di Massimo Pittau
Caro Gianfranco,
l’invocare una commissione interdisciplinare per la tavoletta di Tzricottu non ha alcuna ragione, dato che il problema non è affatto «archeologico», ma è solo ed esclusivamente «linguistico». Infatti, quand’anche l’archeologia dimostrasse che la tavoletta risale veramente all’epoca nuragica e non a quella bizantina, rimarrebbe intatto il problema linguistico di fondo, che consiste in queste sostanziali domande, alle quali vedi di dare una risposta finalmente tu, visto che chi di dovere non l’ha mai data:
1) È verosimile che uno scrivano nuragico scrivesse un suo messaggio facendo contemporaneamente uso di tutti i seguenti segni e alfabeti: “logogrammi”, “logopittogrammi”, “segni alfabetici protosinaitici, protocananei, gublitici, fenici arcaici e ugaritici”?
2) È possibile che questo insieme di segni pittorici e alfabetici entrasse nello spazio di pochi centimetri quadrati di superficie della tavoletta?
3) Che cosa c’è di “nuragico” nell’insieme di questi segni e disegni o almeno in qualcuno di essi?
4) Quale è l’esatto “significato linguistico” di quel supposto messaggio. In altri termini, che cosa esattamente esso dice a noi ascoltatori odierni?
Tutte le altre questioni non servono ad altro che a dirottare l’attenzione e a far perdere tempo.
Caro Massimo,
ti rispondo, come sempre con piacere, naturalmente in base alla logica applicata a qualche mia conoscenza spero non banale. Sulla commissione interdisciplinare (ma non ti preoccupare, figurati se ci sarà mai) la penso diversamente da te: metti che l'analisi chimico-fisica prospettata dall'allora soprintendente Giovanni Azzena dimostri che quella minuscola tavoletta è, diciamo alla grossa, del Medioevo e mettiamo sempre che quei segni (chiamali come vuoi) siano qualcosa di prima di Cristo; oppure, facciamo il caso contrario, dimostri che si tratta di un reperto longobardo fatto in bronzo qualche secolo avanti Cristo. Uno studio interdisciplinare sarebbe comodo e opportuno, o no?
Alla tua prima domanda potrei rispondere con una provocatoria controdomanda: “E' verosimile che il calabrone voli?”. Più seriamente, direi di sì, se si deve dare retta a chi ha esposto a Stoccarda, fra l'altro, “73 tavolette in cuneiforme incise in una lingua mista. Sì mista, non tradotta, con termini da tre lingue: sumerico, accadico, hurrita”.
Ma, tu chiedi, è possibile che tutto quel ben di Dio stia in pochi centrimenti quadrati? Intanto ci sta, qualche che sia il significato delle decine di segni, il che vuol dire che è possibile: tutto il reale è anche possibile. Ma ti rimando al post di Atropa“reduce dalla splendida, incredibile mostra su Qatna, a Stoccarda” nella quale, oltre alle 73 tavolette sono esposti “sigilli microscopici incisi mirabilmente (per farli vedere a noi hanno messo delle lenti)”. E poiché, secondo Sanna, quello di Tzricotu è un sigillo, non è nelle sue dimensioni la difficoltà di concentrare segni. Per inciso, ho pregato Aba di raccontare più distesamente la sua visita al Museo di Stoccarda.
Chiedi ancora che cosa c'è di nuragico nell'insieme di “questi segni e disegni”? E lo chiedi proprio tu che affermi come i nuragici scrivessero utilizzando il fenicio e il latino? Che cosa c'è di nuragico nella scritta, per te greca, del nuraghe Rampinu di Orosei? Quanto all'ultima domanda, io so che cosa, secondo Gigi Sanna, il messaggio sulla tavoletta dice a noi moderni, ma non voglio toglierti il gusto di leggerlo in prima persona. Se non altro per condividere con un amico la fatica che ho fatto io.
