Caro collega
nel mentre che io saluto il tuo ritorno nella rete mi arriva un’ Ansa da ansia. Un token (gettone) inglese, scoperto il 26 settembre 2006 e datato al 1400-1700 d.C. Vista l’ incredibile somiglianza con le pintaderas nostrane, è plausibile che venisse usato per decorare il pane o i biscotti da tè. Quelli un po’ sabbiosi. Inutile dire al signor Sanna come questo ritrovamento rafforzi al di là di ogni ragionevole dubbio la tesi medievalista sulle tavolette di Tzricotu. Dopo questo ennesimo scoop occorrerà altresì rivedere la letteratura sulle pintaderas sarde. Come si sa esse sono datate alla prima età del Ferro. Tutto da rifare?
9 commenti:
Caspita! Ora c'è lavoro per Paolo Benito Serra, il principe degli epigrafisti della Domenica e per il suo tamburino puntalista, autore, tra l'altro, del noto romanzo latino sul nobile Urseti! Si vede che gli incipit non sono proprio il suo forte! Vedrai che entrambi si recheranno ora al Museo del Louvre per far togliere la pintadera iraniana in bronzo dell'età del bronzo individuata da Giorgio Cannas ( e pubblicata in questo Blog). 'O è un falso palese o appartiene al periodo alto o basso medioevale!', urleranno. E diranno, con tono professorale aristotelico: 'I modani di Tzricotu, con la decorazione ad alberi e ad alberelli dal fusto cuneiforme, non sono altro che la spia dell'esistenza di prodotti di laboratori alto- medioevali che, a Occidente come ad Oriente, affascinarono,conquistarono e plasmarono, per secoli e secoli il gusto di tutto il mondo. Al di là di ogni ragionevole dubbio'!
Ancora una volta, obtorto collo, scrivo un commento alle osservazioni poste da un anonimo -per me- che brilla al mattino e alla sera. Che presunzione! Per me è spento (spenta) 24 ore su 24.
Comunque sia costui mette in relazione due cose, con simile disegno, ma l’una ha una superficie 8 volte più grande dell’altra. La Gimbutas documenta figure, probabilmente sigilli, del 3-4.000 avanti Cristo dello stesso diametro del ritrovamento inglese e con lo stesso identico disegno, quadripartito con chevron.
Non basta la sciocchezza del paragone meramente morfemico, ma ne aggiunge un’altra che mi è assolutamente incomprensibile. Che relazione c’è fra le tavolette di Tzrirotu e le pintadere?
Prendere abbagli è umano, meno umano è aggiungere cattiveria gratuita.
Caro Stella del mattino e della sera, non so chi tu sia, ma sappi che la pintadera pentalobata del su nuraxi è il segno della stella del mattino e della sera!!
Stella del mattino e della sera,
i' non so chi tu sia, né per che modo venuto sia nel blog, ma casinista mi pari quando t'odo.
Credo sia accertato che quel disco di pietra che chiami token non è certamente una pintadera, visto che le signore britanniche schiacciavano i loro pani col gomito o, al più, col ginocchio sinistro.
Esso token è reperto molto più antico: risalirebbe, secondo recenti studi botanici, nientemeno che alla Guerra dei Cent'anni, conflitto che durò così tanto che gli invitati si scordarono non solo il nome di chi stavano festeggiando, ma confusero stranieri con compaesani, grazie al fatto che, negli intervalli anch'essi interminabili fra le battaglie, erano dediti a giocare a TIRU, o a MASTRU, o ancora a S'ACCOSTU, lanciando proprio i token verso il muro o lo scarpone del soldato di guardia o, meglio ancora, la croce del morto più fresco.
Viene ancora identificato come un gettone proprio perché si "gettava" o anche token perché il giocatore che stava per effettuare il lancio effettivamente si toccava, per trarne gli auspici.
