C'è chi stravede per Renato Soru e ne difende parossisticamente le politiche in materia economica, urbanistica, sociale. Ma quando si mette in testa di fare qualcosa per la lingua sarda, sono guai. L'opposizione allora si fa dileggio e, spesso, mistificazione. Uno di questi supporter a corrente alternata è il direttore di L'Altra voce, quotidiano web, feroce critico dell'idea che la Sardegna abbia una lingua comune, sia pure solo per uso amministrativo.
Un'idea che obnubila chi, per altri versi, ha osannato il presidente della Regione. La cronaca dell'assemblea degli addetti agli sportelli linguistici, durante la quale Soru ha annunciato una prossima legge di politica linguistica, è stato titolata così: “Seus cirkendi de fai radio Kabul…”. Nell'articolo è scritto: "Una radio tutta in sardo: «No ia bolli ki mi nerinti ki seu cirkendi de fai Radio Kabul», scherza".
Ma dove il nostro dà il meglio è nello sfottere il comunicato stampa in Limba sarda comuna (il primo uscito dalla Regione in 60 anni di autonomia). Per "par condicio", sfotte, lo pubblica anche in casteddaiu (lo si può leggere cliccando qui). Ottima iniziativa, verrebbe da dire. E lo sarebbe se il casteddaiu non fosse bistrattato, ridotto a un linguaggio sgrammaticato, incoerente, scritto alla carlona come si confà non a una lingua nobile, ma a un dialetaccio senza arte ne parte.
Così, ma chi legge si potrà spassiai guardando il testo completo, il verbo "è" viene scritto una volta "esti" e altre volte, all'italiana, "è"; il plurale una volta è scritto con la "s" finale, "sportellus" e un'altra volta con una inedita "u", "kussusu"; una volta si scrive "sarda" e un'altra "srada" come se si trattasse di cose diverse.
Insomma, il nostro sale in cattedra e sbaglia anche la grammatica.
1 commento:
complimenti per il bel blog!!! io non credo che la LSC abbia un futuro...anche se me lo auguro... hai visto cosa hanno saputo fare in catalogna? erano messi peggio di noi e ora, grazie a una buona politica linguistica, hanno normatizzato il catalano!
bello!!
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