
Ne esce un ritratto originale che, se mette a pensare i suoi avversari troppo sicuri di una sopraggiunta sua impopolarità, è destinato a creare più di una preoccupazione nei suoi, spesso inconsapevoli, alleati di centro sinistra. Certi, questi ultimi, di potersi sbarazzare, una volta terminata (naturalmente o prematuramente) la legislatura, di questo "curioso" e unico fenomeno politico. E un po' imbarazzante.
Le scelte affrettate nel circondarsi di consiglieri culturali pescati nel mondo del vetero marxismo e del neo giacobinismo sardo, lo scontro con un industrialismo imposto che intuisce corpo estraneo eppure necessitato a tentar di salvare, la tentazione di razionalizzare la Sardegna come si trattasse di un'azienda, la sua partecipazione ideale ad una cultura indigena che vorrebbe trasformare in motore di crescita e che, invece, politica e intellettualità disprezzano.
Queste alcune delle linee guida dello studio di Bandinu e Cubeddu della fenomenologia di Renato Soru. Al di là di una qualche simpatia per gli aspetti identitari dei suoi pensiero e azione politica, non c'è, dicevo, alcun giudizio politico né assolutorio né sanzionatorio, come è ovvio in un saggio di tanto respiro. "Soru e il sorismo" è edito dalla Casa editrice Domus de jana.
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