In sé non c'è alcuna straordinarietà nel trasferimento del camorrista Antonio Iovine nel carcere nuorese di Badecarros. Né se fosse frutto, come credo, di una decisione di qualche alto burocrate né, e non lo credo, se la decisione fosse dettata dalla volontà, tutta politica, del ministro della Giustizia, Alfano. Un burocrate non ha preoccupazioni di opportunità politica, figurarsi se si pone problemi di ordine culturale. Un ministro della Repubblica sa che spetta allo Stato amministrare la giustizia, che la Regione non ha alcun potere in merito e, se davvero la pensata è stata di Alfano, tutto è in regola con Costituzione e Statuto vigenti.
È curioso assistere alla levata di scudi, oggi, dei partiti italiani che si mettono gli abiti di vestali della Costituzione ad ogni stormir di fronda riformista e che se la prendono con chi ha esercitato i poteri e le competenze affidate loro proprio da quella Costituzione che vorrebbero immutata, se non in piccoli dettagli. Il 18 di questo mese, il Consiglio regionale ha avuto una occasione importante per esprimere con un voto un sentimento di indipendenza. Non si è trattato di dichiarare l'indipendenza della Sardegna, ma di interpretare in un ordine del giorno una volontà che si va sempre di più diffondendo: non va più bene il patto costituzionale stipulato più di sessanta anni fa. Si trattava, insomma, di rafforzare quel che il Parlamento sardo aveva già fatto con la “dichiarazione unilaterale di sovranità” del febbraio 1998.
Ebbene quell'ordine del giorno è stato bocciato da tutta la sinistra (compresa, valla a capire, la consigliera indipendentista dei Rossomori) salvo un consigliere del Pd; ha ricevuto il voto favorevole dei sardisti e di cinque consiglieri del centrodestra, più l'astensione di altri tredici deputati regionali della stessa parte. Capisco le titubanze possibili di fronte alla proclamazione formale e unilaterale dell'indipendenza sarda, ma un segnale, espresso con un ordine del giorno mica con una legge, proprio no? Proprio non era possibile? E allora, signore vestali di centrosinistra e di centrodestra (hanno votato insieme alla sinistra – 16 i suoi no – 12 consiglieri di centrodestra) di che cosa vi lamentate? Che lo Stato italiano e i suoi amministratori pro tempore esercitino le loro prerogative?
PS – A scanso di equivoci, la carcerazione a Nuoro di Antonio Iovine è più di un atto politicamente ignobile, è culturalmente aberrante. Esportare mafiosi e camorristi in una terra che è estranea alle mafie dà un brutto segnale di come lo Stato ponga in conto la possibilità di contagio.
18 commenti:
spero che non avvenga. la cosa mi farebbe schifo
Io penso invece che il contagio sia già avvenuto, da parecchio tempo. Numerosi segnali, anche se piccoli, mi fanno pensare che la criminalità organizzata, sul tipo di quelle attive in Terramanna, é già presente anche fra noi. Spero di sbagliarmi.
Maimo'
non bisogna confondere i segnali che pure esistono con un clima mafioso o camorrista. Gli anticorpi, come dicono criminologi e esperti, sono ben radicati. Certo, se è lo Stato a cercar di debellarli...
Le mie sono solo impressioni, oviamente. Eppure, le intimidazioni ai Comuni (non tutte, ovviamente), i tentativi di imporre il racket, certi strani e misteriosi omicidi, danno molto da pensare, quasi che si stia formando una piccola mafia indigena. Persino le aggressioni ai cacciatori danno da pensare. Sembrano archittetate più per impadronirsi del controllo del territorio piuttosto che per procurarsi armi.
Purtroppo io non credo affatto che i Sardi possiedano gli anticorpi adatti. Siccome, la nostra società non é mai venuta a contatto con questo tipo di malattia, si trova completamente priva di difese. A nulla servono in una eventualità del genere i comportamenti individuali. Ci vorrebbe una risposta corale, ma noi siamo la patria del Chentu concas chentu berritas. Figuriamoci
@ Maimone:
a quali omicidi si riferisce in particolare? sarei curioso.
L'antropologica incompatibilità sarda verso le mafie consisteva, se non erro, nell'aderirvi e soprattutto nel crearne una ex-novo.
