martedì 22 settembre 2009

Venti mesi di silenzio sugli "etruschi di Allai"

Venti mesi a oggi, i carabinieri inviati dalla Sovrintendeza al Comune di Allai sequestrano una notevole quantità di reperti archeologici fra i quali il bel dischetto scritto a caratteri etruschi che si vede qui accanto. Furono trovati, come i lettori di questo blog ricorderanno, nei dintorni del Nuraghe Crocores, sepolto dalle acque della diga sul Tirso e quell'anno restituito alla vista dalla siccità. Il professor Gigi Sanna, che li vide, riconobbe la scrittura incisa sui reperti, sassi di fiume, come etrusca. Una funzionaria della Sovrintendeza, senza per altro averli visti, non ebbe dubbi e disse ad un giornalista che si trattava di falsi.
In questi venti mesi, benché della vicenda si siano occupati oltre a questo blog, forum e quotidiani, dalla torre eburnea sovrintendenziale, è venuto solo il silenzio. Insieme ad una ventina di persone, il 12 gennaio di quest'anno scrissi una lettera al ministro Bondi, sollecitando il suo interessamento alla vicenda. La sua segreteria rispose il 16 marzo con questa lettera:
Mi riferisco alla questione da Lei evidenziata all’On.le Ministro riguardante i ciottoli del lago
Omodeo nel Comune di Allai.
Desidero comunicarLe al riguardo che la vicenda è all’attenzione della Procura della Repubblica di
Oristano e non mi è possibile, al momento, fornirLe chiarimenti in proposito.
Tuttavia Lei ed i firmatari della mail potrete richiedere notizie direttamente alla suddetta Procura.
Con i più cordiali saluti.
F.to FrancescaTemperini - Segretario Particolare Ministro
.”
Sono trascorsi ancora sette mesi e più e dal magistrato che si occupa delle vincenda, il dottor De Falco, a quel che si sa, nessuna nuova. Non si sa – del resto il Ministero non poteva certo dirlo in una lettera – che cosa Bondi abbia chiesto alla Procura: se indagare sul silenzio della Sovrintendenza o se verificare l'autenticità dei reperti. E non si sa quali convincimenti, e su quali fondamenti, la magistratura si stia facendo o si sia fatta.
Chi sa se qualche etruscologo – che penso il magistrato abbia consultato o si appresti a consultare – se la sentirà di turbare la quiete, introducendo nella storia codificata una turbativa di tanta portata? Che ci facevano nel cuore della Sardegna quelle scritte etrusche, non in lapidi funerarie ma in sassolini come quelli che i bambini usano per giocare? E, soprattutto, che vi faveva quel dischetto di Crocores, così mirabilmente inciso con lettere etrusche che sembra una copia indigena del Disco di Magliano? Che etruschi e sardi si conoscessero e si frequentassero intono al IX secolo, è testimoniato anche dal bronzetto sardo trovato in una tomba a Vulci (quello della foto), ma non esageriamo. La vulgata dice che il guerriero o la donna siano stati comprati da un ricco aristocratico etrusco. Ma il fatto che addirittura etruschi fossero con i loro sassolini scritti lungo il fiume Tirso non va proprio: forse bisognerebbe rivedere qualche pagina di storia. Meglio convincere un magistrato, che di archeologi si deve fidare, che quelle iscrizioni sono false. O no?

11 commenti:

Maurizio Feo ha detto...

