Lentamente, ma al dunque con continuità, comincia a svilupparsi il dibattito su i due corni dello stesso problema: il nuovo Statuto speciale e la riforma federale della Repubblica. Della Repubblica e non dello Stato, anche se non molti attori del dibattito sembrano essersi accorti che il Titolo V della Costituzione oggi dice: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”. Il significa che è la Repubblica a “contenere” le regioni e lo stato, fra loro equiordinati, e che spetta ad essi federarsi. Ma lasciamo stare.
Merito della ripresa (inspiegabilmente interrotta) è di Gianfranco Sabatini con due articoli nel sito “Democrazia oggi”. L'uno dal titolo scioccamente offensivo “La nuova Carta de Logu: un contributo allo spirito sfascista dell’Italia” che non rende onore al ragionamento dell'amico Sabatini, l'altro più pacato: “No, cari amici, nella Noa Carta de Logu non c’è solidarietà”. Entrambi, come si capisce, dedicati alla proposta di nuovo Statuto speciale nella cui redazione anche chi scrive ha avuto un ruolo; entrambi non sono condivisibili. Ma il merito resta.
Della questione si sono occupati il direttore dell'Unione sarda, sposando l'idea di una Assemblea costituente per la scrittura dello Statuto, la presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, il Riformatore Massimo Fantola e il Sardista Paolo Maninchedda, entrambi favorevoli all'Assemblea costituente. Ieri poi, a Santa Margherita di Pula, il convegno sul federalismo fiscale con gli interventi dei presidenti delle regioni Cappellacci, Formigoni, Bassolino.
Insomma, le cose sembrano in movimento. C'è un clima diverso da quello in cui naufragò nel 1988 la proposta del Partito sardo d'azione autore di un eccellente articolato che prevedeva la massima estensione possibile delle competenze e dei poteri. Fu accolto da una bordata di critiche non da parte dei partiti suoi alleati ma dei loro “intellettuali organici”. Qualche titolo dell'epoca: “Oltre lo stato unitario ma senza progetto” (Costantino Cossu), “Qualche potere pronto per l'uso” (Fulvio Dettori), “Storia di una terra felice ed inestistente” (Antonello Mattone), “Nel lucido cilindro un vecchio coniglio” (Angelo De Murtas). Va detto che La Nuova, che lanciò un “dibattito” sulla proposta, non ospitò alcuna voce favorevole. Uno spreco di parole e di energie, perché ad affondare il bel progetto non fu il fuoco nemico, ma quello amico, interno al Psd'az.
Clima diverso, anche perché il federalismo fiscale ha smesso di essere un lontano spauracchio e perché di nuovo Statuto parlano i sindacati, alcuni partiti e persino qualche intellettuale. C'è, però, un rischio: quello di perderci in defatiganti discussioni sullo strumento per l'elaborazione della nostra Carta fondamentale anziché sul che cosa metterci dentro. All'Assemblea costituente, riproposta da Massimo Fantola e da Paolo Maninchedda, fui molto affezionato fin dal 1996 quando fui fra i promotori dell'idea. Sono passati tredici anni ed è già tramontata la possibilità, che qualche anno fa pareva concreta, di averla. Al di là della buona fede di Fantola e di Maninchedda, battersi per una Assemblea costituente oggi solleverebbe il sospetto che non si voglia affrontare la questione di un nuovo Statuto speciale. Una brutta gatta da pelare, sicuramente, per la necessità di svelare coram populo che cosa si intenda davvero per autonomia speciale in tempi di crisi dello Stato nazionale e di incombente federalismo.
Una proposta c'è, quella che l'amico Sabatini (e la redazione di Democrazia oggi, con quel titolo significativo del pensiero di quella sinistra) duramente critica. Ma c'è e fu appoggiata anche dai Riformatori di Fantola. L'idea iniziale – che spero sia rispolverata – era quella di sottoporla alla discussione, alla modifica e alla firma del popolo sardo. Chi temesse un parto nella testa di Minerva (e per questo vuole il coinvolgimento popolare attraverso la Costituente) quale migliore occasione avrebbe se non favorire il dibattito insieme al popolo sardo, chiamato a farsi promotore di una legge di inziativa popolare?
Nella foto: Il logo del Comitato per lo Statuto
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