Non, purtroppo, nell'eventualità e possibilità d'esser vinti e sottomessi da essa. Anzi, come si è giustamente detto, i sardi possono essere piegati da queste organizzazioni proprio perchè non ne abbiamo gli anticorpi, come l'associazionismo antimafioso.
In ogni caso, si tratta di considerazioni "antropologiche" che lasciano il tempo che trovano.
La mafia è sempre preceduta dai suoi investimenti, e in Sardegna, soprattutto nel cemento e nel settore turistico c'è da investire e da far soldi. Qualcosa i picciotti, qui, avran gia fatto. Se poi li si manda a soggiornare per svariati anni nelle carceri sarde,è impensabile che il boss non tenti di comunicare e quindi, darsi da fare in corruttele per avere di nuovo un canale di comunicazioni per i suoi affari. Ecco quindi che vengono chiamati, i parebnti, gli amici che creeranno le condizioni necessarie affinchè il Boss (e soprattutto il suo impero) non sia lasciato al suo destino.
A questo punto mi chiedo perchè mai lo Stato abbia chiuso quelle carceri, che come l'Asinara, garantivano il massimo di isolamento per il condannato e la minima possibilità che il germe malavitoso si dffondesse nelle zone limitrofe per via del codazzo che questi personaggi si portano sempre dietro.
Questa sinistra sempre meno la capisco,forse è per questo che,nonostante il povero Silvio perde sempre più consensi,la sinistra ne perde ancora di più.Che strano paese è il nostro!E veniamo ad Angiolino Alfano:ma credete davvero voi che lui,superdipendente di Silvio,combatta la mafia?Lo afferma ma non lo fa e la dimostrazione è proprio nel fatto che si mandi un mafioso a Badecarros.Come mai,davvero,l'Asinara è stata chiusa e non si mandano i mafiosi lì.Chiudo qui per non fare altre polemiche.Maroni si offende per le affermazioni di Saviano,che non ha detto che i leghisti sono mafiosi,ha detto che la Mafia interloquisce con il potere politico in lombardia e,quarda caso in Lombardia c'è la Lega.Anche in Germania c'è la mafia ma la Merker(non so se ho scritto bene)non si offende mica!Lasciamo la mafia lontano dalla nostra terra per piacere,signori politici.
@ Dedalonur
francamente non ho memoria per queste cose e dovrei andare a frugare nelle vecchie cronache. D'acchito, le uniche cose che mi vengono in mente sono certi omicidi avvenuti in Ogliastra e un omicidio avvenuto in una piazzola della Carlo Felice. Ora non ricordo se si trattasse di un avvocato o di un procuratore legale. L'omicidio é subito finito nel dimenticatoio più assoluto.
Una certa letteratura mediatica e da bar dello sport ci ha abituati a pensare alla mafia come iperbole. "Questi amministratori sono mafiosi", "qui è tutto una mafia" e così via dicendo e comprendendovi assurdità come mafia russa o montenegrina o anche cinese.
Se tutto è mafia, nulla è mafia. La mafia è una cosa molto precisa ed è innanzitutto un contropotere dello Stato. In Sardegna si possono verificare episodi di tipo mafioso (come il racket, l'avvertimento, etc), ma intanto questa criminalità non è organizzata (ricordate le bestialità mediatiche sulla "Anonima sequestri?" e, soprattutto, non ha progetti politici di costituzione di contropotere. Sono semplificazioni da titolo di giornale.
Questo fino ad oggi. Non è detto che la mafia o la camorra non facciano affari in Sardegna, così come li fanno in Germania o nel Nord Italia. E' detto, invece, che la mafia in Sardegna non ha attecchito e che qui, per ora, esistono anticorpi resistenti.
@ ZFP
il tuo ragionamento é condivisibile, ma fino a un certo punto. Tu dici che la mafia ha un progetto politico di contropotere. E' vero, ma stai fotografando la situazione attuale, che é una situazione di arrivo. Bisogna ricordare che quando la mafia é nata era costituita da malavitosi al servizio di qualche pezzo grosso e serviva per intimidire i contadini. L'origine della mafia era rurale. Solo in seguito, resasi autonoma, si é allargata alle città, e in un momento ancora successivo é diventata un contropotere politico. Insomma, ogni fase ha i suoi tempi di gestazione. Io potrei pensare che siamo ancora ai primi vagiti, ma intimamente spero che abbia ragione tu.