Credo che prima o poi - spero presto - saranno disponibili responsi eruditi circa i presunti falsi di Allai. Vorrei però cogliere l'occasione per far notare alcune osservazioni personali. E' ormai noto a tutti che la pietra non si presta a studi di datazione, a differenza di altri materiali. Non è curioso che anche troppo spesso si ritrovino "mirabolanti reperti nuovi" realizzati proprio in questo materiale? Mi lascia perplesso - per motivi fisici - che il ciottolo si sia consumato all'attrito nel fiume solo fino al momento della realizzazione dell'incisione e poi risulti miracolosamente "salvato" dall'usura. Il fatto che le incisioni siano scritte in lingua Etrusca, prova solamente che l'esecutore (nel caso di un falso, s'intende!) disponeva di frasi etrusche come modello: se dette frasi non fossero originali ed uniche e soprattutto nuove, ma risultassero simili ad altre precedentemente descritte (tutti i testi etruschi esistenti sono già notoriamente registrati ed archiviati), molto probabilmente ci troveremmo di fronte ad un falso...I cattivi comportamenti, l'arroganza, le resistenze pressoché automatiche dei funzionari della Sopraintendenza possono dare fastidio anche a me, come a tutti. Come anche le perdite di tempo burocratiche ed inutili. Ma non spostano la questione. Molto più intrigante appare la statuetta bronzea di Cavalupo di Vulci, che con i ciottoli non c'entra proprio, mi sembra. Capisco bene per quale associazione d'idee essa sia stata mostrata, nell'occasione. In realtà, essa ci pone anche dei serissimi problemi d'interpretazione, di fronte all'unica certezza che la sua provenienza sia sarda. In qualche modo essa prova che comunque è realmente esistita una frequentazione tra Sardi ed Etruschi (su cui abbiamo ormai un Consenso Comune). Ma della statuetta - come dice appunto Gianfranco - non sappiamo neppure il sesso, la funzione, il significato degli strani vestimenti. Pittau interpreta il cappello a cono come indicatore dell'apparteneza alla classe sacerdotale.
Il discorso porterebbe lontano, citando tutte le ipotesi. Ma questa è tutta un'altra storia, naturalmente. Credo che sia necessario un esame affidabile, multidisciplinare, eseguito da esperti.
In conclusione: io resto agnostico, in attesa di un responso di cui possa fidarmi. Ma tendenzialmente sono sempre molto prudente, di fronte a nuove scoperte "destinate a cambiare la Storia dell'Uomo come noi la conosciamo"...
Maurizio feo

zfrantziscu ha detto...

Caro Maurizio,
come vado ripetendo da quanto questo blog è nato, sono aperto ad ogni considerazione. Anche alle sue sull'azione dei fiumi, pur se, conoscendo il Tirso, non mi pare particolarmente impegnato a far rotolare ciottoli.
Quel che mi irrita (siamo fra gentiluomini e poi ci sono delle signore) è:
a) la presentazione dei ciottoli è del gennaio 2008;
b) una funzionaria della soprintendenza li ha dichiarati falsi senza vederli;
c) sono trascorsi 20 mesi da allora senza che la Soprintendenza abbia detto una sola parola su una cosa resa pubblica, oltre che da questo blog, dai giornali; poteva dire, che so?, li abbiamo mandati ad esaminare, li abbiamo dati alla Procura della Repubblica; o qualsiasi altra cosa potesse dimostrare a noi che paghiamo gli stipendi che la Soprintendenza non è una satrapia orientale;
d) rendersi conto che la trasparenza non riguarda solo gli stipendi degli altri, ma anche i suoi comportamenti di organismo dello Stato.
Sa che cosa le dico? So che la persona che ha trovato i ciottoli (e una stele etrusca bilingue) è un galantuomo. Ma sarei disposto a dargli del falsario se questo servisse ad abbattere il fortino fortificato in cui la Soprintendenza coltiva un malsano sogno di essere una zona franca dai meccanismi della democrazia.

Roberto Bolognesi ha detto...