21 commenti:
Io non sono stato alla mostra di cui ci ha postato la Dot, Aba Losi, ma con Gigi Sanna siamo stati al museo del Louvre. Per una intera giornata abbiamo visionato solo l'esposizione riguardante il medio oriente antico e mi hanno permesso di filmare e fotografare di tutto. (la contrario dei musei in Italia)Stia pur tranquillo caro P. Pittau, che reperti di tutte le più svariate forme e dimensioni,molti dei quali veramente minuscoli contengono un'infinità di segni e scritture di tutti i tipi.Si capisce anche il mettodo con il quale riuscivano ad inciderli,dimostrando e convalidando Tzricotu. Ma che razza di domanda fa?.. cosa esattamente esso dice a noi ascoltatori odierni? A noi ODIERNI non doveva dirci proprio niente.Si legga, per bene, Sardoa Grammata. Dica Lei piuttosto dica da dove fa pervenire il sufisso ake o aghe per nurache o nuraghe.
cordialmente G. Cannas.
Ho riflettuto un po' sulla questione della "scrittura nuragica", ma mi pare che sinora si sia sbagliato l'approccio. E provo a spiegarmi.
Il professor Sanna produce una tesi che ha l'ambizione di cambiare radicalmente il quadro del noto in Sardegna, addirittura di spostare la linea fra la preistoria (o protostoria) e la storia. Benissimo: per fortuna succede di continuo, in vari campi dello scibile, qualche volta plausibilmente, qualche volta no.
Lo studioso in questione, a questo punto, ha un compito solo: provare a convincere gli addetti ai lavori, quelli che soli possono dare un giudizio davvero fondato sulle sue teorie, della bontà di queste teorie.
Insomma, quello che voglio dire è che lo studioso che vuole stravolgere le tesi imperanti ad avere l'onere della prova.
Qui, mi pare, si fa il contrario: grava sugli altri - in un blog! - l'onere di dimostrare che le tesi dello studioso sono infondate (altrimenti sono fondate!). Mi pare profondamente sbagliato e molto, molto comodo.
Oggi, a un qualunque studioso che scriva uno studio, per essere preso sul serio dalla gente COMUNE dovrebbe essere chiesto:
1) le tue pubblicazioni dove sono apparse? Dietro di te c'è un editore scientifico vero o no?
2) chi ti ha recensito e dove e in che modo?
3) chi ti cita e dove e in che modo?
Insomma, che impatto hanno avuto le tue tesi sul dibattito scientifico nazionale e internazionale?
Questo è il punto vero. Il nostro studioso ha tutto il diritto di esprimere le proprie tesi, ci mancherebbe altro: noi - che tutt'al più abbiamo competenza su singoli aspetti di ciò che viene chiamato in causa - abbiamo tutto il diritto di chiedere le garanzie di cui dicevo sopra.
Ho visto che qualche volta il professor Sanna ha citato qualche nome illustre: ci dia gli ESTREMI BIBLIOGRAFICI degli scritti in cui questi studiosi di chiara fama e di competenza riconosciuta nel settore si sono pronunciati a favore dei suoi scritti. Il fatto di essere stato ascoltato in qualche sede più o meno prestigiosa, più o meno idonea, ha un valore relativo: ciò che conta sono gli scritti, perché la scienza si mette per iscritto.
A me pare poi, tanto per essere chiari, che la ricercatrice di fisica applicata Aba Losi abbia anch'essa tutto il diritto di esprimere le proprie valutazioni a sostegno del prof. Sanna (anche qui: ci mancherebbe altro!): se però desidera che queste valutazioni siano qualcosa di più del parere di una ricercatrice di fisica che come passatempo si diletta di scritture antiche, sottoponga pure lei le proprie riflessioni, sotto forma di recensione o altro, a qualche rivista specializzata, o chieda al CUN il passaggio a un settore scientifico disciplinare prossimo a quello di cui scrive in questo blog. Vedremo cosa ne verrà fuori.
Infine: non mi pare che dare dell'incompetente agli archeologi che hanno legittimamente asserito che la "tavoletta di Tziricotu" è un oggetto medioevale sia la strada giusta. Parlano di ciò che sanno.
Dunque: attendiamo impazienti il risultato del vaglio scientifico cui il prof. Sanna vorrà sottoporre la propria opera. Deciderà lui quando e se farlo. Sino ad allora, però, eviti lo studioso di far ricadere sugli altri l'onere della prova che spetta solo a lui, nei termini che ho chiarito nei tre punti precedenti. Prima di fondare una disciplina "epigrafia nuragica", penso io, sono ancora necessari alcuni passaggi ineludibili: tutto il resto, chiacchiere...
