martedì 25 novembre 2008

C'è del marcio nelle Università? Sì ma in Danimarca

di Alberto Areddu

E' vero, sembra che sia diventato un irrefrenabile leitmotif della recente pubblicistica; il fine è invero spesso consolatorio (avete visto in quanti siamo di sfigati?), per chi si trova dopo anni e anni ricercatore a 1000 Euro, o peggio si è sempre fermato alle soglie dell'Università perché reputato inidoneo, o ancora peggio per chi ha dovuto emigrare e pubblicare all'estero per vedersi riconosciuto qualche merito.
Il latente motivo di tutto questo subitaneo accorgersi e delle discussioni sopraggiunte, poggia sul fatto che al cittadino comune, a cui ovviamente poco cale se un apprendista giurista sia stato ostacolato a favore del solito figlio di papà, quando si viene invece a sapere di un apprendista medico, che rischiava di passare il concorso pur non sapendo cosa fosse una carie, iniziano a girare i coglioni, e se li tocca pure perché può ben preventivare che poi sotto i ferri di questo ci possa passare lui.
Ci son zone (intere facoltà delle università di Puglia, diverse della Sicilia) dove la raccomandazione preventiva, è diventata talmente fatto compiuto che i figli (le figlie, i nipoti, le mogli, le amanti) di papà manco si vergognano ad apparire nelle inchieste tv "perché tanto è una prassi consolidata". Avrete sicuramente visto il celebre filosofo della Magna Grecia, quell'immarcescibile democristiaino di Kyriakos de Mita, che intervistato rivendicava orgogliosamente la bontà della selezione preventiva dei figli propri rispetto agli estranei. E Veltroni l'ha forse espulso?
Ma vah, da uno che ha candidato i figli nullavalenti del generone romano! E in Sardegna? I nostri solerti giornalisti hanno mai fatto qualche ricerchina sull'onomastica di parenti e affini acquisiti alle università? Sanno mica se esiste nell'isola sandaliote, la straniera pratica dello scambismo favoriale? Io qualche nome ce lo avrei: guardatevi questa ben nota figura universitaria. Oltremodo sicuro attraverso il mafioso silenzio delle sue consorterie, di aver "iscrompitu" qualche lepisma che gli rodeva la inderogabile bontà di almeno la metà delle sue supposizioni etimologistiche, salito alla presidenza facoltale a Cagliari, poichè aveva da tempo maturato buoni rapporti con altri studiosi (la celebre coppia Satta-Atzori) che l'avevano cooptato in tempi più remoti, ora ha modo di godere perchè la sua giovin figlia è stata acquisita all'Università turritana non si sa per quali straordinari meriti e in virtù di quale strepitosa bibliografia.
La figlia è stata "accottada" e chi magari della stessa materia si fosse interessato dove mai altrove sarà riparato? Purtroppo se un intellettual-sfigato si interessa di particelle o molecole ha sempre modo di riparare fuori, perchè attengono al linguaggio universale delle scienze, ma se si interessa di etnologia di Sedilo, piuttosto che di dialettologia ogliastrina, di tradizioni popolari logudoresi piuttosto che di esecuzione con le launeddas, ditemi: chi cazzo mai se lo cagherà?
Avete mai letto qualcosa di tale Susanna, figlia tutta panna del nostro figuro? Se sì siete fortunati: mandatemi i suoi estratti, che me li voglio rollare.

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