martedì 7 giugno 2011

I piedini del reato

Il bronzetto trovato nella spiaggia di Maimoni di Cabras
Forse interesserà i lettori questo breve articolo apparso stamattina nella cronaca oristanese di La Nuova Sardegna. Riguarda l'apertura e il rinvio al 18 luglio del processo contro Gigi Sanna e Silvio Pulisci intentato dalla Soprintendenza per la ritardata consegna del minuscolo bronzetto qui a lato di cui questo blog si è spesso occupato.

Un centimetro quadrato di bronzo. Si finisce a processo anche per questo, se quel minuscolo pezzo all’apparenza insignificante è un reperto archeologico. L’aveva raccolto l’editore oristanese Silvio Pulisci durante una passeggiata a ridosso della spiaggia di Mai Moni.
 Quel giorno camminava in compagnia dell’esperto di archeologia sarda, il professore Gigi Sanna. Era l’agosto del 2008, mentre ieri si è svolto quello che probabilmente sarà il penultimo atto del processo a carico dei due amici, che sono accusati di non aver immediatamente consegnato il reperto alle autorità.
 In realtà, come entrambi hanno confermato rispondendo alle domande del giudice Antonio Enna, del pubblico ministero Ivan Sanna e dell’avvocato difensore Elio Meloni, il reperto fu consegnato due mesi più tardi perché nessuno dei due credeva realmente che potesse trattarsi del piccolo basamento di un bronzetto da tre centimetri di altezza. Come tipo di reperto costituisce un unicum per via delle dimensioni ridottissime.
 I due hanno spiegato che c’era il timore di fare una pessima figura di fronte alla Sovrintendenza, per cui agirono con estrema cautela prima di consegnare il reperto: insomma, non volevano passare per incompetenti. Solo quando ebbero la certezza di avere per le mani qualcosa di realmente antico, decisero di compiere il passo ufficiale. Solo che questo presunto ritardo ora rischia di costargli una condanna - il processo peraltro è iniziato dopo l’opposizione al decreto penale -.
 Le legge dice infatti che devono passare non più di 24 ore dal momento del ritrovamento. Tutto è rimandato all’udienza del 18 luglio. (e.c.)

8 commenti:

shardanaleo ha detto...

Ho parlato altre volte del FATTACCIO nelle mie conferenze... il 18/06 conferenzio a Sadali e il 25/06a Ossi.. riporterò ancora questa storia inquietante... Inquietante per come si è svolta e per il TONO della DENUNCIA...
Kum Salude Leonardo

Atropa belladonna ha detto...

Beh Gigi dai, per lo meno ora sei taggato come esperto di archeologia.
In bocca al lupo amico mio!

francu ha detto...

Non tutti i mali vengono per cuocere.
A volte bisognerebbe rassegnarsi e mangiarli crudi, ancora vivi.
Come cozze.

Gigi Sanna ha detto...

Tutti sono concentrati sui piedini che sono, da quanto so i più piccoli mai raffigurati in un oggetto di bronzo di tutti i tempi (aspetto la smentita, naturalmente). Eppure, non ci crederete, è la base che vale più di tutto. I piedini, in fondo, non contano. Forse qualcuno ha capito il perchè?

zuannefrantziscu ha detto...

Mi pare di aver letto, nel mirabile esposto fatto dalla dr Lo Schiavo ai carabinieri l'8 dicembre 2008 a proposito del “frammento di una figurina umana miniaturistica”, come “la giacitura superficiale del reperto limiti considerevolmente il suo valore scientifico”. Insomma questi piedini di bronzo sono, per la Soprintendenza, ininfluenti non fosse per un particolare. Che uno degli autori del ritrovamento è il noto Gigi Sanna. Aduso a “comportamento ambiguo”, egli è “teso ad avversare l'operato di questo Ufficio per il mancato appoggio alle sue fantasiose elucubrazioni sulla scrittura nuragica”.
Pare di capire che se il Sanna si fosse limitato a partecipare al ritrovamento dei piedini, senza avversare la Soprintendenza, nulla questio. Il fatto è che con le sua fantasiose elucubrazioni è fastidioso e inopportuno e chiama alla vendetta. Mi è sfuggito qualcosa, o questa interpretazione della vicenda sta in piedi?

Gigi Sanna ha detto...

Sì Aba. Quindi quella 'base' risulta essere una lettera alfabetica vera e propria. Tra qualche gorno interverrò con un articolo apposito circa l'acrofonia e quindi l'estensibilità della lettura 'epigrafica' anche agli oggetti. Detta scrittura è propria anche del greco arcaico di Pito e, cosa incredibile a dirsi, è estensibile all'etrusco. Ma lo vedremo.
Comunque ho sorriso, cara Aba, per il tuo pronto intervento sul valore della 'base' in nuragico. Evidentemente i documenti non li capisce solo il sottoscritto...Vai e diglielo al frequentatore di ambienti con profumi di viole di campo.

giorgio nuvoli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
piero ha detto...

la base è il determinativo, secondo gli insegnamenti del professore, ho letto l'articolo sull'unione sarda, e compare anche in prima pagina, il professore è nominato come "archeologo", il tutto appare come una satira