mercoledì 5 novembre 2008

Lingua sarda e disinformatsia

Tal Pablo Sole, un birbantello che deve aver mangiato pane e disinformatsia fin dall'infanzia, scrive oggi un articolo contro l'iniziativa dell'Ufficio regionale della lingua sarda di diffondere s'Annuàriu de su contribuente 2008. Per vostro godimento, troverete l'articolo integrale della Nuova Sardegna qui sotto: vale la pena di leggerlo.
Liberissimo, il birbantello, di criticare, ci mancherebbe altro, l'iniziativa e persino di ritenere che i suoi risultati "risultino a volte grotteschi". Ma da briccone si trasforma in estortore della buona fede dei suoi lettori quando, non riuscendo a mostrare i risultati che risultano (non gli va bene il sardo, che almeno rispetti l'italiano) "grotteschi", se li inventa di sana pianta.
Scrive: "Se la lettura dell’annuario dovesse alimentare qualche dubbio, basta rivolgersi al proprio “kontiphizzadore”. Che in logudorese significa più o meno “commercialista”." Quell'orripilante e protosinaitico “kontiphizzadore” nel testo dell'annuario non esiste, come non esiste in sardo. Ai miei tempi, un giornalista che si fosse comportato in modo tanto truffaldino, sarebbe stato licenziato in tronco.

Ecco l'articolo:

Il fisco vuole diventare più umano e ora parla in sardo
L’Agenzia delle entrate pubblica il primo «Annuariu de su contribuente»
PABLO SOLE

CAGLIARI. Il fisco ‹‹dal volto più umano››, come l’ha definito il direttore regionale dell’Agenzia entrate Guglielmo Montone, passa da “su codighe Pin” e dal “calasciu fiscale”. Senza scordare la “prenotatzione telefonica pro essere torrados a cramare” - per gli addetti ai lavori: web e voice call back - o “su tzentru de assistentzia multicanale”. Tutte perle pescate nel mare della “Limba sarda comuna” e riversate nell’”Annuariu de su contribuente 2008”, presentato ieri e commissionato dall’Agenzia delle entrate. L’adattamento dal testo italiano è firmato da “S’ufitziu de sa limba sarda”, la creatura della Regione nata col compito di promuovere la conoscenza e l’uso della “lingua dei Padri”. Ma i tempi cambiano e bisogna adattarsi. Seppure i risultati risultino a volte grotteschi. In poco meno di 200 pagine, “S’annuariu” passa dal capitolo dedicato ai “Servitzios telematicos” fino alla “partida Iva e cumentzu atividade”, passando per “alicuotas e detratziones Irpef”, “tassatzione de sas rendas finantziarias”, “santziones tributarias penales e non penales”. Ma visto che si parla di uno strumento pensato per rendere tutto più chiaro e accessibile ‹‹anche allo strato più umile della popolazione››, come ricordato dallo stesso Montone, non mancano neppure le indicazioni dedicate ai più distratti su “comente ponnere remediu a faddinas e ismentigos”. In una parola: “Su ravedimentu”. ‹‹L’annuario - ha aggiunto Montone - concentra in 25 capitoli tutte le procedure, anche quelle più complicate, e le spiega all’utente in modo facile». Un esempio, tratto dalle disposizioni da osservare quando, contriti, si opta appunto per “su ravedimentu”: ‹‹Pro sos contribuentes Iva trimestrales chi depent majorare sas summas de versare de s’1 pro chentu, sos interessos legales e sa santzione reduida tocat de los calculare subra sa base de s’importu chi incluit cussas majoratzione››. Aggiunge Montone: ‹‹Da parte nostra, l’obiettivo è quello di essere vicini al contribuente, che nel contempo viene informato sui suoi diritti e doveri. Già da diverso tempo abbiamo attivato una serie di servizi che permette all’utenza di rapportarsi con i nostri uffici, e anche questa pubblicazione si inserisce in questa linea››. L’assessore al Bilancio Eliseo Secci spiega: ‹‹A partire dal boom economico, l’uso della lingua sarda è venuto sempre meno. Occorre recuperarlo, e in questo senso va anche la legge regionale che promuove l’utilizzo della “limba” nella pubblica amministrazione. Ma quale “limba”? Ogni territorio rivendica il suo primato. Se la lettura dell’annuario dovesse alimentare qualche dubbio, basta rivolgersi al proprio “kontiphizzadore”. Che in logudorese significa più o meno “commercialista”.

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