mercoledì 15 ottobre 2008

Non sarà "il", ma "un" Santo Graal forse sì

di Gigi Sanna

Caro Gianfranco,
vorrei entrare nel merito dell’argomento, quello offerto dal prof. Sauren sulla coppa rinvenuta ad Alessandria e presentata durante la Conferenza di Madrid. Un argomento interessantissimo del quale non possiamo che ringraziarlo per avercelo proposto. Devo premettere che ho parlato nel frattempo con diversi amici, biblisti e non, della coppa, dell’intrigante espressione contenuta nell’oggetto e dell’alfabeto che corre lungo tutta la superficie (quella solo visibile) esterna di esso. Naturalmente abbiano ritenuto fondate le critiche mosse dal professore sul singolare modo di presentazione della coppa della quale, praticamente, sappiamo quasi nulla. Nulla sulle misure, nulla sulla materia di cui è composta, nulla, soprattutto, sulla seconda parte della scritta che presenterebbe un ‘OGOISTAIS’ a cui si darebbe valore di ‘magi’(non si capisce bene però ‘chi’ lo dia questo valore).
Il prof. Sauren offre, sia pur con prudenza, la sua dotta interpretazione, affrontando non certo superficialmente ma con la dottrina che possiede ed il rigore dovuto, l’intera scritta, sia sul versante paleografico sia su quello lessicale ed ermeneutico complessivo. Prendendo per buono l’OGOISTAIS che non si vede, (leggi tutto)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per quanto non da tutti accetta, si trova una affermata interpretazione che già dal 63dovevano esser presenti ebrei e protocristiani a Pompei, per cui un'interpretazione in tal senso non sarebbe del tutto inopinata (cfr. http://www.storialibera.it/epoca_antica/impero_di_roma/pompei_ercolano_stabia/»)

piccolo Are