Molti saluti, Batsumaru
Bravo Batsumaru,
tutto il resto sono chiacchere
Salvatore Secchi
@ Batsumaru
"Insomma, quello che voglio dire è che lo studioso che vuole stravolgere le tesi imperanti ad avere l'onere della prova.
Qui, mi pare, si fa il contrario: grava sugli altri - in un blog! - l'onere di dimostrare che le tesi dello studioso sono infondate (altrimenti sono fondate!). Mi pare profondamente sbagliato e molto, molto comodo".
"Sino ad allora, però, eviti lo studioso di far ricadere sugli altri l'onere della prova che spetta solo a lui, nei termini che ho chiarito nei tre punti precedenti. Prima di fondare una disciplina "epigrafia nuragica", penso io, sono ancora necessari alcuni passaggi ineludibili: tutto il resto, chiacchiere..."
Molto, molto chiaro il suo intervento.
E mi dà anche un sacco da pensare.
Il resto è grasso che cola.
Sisaia
@Sisaia
"E mi dà anche un sacco da pensare.
Il resto è grasso che cola."
Ecco, brava, fallo se ci riesci.
Finora hai pensato con la testa degli altri. Quanto al grasso, attenta agli scivoloni: non sei tu che ti arrabatti per dimostrare che è tutto falso? Anche le foto, i calchi, tutto tutto tutto.
Caro Batsumaru
Lei dice:
1) le tue pubblicazioni dove sono apparse? Dietro di te c'è un editore scientifico vero o no?
2) chi ti ha recensito e dove e in che modo?
3) chi ti cita e dove e in che modo?
Forse lei non segue bene tutta la discussione nel Blog. Io l'ho detto molte volte. Non mi chieda insistentemente quello che, una persona onesta come me, non le può dare. Io non millanto mai nulla, checchè ne dica il bugiardo e calunniatore Pittau che ha fatto la meschina figura che ha fatto con la risposta di Cannas.
Dico solo e sostengo quello che mi sento di sostenere nella mia piccolezza e cioè che in Sardegna c'era la scrittura in periodo nuragico. Ho scritto un libro di 600 pagine per cercare di dimostrarlo. A queste si devono aggiungere gli articoli nel Blog di Pintore ( per quello che possono valere, naturalmente, dato il luogo di discussione),i miei interventi (non certo pochi) in giornali e riviste. Aggiungo di più:io dico e sostengo che le tavolette sigillo di Tzricotu sono tra i documenti epigrafici più belli della cultura epigrafica di ogni tempo. Sono stato chiaro?
Io ho semplicemente esposto la mia merce, come mi ha suggerito tempo fa un grande filosofo della scienza in carne ed ossa (ma quante volte lo devo dire? Quante volte devo citare Guido Grongia?), un mio amico che capiva quanto percorso tormentato hanno le tesi che vanno controcorrente. In questa suggeritami 'esposizione' c'è chi ha guardato disgustato, chi ha osservato senza pronunciarsi, chi ha comprato. Qusto Blog credo che, almeno questo, abbia fatto capire.
Le 'garanzie', come intende Lei non le ha, e io non posso dargliele con la forza perchè sarei solo uno dei disonesti e giullari che impazzano, purtroppo in questo blog. Si accontenti del valore 'relativo'. Se vuole le posso dare qualche pronunciamento scritto pubblico di grandi studiosi, questo sì, ma non posso darglielo come lo vorrebbe lei. Comunque se Africa Romana può essere considerato ( e credo di sì) una rivista scientifica, il mio nome in quella sede ed il mio lavoro, è stato fatto e come! Una citazione vede l'ho avuta anche se in senso negativo. Da uno però che oggi ha perso, coprendosi di ridicolo, la partita perchè ora in quelle pagine della rivista aleggia il forte sospetto che il pronunciamento su Tzricottu debba essere un altro. Cioè che questa persona, così poco citata e citata a pera vada citata nel prossimo numero della rivista in ben altro modo!