(tratto dal Trattato fitoterapico storico, ed. Murru/Trottu)
Scusa, ma ho dimenticato di dire chi vinceva non la guerra, ché poco importa a nessuno, ma al gioco del getta-e-tocca: non è ancora chiaramente dimostrato per cui ogni illazione è valida.
non ci ho capito niente.
comunque in un museo di ginevra dedicato all'etnografia, anni fa, ho visto due oggetti molto simili: una mano umana essiccata che gli aborigeni portavano al collo perché, battendo, li avrebbe avvisati dell'arrivo dei nemici e una mano riprodotta in ceramica, mi pare, di fattura islamica, con delle scritte, che si portava sempre al collo, ma, credo, come preghiera... è passato un po' di tempo e i ricordi delle didascalie degli oggetti sono un po' sfocati, ma ricordo la mia sorpresa di vedere due manufatti così simili, a così grande distanza di tempo e di spazio...
comunque tempo fa avevo letto che se delle scimmie battessero a macchina casualmente per abbastanza tempo, scriverebbero le opere di Shakespeare...
Non ci ho mai creduto.
Solo scrivere la parola Shakespeare, di 11 lettere, con una tastiera di 26 lettere (quella con cui sto scrivendo ora, escludendo numeri e segni) la probabilità di indovinare la sequenza giusta è altissima, per non dire impossibile..
Ma il tema, che spesso si pone con molti post, che sono in pratica un invito a discutere, è che chi lo pone, poi sparisce. Aggiungo allora un altro aggettivo proprio degli anonimi: sono maleducati.
Egregio prof. Laner: questa è solo una notizia. Una storiella con la morale. Un aneddoto. Ci racconta quanto vale una somiglianza formale. Vale quanto la somiglianza tra le mani di Maria Teresa. Forse tanto forse niente. Vale quanto le tavolette di Tzricotu vicino ai modani medievali.
Per fortuna io ho capito. Ma ho temuto. Credevo, per la prima volta da quando esiste questo Blog, di avere esagerato troppo contro il linguellista epigrafista della Domenica e ancor più contro il puntalista! E forse è un po' così. Ma si sa, uno il carattere non se lo può dare. Si può essere critici del proprio carattere ma cambiarselo a piacimento, soprattutto in certe circostanze da 'sassolini', è impossibile.
Caro Franco, credo che tu abbia ragione sull'anonimato, ma la malizia provocatoria dell'anonimo/a bistellare, che spunta con garbo in certi momenti e quando meno te lo aspetti,forse merita la nostra indulgenza. Soprattutto per il fatto che, da quando lo seguo, non mi pare che abbia mai offeso nessuno e che mai sia andato/a oltre le righe. E poi, se noti, a molti piace in questo 'umanissimo' Blog (forse per questo piace a Bomboy) essere argutamente sibillini. Che davvero io abbia fatto breccia e reso, con il concorso di Franco Pilloni, il 'rebus' (almeno quello!) così naturalmente popolare! Se così è, rassegnati caro Franco. Perchè i due 'buchi' allora non sono più oggettivamente buchi. Peccato che la mia tastiera non me li registri ancora al posto della lettera B. Io me la sogno ma dispero che venga fatta una tastiera nuragica, perchè Jobs è morto e purtroppocon con lui se ne è andato, forse per sempre, il gusto delle scienze umanistiche e tecnologiche assieme. Io gli avrei consigliato, con una lettera privata, non solo di mettere due fori come seconda lettera dell'alfabeto ma, per la versione italiana (e sarda, perchè non), l'icona di una mela per la lettera M. E bada: la polisemia, non tanto l'acrofonia, sarebbe stata uno schianto.
E' per me spesso difficile capire le cose semplici, logiche e lineari. Qualche volta -rara- capisco anche qualche semplice rebus. Ma se noi ci confrontassimo coi rebus e rispondessimo coi rebus, sai che bel rebus! Ecco, se tu non afferri perchè mi girano le armonie, è semplicemente perché non hai sciolto il rebus!
Il recupero dell'anonimo (anonimo per me, so che a Pintore non lo è e già nella prima risposta ho scritto PER ME, conosco le regole che ci siamo dati) con la ruffianata del logo, è bastata ad intenerirvi? Forse che si, forse che no. C'è un bel proverbio nella mia valle e lo dico in italiano: Quando la Tofana mette il cappello (nuvole) o che fa brutto o che fa bello! Ma, visto che stamattina mi sono alzato ottimista, ringrazio la gentile Stella del mattino di essersi riaffacciata, mostrando una faccetta pulita, ingenua, fair, come appunto deve essere per questo blog.
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