Venticinque anni fa, il 18 gennaio 1985, a Gothene, nelle campagne di Orgosolo, ci fu una sparatoria fra polizia e banditi: morirono il sovrintendente Vincenzo Marongiu e quattro banditi, Giovanni Corraine, Giuseppe Mesina, Nicolò Floris di Orgosolo e Salvatore Fais di Santu Lussùrgiu. È conosciuta come la strage di Osposidda.
Così la cantò Paolo Pillonca:
Allumadas de fogu
Chimbe carenas fritas:
Tintu a ruju ant su logu
In oras malaitas
Ballas graes at rutu
In sas frunzas d’armidda
Chie bos faghet lutu
Mortos de Osposidda?
A sa tzega sas armas
Fiores an brujadu
Sunt negadas sas parmas
A su malefadadu
Una bella ballata, musicata da Piero Marras, diventata il simbolo di tragedie collettive nella Sardegna segnata da sequestri di persona e dalla guerra portata al banditismo, non sempre, come in questo caso, in maniera intelligibile e chiara. I quattro banditi morti avevano rapito un imprenditore di Oliena, Tonino Caggiari, duecento olianesi di erano messi sulle tracce dei rapitori e avevano individuato il luogo in cui il rapito. Arrivò la polizia con il magistrato e alle due e mezzo del pomeriggio scoppiò il finimondo che durò per quasi tre ore.
Alla fine del terrbile conflitto rimasero per terra morti il sovrintendente di polizia e i quattro banditi. Li caricarono su camion e a sirene spiegate, in un corteo di vincitori, la polizia li accompagnò a Nuoro a sirene spiegate.
Sonende bos passizant
Finas in s’istradone:
òmines assimizant
a peddes de birbone.
Gli uomini portati in trionfo come pelli di cinghiali. È una pessima pagina e una pessima figura dello Stato.
6 commenti:
Francu Pilloni scrive:
Perché ti meravigli, ZFP?
Lo stato piemontese-italiano ha sempre fatto così, anche nell'Ottocento, quando caricarono vagoni di rastrellati,uomini, donne e anche bambini di 12 anni.
Perché credi che sia nato e sia sempre in auge su frastimu "Chi ti currat sa Giustizia"?
Perché la Giustizia, lo Stato, procede con azioni senza pietas, non le importa che uno sia minorenne, donna, innocente, ferito, moribondo o morto. Senza nessuna pietà.
E' così da sempre, anche se non ci abbiamo fatto il callo.
Non "una pessima figura dello Stato", ma l'ennesima pessima figura ello stato (in minuscolo).
ricordo il fatto, avevo circa 12 anni,nella mia ingenuità avevo immediatamente capito l'ingiustizia perpetrata da parte delle "forze dell'ordine" nei confronti dei banditi... piansi per una settimana intera come se mi avessero ucciso dei fratelli.. non ci volle molta maturità per capire che quello che lo Stato aveva commesso era un atto vile e bestiale nei confronti di tutti i Sardi.
fu certamente un fatto spiacevole che "lo Stato", (e non solo lo Stato) festeggiasse in quel modo. Ma bisigna avere un po' di comprensione per quelle persone che si sono trovate in quella situazione coscienti che lo scontro si sarebbe concluso solo con l'uccisione dei banditi. Anche a me la vicenda provocò un sentimento di risentimento nei confronti delle forze dell'ordine, ma col tempo il sentimento si è trasformato in pietà per i banditi e un profondo senso di rigraziamento per il carabiniere morto.
Lino
@ Lino
La tragedia è in quel "coscienti che lo scontro si sarebbe concluso solo con l'uccisione dei banditi". Da quel che ho letto nei suoi post, so che lei è persona che non usa a caso le parole. E il problema sta, forse, proprio lì: che la vicenda doveva concludersi così. Venticinque anni dopo, non riesco a convincermi che le cose siano state così lineari come la vulgata mediatica racconta.
PS - Mi permetta di esprimerli un mio cruccio: lei sa chi io sia (e comunque può agevolmente saperlo), io non so chi sia un interlocutore che pure apprezzo
Francu Pilloni scrive:
I carabinieri, ogni singolo carabiniere, non erano lì per caso, non si sono regolati secondo quanto la situazione richiedeva.
Può essere che avessero avuto una consegna precisa?
Difendo strenuamente un agente che spara per difendere se stesso o altri cittadini, pur con esiti letali, ma mi rifiuto di credere che un agente partecipi a un'azione organizzata con l'intendimento personale di ammazzare.
Altrimenti, in che mani avremmo messo la nostra sicurezza?
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