Quanto agli archeologi di cui parla e a cui si riferisce, stendiamo, la prego, un velo pietoso, perchè non parlano 'di ciò che sanno' (almeno fosse!) ma di 'ciò che non sanno'. Dicendo solo stupidaggini. E' inutile che lei li difenda! Ciò, me ne rendo conto, irrita. Ma anche questo lo dico e lo ripeto da anni. Sono i documenti ad irritare, non Gigi Sanna che è un umilissimo, del tutto accidentale, servitore di questi.
E, caro Batsumaru, non si contraddica, perchè poco prima non ha parlato proprio di... chiacchiere. D'altronde se lo fossero perchè lei ed altri non pensate e mettete impegno per qualcosa di più solido? Le persone serie non badano alle chiacchiere. Si sa.
La lascio perchè devo rispondere al mordace Pittau in tema di etrusco di Allai. Ci vorrà un po' di tempo perchè anche in un Blog si possono dire certe cose e fornire dati e argomenti preliminari per pronunciamenti ( se altri compreranno e mi daranno credito) 'scientifici'. Ma bisogna fornirli, possibilmente, con serietà e senza menare il can per l'aia.
Vedo che lei comunque ha un tifoso, mi pare dell'Università di Oxford, io non ne ho. Beato lei che ha amici blasonati così dichiarati!
@ Anonimo 10.20
Si prenda la responsabilità di firmare le sue accuse infamanti e rispedisca il post. Lo farò vedere ad un avvocato che mi consiglierà cosa fare.
Gentile professor Sanna,
intanto grazie per la risposta.
Mi ha fatto tornare in mente un verso di Montale: "Non domandarci la formula che mondi possa aprirti" (poi, forse, sarà chiaro il perché).
Lei tocca tematiche che, per la loro complessità, necessitano di competenze molto specialistiche, lunghi anni di studi difficili: con tutta franchezza, non mi sento di averle tutte queste competenze (mi sono limitato, da poco, a discutere con lei della forma "bidentes", perché chiama in causa terreni in cui sento di potermi muovere con una certa fiducia).
Ho già preso atto che le 'garanzie' come le intendo io non può fornirmele. Lei però prenda atto che io voglio vederci chiaro: la invito allora - insisto - a mandare la sua opera o a scrivere un articolo per il "Journal of Semitic Studies", o per "Orientalia Suecana", o per qualche rivista blasonata. Insomma: per cortesia, si attrezzi con urgenza per farcele avere quelle benedette garanzie. Altrimenti si resta nel limbo e la si tira alle lunghe: per cosa? (E badi che qualche maligno potrebbe pensare: per vendere qualche libro in più)
Lei dice di aver seguito il consiglio di esporre la propria merce: io le chiedo di esporla nel luogo più appropriato, frequentato dagli intenditori che sappiano apprezzarla e comprarla questa merce, o lasciarla sul banco invenduta.
C'è una bella differenza fra il (provare a) convincere studiosi di riconosciuta competenza oppure allievi di un corso di epigrafia nuragica che - non per loro colpa - hanno strumenti culturali limitati (con tutto il rispetto per loro: se qualcuno legge e si offende, domandi a sé stesso quanto sa di linguistica storico-comparativa, in generale, e di filologia semitica, in particolare). Crede davvero che, nella prospettiva degli anni, per avvalorare le sue teorie possa bastare l'assenso di qualche galantuomo, magari suo amico, che non ha alcun titolo in materia, se non la buona volontà?
Lei mette avanti la sua "piccolezza": non importa, è grande ciò che sostiene, merita un percorso di controlli, verifiche autorevoli, giudizi severi e rigorosi che si addicono a ogni teoria scientifica degna di questo nome. Da qui non si esce.
Io, purtroppo, non ho alle spalle decine di anni di studio di filologia semitica, di epigrafia del vicino e medio oriente antico ecc. ecc. che mi consentirebbero di esprimere un giudizio davvero ponderato, puntiglioso e autorevole in relazione alle sue tesi (tale per cui lei uscirebbe definitivamente accreditato o definitivamente screditato). E dubito che qui troverà qualcuno in grado di farlo: per questo le citavo Montale. Montale e non Dante, che di certezze ne aveva molte di più.
Lei è stato chiaro, spero di esserlo stato anch'io.
Un saluto, Batsumaru
@ 8,25
Dimostri lei che io penso con la testa degli altri.
