
Su L'Unione sarda di stamani, un articolo firmato da Alessia Orbana, riferisce: "È stata aperta un'inchiesta sui reperti trovati anni fa nel territorio di Allai. La notizia arriva direttamente dalla segretaria del ministro ai Beni culturali Sandro Bondi al quale si è rivolto, con una nota scritta, un gruppo di persone che vuole vederci chiaro su una vicenda che sta assumendo quanto mai i contorni di un giallo. Prima infatti la battaglia per il riconoscimento dell'autenticità di questi reperti, messa in dubbio dalla Sovrintendenza, poi il sequestro degli stessi e ora la mancanza di notizie su che fine abbiano fatto.
Della vicenda è stata interessata la Procura della Repubblica di Oristano. Questa per ora l'unica certezza. Arriva direttamente dal Ministero al quale si sono rivolti per un intervento trentaquattro firmatari di una nota (residenti in vari centri, Carbonia, Olbia, Nuoro, Roma, Ladispoli, Mönchengladbach per citarne alcuni). Inoltre della vicenda si discute anche su Facebook (il social network più usato al mondo) dove il dibattito sui reperti di Allai vede iscritte oltre cento persone" (Vedi l'intero articolo)
Qualcosa, dunque, si muove. Io spero vivamente che l'indagine della Procura di Oristano sia destinata a fare luce sul vero "giallo" come lo definisce l'Unione, la scomparsa, cioè, dei reperti. Ma temo che così non sia e che la impenetrabile torre d'avorio della Soprintendenza archeologica (insensibile a qualsiasi richiesta di chiarezza) si attenda dalla magistratura conforto e pretesti alla sua inazione.
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