Capire la Storiografia-il modo in cui la Storia viene scritta o non scritta-serve a capire il presente.
Vi ricordate il casino scoppiato per la "leggenda del megatsunami" di Sergio Frau?
Incredibile, no?
La tesi di Frau sulle colonne d'Ercole è ineccepile: chiaro come il sole che una rappresentazione mentale ("i limiti del mondo conosciuto") debba cambiare con il tempo.
È plausibile poi che la Sardegna nuragica possa aver ispirato i sacerdoti egizi, che ne avrebbero parlato a Solone, cosa di cui avrebbero discusso Socrate, Timeo, Ermocrate e Crizia e a cui Platone fa riferimento.
Plausibile anche, ma soltanto ammettendo che Platone abbia davvero assistito a quella discussione (e non sia stato un gran bugiardo) e che Socrate, Timeo, Ermocrate e Crizia non raccontassero-magari in buona fede-delle balle e-ammesso anche che quelle di cui parlavano Socrate, Timeo, Ermocrate e Crizia non fossero balle-che i sacerdoti egizi, a loro volta, non avessero raccontato delle balle a Solone.
Insomma: se in tutta questa catena di citazioni nessuno avesse raccontato delle balle-neanche un po'-allora la Sardegna nuragica potrebbe essere stata il modello idealizzato dell'Atlantide si Platone.
La logica di Frau ha portato a un risultato certo: le "Colonne d'Ercole" si sono spostate seguendo il modo in cui la visione che i Greci avevano del mondo si è modificata nel corso della Storia.
Ma la logica di Frau ha anche portato a quello a cui sempre porta la logica, quando non è sostenuta da dati empirici: una semplice congettura.
La Sardegna come Atlantide si fonda sullo stesso tipo di ragionamento che recita "Se mia nonna avesse le ruote..."
Sarebbe bastato distinguere tra le cose si possono sostenere empiricamente e quelle che non lo sono e quindi sono campate per aria.
E invece si è assistito alla versione moderna dei libri al rogo: incredibile! Perfino un appello a non comprare il libro di Frau.
Che poi la congettura di Frau sia stata fruttuosa e abbia portato a un maggiore interesse internazionale-nel senso di non sardo: addirittura l'Unesco!-per la civiltà nuragica è una cosa bellissima, ma non cambia nulla al fatto che sempre di una congettura si tratta.
Insomma, basta pensare a quanto un romanzo (per es. "La capanna dello zio Tom') possa influenzare il modo di pensare della gente.
Le reazioni isteriche al libro di Frau vanno allora spiegate come la reazione di chi fa Storiografia-raccontare cioè la Storia-sulla base dei propri interessi nel Presente.
Non è il passato che conta, ma come lo racconti: la Storia come Cronaca e la Cronaca come Fiction.
Berlusconi docet: quello che dici non conta, ma conta dove lo dici e il momento in cui lo dici. Quello che hai detto ieri non conta più e domani si vedrà quale sarà la nuova verità: tutto dipende da quanta gente ascolterà la nuova versione.
È importante allora che il ciotolo di Allai sia ricoperto di caratteri etruschi?
Certamente, ma è molto più importante il fatto che non lo si voglia far sapere!
Ai Sardi non è dato avere una Storia-il professor Casula ce l'ha ricordato ancora una volta-perché la Storia la scrivono i Vincitori.
E la scrivono oggi, nel presente.
Se ai Sardi fosse concesso di scrivere la loro storia, non sarebbe la loro posizione nel passato a cambiare, ma la loro posizione nel presente.
Non è possibile sapere quanta parte del benessere attuale dei Toscani derivi dal fatto che la storia della civiltà Etrusca non venga censurata, ma per i Sardi è facile fare i conti: se i Sardi conoscessero la loro Storia, la SARAS come minimo dovrebbe pagare le tasse nel comune di Sarroch.
Già, perché conoscere la propria storia-cioè, averla scritta di proprio pugno-significa definire, oggi, ciò che si è.
Significa essere i padroni del proprio presente.
Ecco perché non possiamo essere padroni del nostro passato.
Detto questo: il 70% dei Sardi, quando la Sardegna era indipendente, era costituita da "tzeraccos" (servi della gleba).
Eleonora, non ti amerò mai!

Anonimo ha detto...