A seconda della sua risposta finalmente riuscirò a capire con che cosa pensa lei.
@ ZFP
Visto che non le è garbato il precedente post di risposta a 8:25, sperò lascerà questo.
Oppure ne cancelli anche l'origine, cioè 8.25 : è forse il mago Otelma per sapere in che modo io pensi?
Grazie
Fine OT
Sisaia
No Sanna,
così è troppo comodo, lei elude le domande e scoraggia l'intelligenza dei lettori. Anziché Grongia che le avrà solo detto "come" procedere con una tesi rivoluzionaria (ma probabilmente non è entrato nel merito di quella tesi), citi, e le è stato già raccomandato un centinaio di volte, dove quando e su che punto preciso la Prof.ssa Amadasi (esperta internazionale di epigreafia fenicia) le da ragione. Ma come mai è così difficile farlo? Io ne deduco che questo non sarà possibile, che la Amadasi mai e poi mai potrebbe avvalorare più di un 1% di quel che lei sostiene. Questo non lo chiamerei appoggio. Anche perché si dà il caso che, anche in scritti recenti, la medesima Prof.ssa non abbia mai fatto cenno delle sue "scoperte" né della sua "rilettura" della stele di Nora. Caspita, le sarà sfuggito di riflettere sulla più grande scoperta epigrafica degli ultimi 20 anni (= stele di Nora finalmente decifrata nel segno di Efisio?). Difficile dirlo, più facile pensare che le sue "teorie" più che rivoluzionarie siano fantasiose.
Altro punto: la tavoletta è nelle mani della Soprintendenza, ergo ben custodita, protetta. Che ve ne frega di sapere esattamente il punto esatto dell'archivio in cui è riposta se siete gli stessi, con Sanna in testa, ad infischiarvene bellamente di dove invece siano conservate le altre ipotetiche tavolette? Il bue che dice cornuto all'asino. Quanto all'umiltà,non basta dichiararla, soprattutto dopo che nelle stesso post si dichiara che "Cioè che questa persona, così poco citata e citata a pera vada citata nel prossimo numero della rivista in ben altro modo!"
E già, in quale modo Sanna? Insistendo sulla metodologia ottocentesca di acquisizione del reperto? O scendendo nel dettaglio degli strafalcioni cronologici contenuti nel suo libro? O sulla metodologia applicata al vaglio delle fonti storiografiche? Oppure sull'infantile apparato bibliografico di supporto? Ci sono articoli scientifici di 10 pagine che si sostanziano di una bibliografia 3-4 volte più nutrita di quella che cita lei. Nel libro. Perché qua sul blog la sento solo e sempre citare i suoi precedenti libri o qualche teologo che l'appoggia o l'ha appoggiata. Di che anno è il libro? In tutti questi anni l'epigrafia mondiale (per carità non quella sarda) è stata ed è soggiogata dai "miseri" archeologi nostrani?
In sostanza Sanna, di che vorrebbe convincerci? Se è per dare fiato alla sua umiltà ci risparmi queste banalità e ci dica invece che ieri ha spedito il suo studio alla Amadasi che presto esprimerà un giudizio in merito. Sempre che la sua pseudo-umiltà voglia accettare questo eventuale giudizio. O il suo è solo un "esporre la merce"?. Non sarà che l'importante per lei è che la gente questa merce la voglia comprare (e quindi condividerla) senza badare troppo ai massimi sistemi? Se fosse vero quel che lei sostiene, io, nei suoi panni, avrei preteso, dagli studiosi competenti, un giudizio, un'impressione e finanche un rifiuto. Però, ora, i rifiuti non li accetta. Ma i responsi positivi dove sono?
P.S.
Spero che la risposta di Sanna non:
-sia di pensare a quanta gente va ai suoi congressi;
-di pensare quante copie ha venduto;
-di non dire che ci sono i titoli di giornali e i convegni di medicina applicata;
-venga da altri che non sia lui.
Naturalmente se nella sua immensa umiltà vorrà umilmente rispondere, gliene saremo grati.
ELLE ELLE
BASKANIHS
OLOON
GENOS!
@Sanna Suvvia, risponda in italiano o anche in limba se preferisce. Oppure visto il suo amore per i mix, magari in esperanto...
