delle linee del Piano triennale sulla lingua sarda che vincolano il rilevante finanziamento pubblico all'insegnamento della lingua e nella lingua sarda almeno nel 50% delle lezioni dirette e curricolari e del 50% sempre in lingua sarda o alloglotta nei successivi laboratori, il Prof.Schirru ha ripetuto, non nella forma ma nella sostanza con protervia ed arroganza la contestata posizione dell'UNISS di relegare la lingua sarda solo nei laboratori e nella subalternità.
Anche il successivo intervento del Rettore Prof. Mastino non ha chiarito la situazione perchè a fronte di dichiarazioni formalmente esposte come apertura e dialogo corrispondevano contenuti di sostegno ad un progetto inaccettabile che esclude l'insegnamento delle materie " importanti e curricolari" in lingua sarda e alloglotta, il rifiuto di impiegare il metodo CLIL con l'esclusivo utilizzo dell'italiana nei corsi di formazione.
Anche la previsione di realizzazione di un master di secondo livello è apparsa incongrua col mandato regionale e col piano triennale e fortemente contestabili su diversi piani.
Anche la relazione del Prof. Mastino è stata quindi contestata con forza dall'assemblea dei partecipanti che hanno così espresso tutto il loro disappunto e contrarietà per un atteggiamento apparso elitario e baronale con forti venature antisarde e concreto disprezzo degli operatori linguistici, studiosi e docenti non appartenenti alla casta universitaria sassarese..
Su Comitadu pro sa limba sarda valuta quindi negativamente le dichiarazioni dell'Università di Sassari e sopratutto l'impianto ideologista delle premesse, improprio per una Università, che considera la lingua sarda e le alloglotte comunque subalterne alla lingua italiana e in contraddizione con la linea portante del Movimento linguistico, della politica linguistica della RAS, delle indicazioni dell'Assessore Milia, tendenti nel tempo al bilinguismo perfetto e alla coufficialità e alla normalità della lingua sarda in ogni manifestazione della vita sociale sarda.
Le dichiarazione del Prof.Schirru, illustranti le linee del progetto dell'Università di Sassari sono apparse in fortissima contradizione anche con le più aperte e ampie dichiaraziioni del Rettore Prof.Mastino quando ha inserito la questione della lingua sarda e delle alloglotte nella più complessa questione della sovranità della Sardegna.
Su Comitadu, in sintonia con l'Assemblea dei partecipanti giudica anche molto negativamente, come offensiva per i partecipanti e l'Istituzione organizzatrice, che la delegazione dell'Università di Sassari se ne sia andata dopo aver dichiarato le proprie intenzioni senza degnarsi di presenziare alla giornata dei lavori e ascoltare le ragioni e le valutazioni espresse dal dibattito al quale hanno successivamente partecipato decine di intervenuti alla Conferenza, ed eventualmente dare spiegazioni o replicare a domande o critiche.
Anche l'assenza del Rettore dell'Università di Cagliari , prevista nel programma o di suoi delegati in eventuale sostituzione, è stata valutata molto negativamente perchè non solo la Conferenza programmaticamente doveva affrontare la questione del progetto FILS di Sassari in grave ritardo d'attuazione ma anche valutare le informazioni sul progetto FILS dell'Università di Cagliari in corso di attuazione.
Su Comitadu pro sa limba sarda ha valutato molto positiva la giornata di domenica 10 dedicata alla disciussione,valutazioni, scambi d'informazioni e proposte che ha visto protagonista il Movimento linguistico sardo, registrando una grande affluenza di operatori, studiosi e docenti convenuti da tutta la Sardegna e che hanno discusso con innumerevoli interventi con l'uso quasi totale del sardo , del catalano, tabarchino e,sassarese e gallurese.
Sempre molto positivo è stato il risultato della discussione come sintetizzato in un documento finale votato al termine della giornata dei lavori e indirizzato all'Assessore Milia e ai decisori di politica linguistica della Regione Sardegna.
La Conferenza si è conclusa nella mattinata di Domenica 11 Dicembre con il proseguo del dibattito e con la decisione di realizzare una giornata di presenza organizzata e propositiva per sollecitare il Consiglio regionale ad una maggiore attenzione verso la lingua sarda e sopratutto un aumento di risorse ad essa dedicate.