Caro sig. Feo,
credo di aver letto da qualche parte che “la pietra è uno dei materiali che meglio resiste all’insulto del tempo”...questo, forse, rende meno curioso il fatto che si ritrovino, più spesso, documenti realizzati con supporti di quel materiale, specie quando così antichi.

Per il resto...venti mesi di silenzio...che stiano cercando...tra vecchie fibbie o roba simile?! Vedrete che fra un po’ viene fuori un lavoro serio.


Pietro Murru

Anonimo ha detto...

E' troppo facile dire -è falso,oppure -Platone "smarronava",o ancora-i bronzetti sardi sono stati messi nelle tombe etrusche in seguito,o addirittura-sono falsi.E' molto facile parlare in tale maniera,di solito,è sempre più facile per chi non ha gli argomenti giusti atti spiegare i tanti come e i tanti perchè dei ritrovamenti.Oppure,in certi casi,si preferisce mettere in dubbio le fonti(Platone o altri)per elimiare il problema alla radice.Bisogna essere un pò obbiettivi,e dire che l'ultima parola spetta alla scienza.Si la scienza,quella vera,che valuta i reperti senza pregiudizi e senza finzioni.Quella che non muta gli esiti per meri interessi personali,i quali,pur di nutrire il proprio ego,vengono messi in piazza senza pudore.
Certo,ognuno è libero di esprimere il proprio parere,ma bisogna sapere,che la scienza non è fatta di pareri,ne di opinioni,essa è composta di verità notoriamente non opinabili.Chi insiste sulle opinioni,è fuori da ogni concetto scientifico.
Quei reperti,possono parlare e dirci qualcosa su di loro,chi è in grado di capirne il linguaggio? E' assai difficile capire un linguaggio che non si vuole ascoltare,perchè spesso dice cose che fanno male.
Lasciamo che essi parlino,bene o male che facciano i loro discorsi,sarà sempre meglio che zittirli per sempre.
Dudduru

Anonimo ha detto...

Fermo restando che poersino il toponimo THIRSO pare derivare da THURSA, il nome antico delgi Etruschi.... caro Maurizio ti volgio segnalare una ulteriore prova della incomprensibile ARROGANZA delgi ARCHEOBUONI della sovrintendenza in sardinia.
Tutti avete letto della rappresentazione a THARROS (toh! Un altro nome che riporta a THURSA) "SOUNDS&LIGHT che raccontava la bttaglia di QADESH. Rappresentazione che ha rischiato di saltare diverse volte prprio per l'indisponenza dei nostri esimi e potentissimi sovrintendenti. Indovinate un poco: NON volevano che il nome SHARDANA comparisse nel racconto. Al massimo poteva essere "levantini". Eppure, la sera della inaugurazione era pieno di funzionari e politici, amnministratori regionali, giornalisti, sindaci... No, SHARDANA nenache per sogno! CENSURA!
Eppure due anni fa, mi pare, a Tharros fu rappresentata una ... PUNTATA DI ZELIG!!! Non mi pare che il sovrintendente abbia modificato il COPIONE!
ARROGANZA, solo unicamente ARROGANZA di una JENìA di persone che ha la CARICA, senza avere la scienza, solo l'ARROGANZA.
Non mi firmo. per un semp,lice motivo... ogni sardo può e DEVE scrivere ciò che io ho scritto. la stoira dei Sardi appartiene ai Sardi e ce la scriviamo noi, anche sbagliando, ma abbiamo il diritoto di leggere i documenti ritrovati che possono parlare dei nostri BABAIS e dei loro amici e alleati. Come i THURSA/ETRUSCHI! :-)

Anonimo ha detto...