Bene, visto il solito versetto di Sanna in risposta alle mie domande, tolgo tutto il condimnto e lascio il quesito nudo e crudo:
Gent.mo Prof. Sanna, ha intenzione di inviare alla Prof.ssa Maria Giulia Amadasi i suoi elaborati per ottenere un responso? Se ciò è già stato fatto e lei non ritiene di averle nulla di nuovo da comunicarle, può comunicare ai lettori il giudizio della Prof.ssa Amadasi.
Le chiedo questo solo per poter verificare l'impatto delle sue teorie sugli studiosi di chiara fama e competenza.
La ringrazio per l'attenzione e le uguro un buon invio se vorrà farlo.
Così va meglio. Lo chieda a Maria Giulia. Ha un telefono e saprà cosa rispondere. E' così facile! Che cosa michiede? E' strano perchè lei ha una buona memoria. Si ricordi già quello che la studiosa dell'Università La Sapienza ha detto sul mio lavoro e su miei studi in risposta al Blasco Ferrer (che voleva 'gentilmente' annullarmi persino come persona nel suo misero convegno di due persone!). In primo luogo ha detto che mi conosceva molto bene ! Poi ha aggiunto che in alcune cose era d'accordo con me, in altre no. Ha dato una risposta onesta perchè negli incontri fatti con lei nella sua casa romana ai Parioli e nella mia casetta di Torre dei Corsari abbiamo dialogato molto sui documenti nuragici, soprattutto sui sigilli di Tzricotu i caratteri magnifici dei quali mai ha messo in discussione; come mai non ha messo in discussione l'autenticità di essi! Le fornirò anche questo particolare. Quando (prima del pranzo) esaminammo il coccio di Orani con la scritta identica in parte a quella della Stele di Nora disse alla presenza di testimoni ( tra i quali il Sergio Frau delle più indecenti firme della storia) che con quel documento si annullava 'una delle poche certezze' che aveva a proposito della comprensione della intera documentazione scrittura fenicia in quanto fenicia. Vuole adesso che le racconti per esteso, sempre alla presenza di testimoni, come si mostrò d'accordo nel giudicare che, per quanto sbiaditi, dei caratteri arcaici fossero presenti, visibili, nel cosiddetto altare di Zeddiani? E vuole che le mandi il testo con il rammarico e le parole affettuose che mi ha inviato per il fatto che non poteva essere presente in Oristano il giorno della presentazione del mio libro?
Mi sa dire perchè mi fa queste stupide domande? Per screditarmi? Quanto si sbaglia! Io non millanto mai nulla tanto che stavo per procedere ad una accusa formale di calunnia nei confronti di Massimo Pittau perchè ha negato che io insegnassi all'Università Teologica e che tenessi corsi di Laurea di Storia della Chiesa Antica. Ho pensato però alla sua età, ai suoi figli e non so se agirò di conseguenza.
Comunque le dico: io le ho risposto quanto alle sue insinuazioni, ho accontentato non tanto lei quanto coloro che ci seguono; ho risposto alla sua cattiveria e al suo astio e alla sua malafede che dura da quando dura, nonostante le abbia fatto capire che io non rispondo e non intendo dialogare con una brutta persona come lei. Guardi lei potrà dirmi che io non capisco nulla di quello che scrivo, che non ho scoperto nulla, che sono un interprete di fregi, che sono un farneticante (trovi lei le parole più insultanti e sprezzanti che le occorrono) ma non le permetto di mettere in ballo la mia onestà. Ha capito? Non glielo permetto! Io non millanto mai niente! Ha capito?. Ha capito, Gunguis, Phoinix, Gentarrubia, Pellicano, Cormorano ( o come caspita di nobile uccello desidera chiamarsi), perchè anche ultimamente le ho postato il famoso verso di Callimaco? Ha capito che non voglio avere a che fare con gente da dietrologia malata come Lei? Gente della sua risma? Se lo ha capito non mi chieda più niente altrimenti ci sarà la ormai nota risposta in greco o in sardo O in esperanto ( e perchè no?). Capito o uccello rosa? Sempre la stessa. Non mi dica che non l'ho avvertita!
La Prof.ssa Amadasi ha detto, detto, aggiunto, dato ecc.