Su Comitadu pro sa limba sarda ha valuta positivamente assieme alla serietà, professionalità e all'entusisasmo dei partecipanti,la capacità organizzativa e la scelta del taglio innovativo dato alla Conferenza da parrte dell'Assessorato e dell'Ufficio regionale della lingua sarda , l'impegno profuso dai suoi dirigenti ed operatori, confidando ancora nella linea espressa dall'Assessore Milia di rispetto delle indicazioni del Piano triennale e dell'adeguamento alle esigenze della lingua sarda nel progetto di scuola digitale, non può in presenza delle posizioni non condivisibili e di rottura espresse dall'Università di Sassari non considerarsi in stato di agitazione in sintonia col Movimento linguistico sardo e di conseguenza opererà in tutte le maniere culturali, politiche e di legge per evitare in qualunque forma il declassamento della lingua sarda e il pericolo di un eventuale spreco o impiego difforme dalle indicazioni e del lecito di ingenti risorse finanziarie pubbliche ad essa destinate.
2 commenti:
Non ero presente alla Conferenza della lingua sarda di Alghero e ritengo ben congrue le valutazioni che Carboni ne ha fatto a nome del Comitadu.
Leggendo fra le righe però, non sono riuscito ad allontanare dalla mente che più che una conferenza sia stato un congresso di partito o di sindacato, forte di una maggioranza acquisita che batosta una minoranza inopportuna (l'Università di Sassari), minaccia chi non è allineato e coperto (l'Università di Cagliari), vota O.d.G. e risoluzioni uscite dal dibattito, anche prima che il dibattito abbia avuto termine.
Manca, è vero, un minimo accenno all'assenza degli "avversari" (della LSC?), potendo ciò significare che non si è verificata alcuna esclusione o non se ne vuole parlare.
Voglio esprimere la mia genuina perplessità su come, nel pomeriggio del 10, ben 55 "testimoni" siano riusciti a giurare sulla Carta de Logu e testimoniare, sempre che non l'abbiano fatto con semplici SMS, ancorché incombeva l'approvazione di quel documento che Gianfranco ci ha fatto conoscere per tempo.
Voglio sperare che io sia l'unico sardo a provare questa sorta di disillusione verso vecchi riti propri della politica che, tra l'indifferenza dei più, alimentano la nascita (o il consolidamento) di una "casta" di buoni sardi che dalla lingua sarda traggono beneficio.
Che l'indifferenza sia grande la si nota nell'esiguo numero di commenti in questo stesso blog quando va di scena la lingua sarda, mentre si trasuda sardismo in tutti i restanti argomenti.
Mi consola il fatto che io non capisco molto di politica linguistica e, dunque, prendo una cantonata ogni volta che allungo un passo, in qualsiasi direzione mi muova.
Io mi sono preso la macchina e ci sono andato ad Alghero il giorno che hanno parlato quelli dell'università di Sassari. Con Carboni abbiamo visto un altro film. Lui dice "folto pubblico convenuto da tutta la Sardegna": ma candu mai! C'erano sì e no 50 persone, sempre le stesse. Di questa conferenza sui giornali e su internet fino a pochi giorni prima non si sapeva una mazza, lo sapevano solo quelli che lo dovevano sapere con sms ecc Si fa così quando si vuole che ci vada la "cittadinanza"? O si fa così con le riunioni di partito?
Quelli dell'università di Sassari: hanno iniziato a murrungiai quanto il prof Schirru ha detto che la regione gli fa fare i corsi. Il ragionamento era del tipo: la regione dice che va bene, dunque siamo in regola, non ce lo devono dire altri. Anche il rettore di Sassari è stato contestato: diceva che nessuno può decidere chi è un vero sardo e chi no, che bisogna essere tolleranti, che l'università sua vuole essere giudicata per quello che farà. A me è sembrato che non è andato lì a brigai, ma lo hanno fatto incazzare e si è difeso bene. Se li fischi e li interrompi quando parlano il minimo è che poi se ne vanno. A me mi sembra che non piaciono a quelli del comitau perché dicono cose diverse da quelle che dicono loro e il giocattolino si sta rompendo, o no? Mi pare che Carboni nei suoi comunicati di un anno fa guardi a vedere se diceva sempre "lingua sarda e alloglotte" o solo "lingua sarda". Ma come che hanno scoperto che ci sono anche i tabarkini ecc.?
Ma chi rappresentano questi signori del comitau? Quanti sono? E politicamente, quando ci sono le elezioni quanto prendono? E perché queste benedette conferenze della lingua sarda non si fanno una volta a Casteddu, si informa bene bene la gente da un mese prima,, anziché fare cosa di carbonari dove se non sei d'accordo ti impallinano? Boh
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