Avrei una domanda per Maurizio Feo. In quale senso intende dire "frasi originali ed uniche" riferite all'Etrusco? Che io sappia del'etrusco si conoscono sopratutto gli epitaffi funerari. Quest'ultimi, non brillano certo per originalità e inventiva. Vorrei dei chiarimenti. Mi pare che si mettano un po troppo "le mani avanti"; e facendo così mi chiedo se di fronte ad una frase stereotipata, magari una formula rituale, o giuridica (avete presente le legis actiones Romane?) non si cerchi il pretesto per non convalidare quei documenti. O peggio e molto più probabilmente, si fissi un criterio che applicato da solo costringerebbe a deduzioni errate.

Unknown ha detto...

Premetto che il mio atteggiamento - riguardo l'autenticità dei ciottoli- è agnostico, per prudenza che considero necessaria. Per il resto, condivido quanto scritto molto bene in risposta da Gianfranco.
Anzi, intendo chiarire che - naturalmente - accetto pienamente il suo giudizio circa la trasparenza del ritrovatore, che mi dispiace di non conoscere personalmente. Per quanto riguarda le mie osservazioni, esse sono solamente tali, senza alcuna pretesa. Visto che mi è stato chiesto, aggiungo un chiarimento, (che sicuramente non è necessario per tutti: anzi, mi auguro che gli esegeti della lingua etrusca intervengano). Le iscrizioni etrusche sono in realtà molto numerose: dal TLE di Pallottino del 1954 (Testimonia Linguae Etruscae) al Corpus Inscriptionum Etruscarum, giù fino al testo di Pittau, Testi Etruschi commentati e tradotti (che contiene 600 iscrizioni). Alcune si sono ritrovate recentemente. Anche se spesso monotematiche ed abbreviate. Alcuni testi sono piuttosto lunghi, come la Tegola di Capua, la Mummia di Zagabria, il Piombo di Heba, il Cippo di Perugia, le Lamine di Pirgi. Faccio incidentalmente notare che persino nel TLE gli esperti hanno rinvenuto circa 30 iscrizioni certamente false.
Certamente, un ritardo di un anno è esasperante.
Certamente, certi atteggiamenti aprioristici sono insopportabili.
(Visto che parliamo di organizzazioni e dipendenti pubblici - personalmente sono più irritato da ritardi in altri settori della Pubblica Amministrazione: in particolare da l settore della Giustizia, delle Amministrazioni Locali, della Salute e via dicendo: le pietre non sono una nostra ragione di vita, una causa legale invece, spesso sì).
Certamente, comprendo che esistano motivi di principio che a molti paiono irrinunciabili e che sembrano abitualmente calpestati con arrogante noncuranza.
Con questi e con gli altri motivi esposti, mi dichiaro pienamente d'accordo.
MF

gigi sanna ha detto...

Per saperne e capire un po' di più, anzi molto di più (con le immagini molto chiare di tutti i reperti): Gli Etruschi della Valle del Tirso; in Paraulas (2008), Anno X, N.30, pp.3 -14. Non solo ci sono in sintesi le mie 'considerazioni' e la mia chiara opinione sui documenti autentici(che ho espresso in un'apposita ampia relazione-conferenza stampa per incarico del Comune di Allai)ma anche la franca lettera di donazione disinteressata dei documenti da parte di Armando Saba, cioè del funzionario della Regione che li ha trovati quando il Lago Omodeo (non solo il fiume Tirso!)era in secca. Una copia della rivista potreste averla dal Comune di Allai che ne ha acquistato, credo, trecento copie; oppure da Franco Pilloni, il Direttore del periodico.
Se però qualcuno, senza affaticarsi troppo, volesse capire 'tutto' su tutta la vicenda archeologico -epigrafica, qual'è davvero il 'sugo' di essa, rilegga attentamente le tre righe (amare e sarcastiche) finali del post di Pietro Murru.
Bravo, Murru! Che squallore in taluni settori del mondo scientifico! Sì lo credo anch'io, le 'cianfrusaglie' come 'prove' si trovano dappertutto e fra poco è pronta sicuramente la rivista 'scientifica' (e pronto lo 'scienziato') che cercheranno di mettere la cosiddetta pietra tombale sui magnifici reperti di Allai. Dico 'magnifici' e di grandissima rilevanza scientifica (anche per capire di più l'etrusco!)per averli visionati per tanto tempo (e, devo aggiungere, con una iniziale fortissima dose di pessimismo).
Ma stavolta credo che,per fortuna, stia montando l'incazzera dell'opinione pubblica....Gianfranco tieniti pronto. Anche perchè ne parlerò, sia pur indirettamente,durante l'esame delle tavolette-sigillo di Tzricotu, alla ripresa del Corso di Epigrafia nuragica che si terrà. come si sa, nella Sede dell'associazione G.Pirina Giovedì 1 Ottobre (ore 19).

