Solo in pochi - ricordo l'intellettuale di Baunei ed ex sindaco del paese Pasquale Zucca - si resero conto di quanti pericoli si nascondessero dietro il gentile acronimo Sic. Sic = siti di interesse comunitario. L'ex presidente del governo sardo ed ex senatore dipietrista Federico Palomba corse a individuare decine e decine di Sic qua e là per la Sardegna e, senza sentire i comuni, ne consegnò l'elenco all'Unione europea.
Per Palomba, questo del ritenere superflua l'opinione delle comunità e delle loro amministrazioni, era un vizio: lo sperimentò disastrosamente con il Parco del Gennargentu che tentò di imporre con i risultati che, credo, tutti sappiano. Ma, mentre parco è una parola tonda, immediatamente comprensibile, Sic, Zps, Ptp sono sigle che hanno bisogno di una comprensione più sofisticata. E in pochi, salvo nelle comunità più avvertite e sull'avviso circa il fondamentalismo dei cosiddetti ambientalisti, si misero sul chi vive.
Succede, così, che fondandosi sulla direttiva europea sui Sic, e con il godimento quasi orgasmatico del club degli ambientalisti illuminati sardi, l'Unione europea starebbe per trascinare la Regione sarda e lo Stato italiano di fronte alla Corte di giustizia europea perché la Regione, dopo un tira e molla con il comune di Narbolia, alla fine ha concesso il nulla osta alla costruzione di strutture turistiche dentro la pineta di Is Arenas, in una zona della Sardegna preclusa allo sviluppo turistico e aperta quasi solo alla contemplazione dei buoni selvaggi.
I Sic, è stato lungamente bandito, non contrastano con lo sviluppo, non confliggono con il turismo. Forse - ma non è detto - la corporazione degli ayatollah ambientalisti non riuscirà a far abbattere le strutture turistiche di Is Arenas. Ma, forse, è il caso che le amministrazioni sarde le quali hanno subito (o inconsciamente accettato) i Sic sul loro territorio comincino a riflettere su quanto sta per accadere nel comune di Narbolia, provincia di Oristano.
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