Credo proprio che l'analisi fatta da GFP sulla mafia,che,per ora,non è presente in Sardegna è molto giusta e penso anche,fiduciosamente,che non attecchirà."Chentos concas ,chentos berrittas"come asserì,una volta il signor Pilloni,definendo noi sardi,dubito che la mafia possa prendere spazio nella nostra terra e sopratutto nella nostra mente.
trovo molto pericolosa l'idea che in Sardegna la mafia non possa attecchire perchè siamo sardi p
è il modo migliore per sottovlutare la mafia e sopravalutare le difese che possiamo opporre ad essa.
inoltre deresponsabilizza un po tutti: siamo sardi, qualsiasi cosa succeda o facciamo ne saremo immuni.
al Nord, mipare si facesse lo stesso discorso: è un vizio atavico del sud e nel sud rimarrà: noi siamo diversi.
non è adata così. L'unico anticorpo serio che ci salva è la depressione economica in cui costantemente si trova la sardegna in generale. ma certe aree(come per esempio Olbia, Cagliari) possono essere tutt'altro che rassicuranti sotto questo profilo
Ha ragione anche lei signor Dedalonur ma,riguardo al Nord si parlava di infiltrazione della mafia con i politici non con i cittadini.La mafia ha bisogno di regioni ricche non di regioni povere,allora restiamo poveri in Sardegna,diciamo anche ai pastori di non protestare più per i pochi soldi che danno loro per la vendita del latte,vero?
A mio modesto parere, per attecchire la mafia ha bisogno di aree povere, particolarmente depresse e spopolate, dove è più facile imporre il proprio volere manifestando appieno il suo ruolo di contropotere. Ricordiamoci che le organizzazioni malavitose di cui si parla sono tipiche della Sicilia, della Calabria, della Campania e della Puglia. Mica della Lombardia. E da questo punto di vista lo spopolamento delle aree interne lo vedo particolarmente favorevole alla nascita di organizzazioni malavitose. Diverso é il caso delle infiltrazioni nelle aree ricche. In queste aree si cerca di investire i loro sporchi proventi senza dare nell'occhio, ma non si ha alcuna intenzione di imporre il loro contropotere.
@ DedaloNur
Più che pericolosa, quell'idea sarebbe da imbecilli. Ma non mi pare che qualcuno l'abbia avanzata, almeno qui. Quanto a me, ripeto: attenzione a definire mafia forme di criminalità diverse da essa. La semplificazioni non aiutano neppure a capire
campania, sicilia e puglia sono tutt'altro che spopolate... anzi è vero il contrario.
la mafia storicamente non ha attecchito in sardegna perchè sussitevano differenti presupposti rispetto al sud... noi non siamo "sud" e anche da questo si evince !
Giuseppe
Effettivamente l'idea della scarsa popolazione non è corretta. Forse é il caso di dire che attechisce nelle aree dove vi è forte disoccupazione o disagio sociale in genere.Penso ai siciliani d'America che hanno riprodotto in loco la mafia, all'epoca del proibizionismo.
"Mafiosu" in bidda bi lu mutian a sos pazeris, a sos chi si bestian cun elegantzia. Mi auguro chi su significcu arreet su matessi de tando. Ma so meda dudosu chi sa Sardinna potat pro semper arreare innida. Sa mafia fachet cuile inu b'at dinare e si non s'et raicrinada penso chi nos apat favoridu su trasferimentu de su G8 dae Sa Madalena a L'Aquila. Solu in cue sa mafia podiat acatare su ledamine onu pro crescher e s'ispargher.
Fintzas in bidda mea "mafiosu" iuchet cussu sugnificadu. Fortzis lu iuchiat giai in Sitzilia cando sa mafia est naschida. Sos mafiosos, difatis, si faghian notare pro s'elegantia de sos bestires, mancari "ufficialmente" poberos e chena peruna ocupatzione. Puru deo la penso gai: arguai a nos creder immunes. Sa mafia podet poner raighina in tottue.
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