Anonimo ha detto...

Dudduru alias Salvatore Fadda ha detto.....
Bellissimo blog il vostro,io lo trovai per puro caso(o forse a causa dell'interesse vivido che ho per tutto ciò che sa di antico:archeologico,epigrafico,
antropologico,etc.),vi confesso che si parla di argomenti spesso puntellati da grande competenza.Noto però con mia indignazione che alcuni personaggi discutono di materie di cui non hanno cognizioni specifiche.Se almeno questi signori-re si ponessero nelle condizioni (umili)di semplice amatorialità,cercando di cogliere le splendide spiegazioni di chi (come ad es. prof.Sanna) ha titolo per poterlo fare,sarebbe meglio.Si badi bene che il titolo è un corroborante del sapere umano,perchè presuppone degli studi specifici,che a livello amatoriale non è possibile certo fare.
Escludo di certo da questa considerazione molti studiosi "guerrafondai",che entrano nel blog,non per stimolare educatamente,alcune considerazioni,ma che,facendo emergere il loro lato "scimmiesco",quidi assai arcaico,cercano di creare la rissa.
Vi chiedo,di evitare facili provocazioni di simili individui,concentrando primariamente la discussione sui fatti salienti che animano questo blog.
Posso affermare,con ogni certezza,che le verità hanno una strana prerogativa,quella di emergere sempre contro tutto e contro tutti.
Riguardo ai ritrovamenti in questione,le lungaggini nei pronunciamenti,sono da ritenersi,da una parte sintomo di serietà professionale,di chi effettua le verifiche,secondo (e la cosa mi puzza non poco),sintomo di un pò di malafede.Certo parlare di incompetenza non è ne corretto,ne idicato per il caso, perchè tutti gli esperti vantano dei titoli specifici.
Comprendo che,queste persone,si devono pronunciare,su una cosa che modifica di molto lo scenario, anche storico,della Sardegna antica,e prima di tirarsi la zappa sui piedi,si prendono tempo.
Ma,ribadisco,le verità emergono sempre,tali reperti potrebbero essere soggetti a svariate analisi ed esami futuri,e se gli esperti che tuttora analizzano i reperti,non saranno estremamente obbiettivi,un domani potrebbero essere bollati di incompetenza.
Tali studiosi ponderino bene quindi prima di sentenziare,mettendo da parte egopatie inutili,o sindromi strane,e pronunziandosi proporzionalmente al loro grado di competenza e di preparazione.

Salvatore Fadda ha detto...

cara Aba,scusa se mi intrometto, vorrei farti notare un particolare,di cui sei sicuramente già a conoscenza,e su cui ti chiedo una considerazione.Tale particolare,concerne il fatto che un Dio maschile,come Sin,rappresenti nella sua essenzialità, caratteristiche prettamente femminili.
Si sa infatti da sempre,che la luna deve la sua importanza,alla rappresentazione che essa fa della natura femminile(senza entrare nei paricolari).Non ti pare che un Dio maschile come Sin fosse il meno adatto a rappresentare tali catteristiche?
Le corna come attributo lunare,ma anche e spesso virile,come vengono
da te considerate,al caso?
Mi interesserebbe sapere un tuo parere in merito,grazie.