Sarà responsabilità dei giornali infedeli, nel riportare le cose, o dalla campagna elettorale dei grandi e medi schieramenti in Sardegna manca una questione di fondo? Fondamentale è, va da sé, la questione della nuova Costituzione della Sardegna. Diceva non ricordo più chi, che fra la riforma delle istituzioni e i provvedimenti economici e sociali c'è lo stesso rapporto che c'è fra il matrimonio e i regali di nozze: questi ultimi sono molto attesi, ma senza il primo non ci possono essere.
Ebbene, leggendo i giornali sardi e qualche comunicato emanato dai partiti, si ha l'impressione che c'è una inquietante assenza: la volontà di dare alla Sardegna una Costituzione in cui siano stabiliti i rapporti futuri fra l'Isola, l'Italia, l'Europa. Tutti parlano dei regali di nozze, nessuno di nozze. Tutti, insomma, si impegnano per lo sviluppo della Sardegna, per l'occupazione, qualcuno dice che bisogna ripensare al sistema produttivo, altri si spinge a chiedere continuità territoriale e la zona franca. Non si esce, insomma, dall'economicismo che fu il difetto fondamentale del vecchio Statuto, fatto passare, dai sardi che lo chiesero e gli italiani che lo concessero, come un provvedimento per superare il deficit di sviluppo tra Sardegna e Continente. Il fatto che a fondamento della specialità dell'autonomia ci fossero elementi immateriali come la lingua, la storia, gli istituti giuridici del diritto consuetudinario, nemmeno fu preso in esame.
Oggi si rischia di commettere lo stesso drammatico sbaglio. Per la verità, l'ex ministro Pisanu, una novità l'ha introdotta: quella della insularità come fondamento della specialità e del diritto a una contrattazione alta di un nuovo rapporto con l'Italia e l'Europa. Dal semplice economicismo del passato si va al "geografismo", qualcosa di più e di meglio, ma non basta. C'è a disposizione di tutti una proposta di Costituzione "Sa Carta de logu nova de sa Natzione sarda", pubblicata ora da Condaghes e a cui può essere richiesta,elaborata da un Comitato cui ha garantito appoggio e sostegno anche lo schieramento di cui Pisanu fa parte. (Nella foto la copertina del libretto).
Un progetto forte. Troppo per essere appoggiato anche in campagna elettorale?
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