
Circa un anno fa ho dato alle stampe (a Napoli) un mio saggio, nel quale vado sostenendo che molta della presunta oscurità riguardo le origini linguistiche dei Sardi (un più o meno fantomatico brodo "mediterraneo") può esser tranquillamente messa da parte, adottando come metro di spiegazione un codice linguistico, finora trascurato dai vari studiosi, che è quello della paleoeuropeicità originaria, in pratica ho spiegato diversi termini oscuri (prima) e successivamente molta parte della toponomastica, usufruendo dell'aiuto che lingue indoeuropee arcaiche quali il lituano, le lingue slave e particolarmente l'albanese offrono al linguista.
Anzi proprio l'albanese offre delle superiori possibilità a questo tentativo di interpretazione, giacché sappiamo che una lingua non-greca era presente in areale egeo prima (e poi con) l'arrivo dei Greci, e questa lingua definita dai Greci "pelasgica", da molti è stata repertoriata come una lingua di ceppo illirico. Ovviamente questa lingua ha lasciato tracce profonde nel greco stesso, nelle sue glosse o nei suoi ramificati dialetti (e anche di questo strumento mi sono avvalso). Verosimilmente i Shardana (che meglio sarebbe chiamare Shardena, in vista della città Sardos dell'Illiria, i cui abitanti eran Sardenoi) sono i portatori (in un'ipotesi cronologicamente bassa) di questa popolazione balcanica.
Pensavo che si potesse avere un'idea generale, per quanto superficiale, attraverso una lettura facile (visto anche lo strumento elettronico), e a tal scopo ho preparato un sito (web.tiscali.it/sardoillirica/sardoillirica) nel quale il curioso può trovare estratti di questa mia tesi insieme con excerpta di altri studi.
1 commento:
In bidda mia naraus: totus is chi assimbillant a babbu, portaimiddus a domu!
Heus a fai aici cun i linguas puru?
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