Ma ha anche scritto?
No, non il testo di rammarico. Altro, con la sua firma sotto.
A me pare (solo a me?) che Phoinix chiedesse questo.
Sisaia
Lasci perdere Sisaia,
qui si scambia appositamente la richiesta di chiarimenti con la malafede. Se ai lettori le sue argomentazioni bastano, buon per loro. Se anche in qyesto suo ultimo commento qualche lettore riesce ad intrevedere una risposta soddisfacente, buon per loro. Le ricordo due cose Sanna, la prima è che ancora una volta dovrebbe, a parer mio, essere lei a cercare, in tutti i modi possibili, a convincere lettori, blogger, aoppassionatie specialisti delle sue teorie. Non dovrebbero essere terze persone a richiedere in vece sua, questi chiarimenti. Evidentemente a lei poco importa che le sue teorie sulla scrittura nuragica abbiano una giustificazione scientifica. Se non ha interesse a questo lei, figuriamoci a me quanto può interessare. La seconda cosa che le ricordo, caro Prof. Panna, è che il mio cognome, se lo vuole scrivere, è Guirguis non Gunguis.
Il dubbio che tutte le persone che le chiedono chiarimenti o prove siano per lei delle "brutte persone" si sta trasformando in certezza. Chissà cosa vorrà dire.
Prof. Sanna, lasci perdere questi furbetti di quartiere che giocano con le parole e le frasi. Sanno già,poichè lo già scritto io,che queste testimonianze sono ben documentate nella mia videocamera.
Tanto per citarne una, la dott. Guzzo, a casa sua ad Oristano, quando lei le ha complettato la decifrazione del sigllo di "S. Imbenia", che la Dott. già ben conosceva, e nel quale riconosceva le lettere di tipo cannaneo, mentre altre lettere non le erano chiare. Allora confrontandole i "segni" dei sigilli di Tzricotu (anche questi da Lei conosciuti)venne chiaro e sensato quanto vi era scritto nel reperto di S.Imbenia. Vi risparmio l'esclamazione della Dtt. M.G.A. Guzzo.
@ Cannas
Non sia avaro. Ce ne citi un altro paio. E non ce le risparmi. La prego.
Sisaia
Cannas io non metto in dubbio tutto ciò, ci credo senza alcun problema. A maggior ragione, oltre che in un video amatoriale con tanto di esclamazione, non sarebbe male avere qualcosa di un pò più tangibile. Che so, una recensione su una rivista, un accenno in una pubblicazione scientifica. Potrei accontentarmi anche di un'intervista su un quotidiano. Però dovreste spiegarmi, lei e Sanna, perché di fronte ad una tanto eclatante scoperta, latitano così tanto le conferme. Ci dobbiamo sudare ogni informazione, ci dobbiamo evitare di porre domande, ci dobbiamo attrezzare noi per trovare le prove. Non vi pare che debba essere un compito vostro oltre che un dovere scientifico? Qualsiasi reperto trovi un archeologo non è che si tiene le informazioni per sé, dà il suo punto di vista e poi si chiude a riccio. Che l'ha comunicata a fare la sua scoperta se poi non gli interessa nulla dell'impatto che questa ha sugli altri ricercatori o archeologi o chicchessia? Non mi pare un comportamento opportuno. E aprirsi e confrontarsi non vuol dire rispolverare ancora le vostre convinzioni (proprio perché sono quelle ad essere criticate), quanto rispondere a ciò che vi viene richiesto su di esse. Insomma, non prendiamoci in giro, se la Amadasi appoggia in toto o in parte, le tesi del Sanna, un filmino è il modo migliore per accertarsene?
Ma pressi meda teneis, chi nddi teneis bandai a sa soprintendenza (luogo ufficiale)e fadeis giai o pubblicai in tottus i rivistas sceientificas chi olleis bosatrus. Insisti insisti fhoinix s'arrubiu.
G.Cannas
Ahi ahi ahi.
Come si vedono i suoi limiti. Non c'è nulla di male, intendiamoci.
Ma voli basso allora, Cannas, che non è capace di mettere due pensieri in croce neanche sforzandosi. Stia buono che probabilmente non è in grado di discutere. E lo dimostra perfettamente. Tifi.
Posta un commento