Ambienti industriali, politici e mediatici stanno
in Italia consigliando il governo Monti a fare un golpe attraverso la revoca
dell’autonomia speciale alla Sicilia. Ministri di quel governo hanno accolto
senza apparentemente battere ciglio la revoca delle garanzie costituzionali e
legislative nei confronti delle minoranze linguistiche, limitate da qualche
burocrate alle lingue parlate in stati confinanti con l’Italia. La Cassazione,
travolgendo la legge dello Stato n. 482 e alcune pronunce della Corte costituzionale
ha recentemente sentenziato che il sardo non è una lingua, ma una “forma
linguistica dialettale” (sic!). Una sciocchezza dal punto di vista scientifico
e politico, ma tant’è: in questo Stato la magistratura pretende di esercitare
poteri sostitutivi in tutti i campi.
Un clima pesantissimo di emergenza democratica è,
dunque, in atto, ed è spesso mascherato da esigenze economiche. Credo che il
tentativo più greve sia quello contro l’autonomia siciliana, che trova uniti
uomini della Confindustria, deputati dell’Udc e l’inventore e Gran Vate
dell’anti-casta, questi ed altri tutti a chiedere a gran voce un colpo di
spugna sulla Regione siciliana. Non mi stupirei se il presidente della
Repubblica abbia convocato Mario Monti di tutta urgenza (e drammatizzando
l’incontro attraverso l’annuncio dell’annullamento di un precedente impegno di
Napolitano), proprio per segnalare al capo del Governo il pericolo di una
deriva anticostituzionale.
Fatto sta che il default, la bancarotta della
Sicilia, che secondo gli apprendisti golpisti avrebbe dovuto giustificare il
commissariamento dell’autonomia, era una bufala. Raccontano le cronache che
dopo il colloquio fra Napolitano e Monti, quattrocento milioni di euro dovuti
alla Sicilia dallo Stato e a lungo negati sono spuntati come lumache dopo le
prime piogge. Insieme alle lumache è emersa la esclusione del pericolo di
default. Senza apparenti risultati
drammatici, l’istigazione al golpe non credo non finirà qui. Il neo
giacobinismo che la ha ispirata è ideologia molto forte ed è diffusa e trova
terreno fertile, va da sé, nei disastri combinati dalle classi dirigenti siciliane,
nella loro propensione al clientelismo e nella contiguità con Cosa nostra di
suoi settori politici, economici e finanziari.
Ma tutti sono titolati a dare lezione salvo i
responsabili dei disastri italiani, quelli che hanno trascinato tutto lo Stato
italiano sull’orlo di quell’abisso economico da cui i cittadini sono stati
appena appena spostati. C’è in giro, ne sono convinto e spaventato, una
tentazione che coinvolge settori sempre più ampi della politica, dell’economia,
della cultura, del giornalismo e – mi par di capire – della magistratura:
favorire una svolta autoritaria e nuovamente accentratrice della Repubblica,
nella illusione che un forte governo centrale della società italiana riesca a
creare quella Unità d’Italia che è fallita. I neo giacobini pensano che ciò sia
dovuto al decentramento, da essi ritenuto sproporzionato. La realtà è che sarà
il loro sogno napoleonico a risolvere una volta per tutte il grande inganno di
una unità fondata sulle annessioni.
PS - Felice, segnalo questa iniziativa di Federico Palomba, deputato dell'Idv, a favore della lungua sarda:
SPENDING REVIEW, PALOMBA: EMENDAMENTO IDV CONTRO LA DISCRIMINAZIONE DELLA LINGUA SARDA
Cagliari, 20 luglio 2012 – Su richiesta del deputato Federico Palomba, l’Italia dei Valori ha presentato un emendamento a firma del senatore Fabio Giambrone per la soppressione della norma sulla revisione della spesa pubblica che crea discriminazione tra le lingue minoritarie riconosciute dallo Stato penalizzando l’insegnamento del sardo nelle scuole dell’Isola. «Il comma che vogliamo sopprimere – spiega Palomba – interpreta in modo assolutamente restrittivo e arbitrario le norme varate nel 2011 sulla stabilizzazione finanziaria individuando come “aree geografiche caratterizzate da specificità linguistica” quelle “nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera”. A parte l’incongruenza di questa definizione generica con la quale vengono distinte con criteri del tutto discrezionali le lingue dai semplici dialetti, questa norma – prosegue il deputato sardo – riportando la base di calcolo per le Istituzioni scolastiche Autonome al numero di 600 alunni determina di fatto la cancellazione di numerosi posti di lavoro nelle scuole sarde sopprimendo in particolare i posti degli operatori che avevano il compito di insegnare e promuovere la cultura e la lingua sarda. Per questo auspichiamo che il nostro emendamento venga approvato dal Senato e chiediamo che tutti i senatori sardi facciano convergere su di esso i propri gruppi di appartenenza – conclude Palomba -. In caso contrario le Regioni discriminate, in primis la Sardegna, dovranno autonomamente difendersi impugnando questa norma palesemente incostituzionale davanti alla Consulta».
PS - Felice, segnalo questa iniziativa di Federico Palomba, deputato dell'Idv, a favore della lungua sarda:
SPENDING REVIEW, PALOMBA: EMENDAMENTO IDV CONTRO LA DISCRIMINAZIONE DELLA LINGUA SARDA
Cagliari, 20 luglio 2012 – Su richiesta del deputato Federico Palomba, l’Italia dei Valori ha presentato un emendamento a firma del senatore Fabio Giambrone per la soppressione della norma sulla revisione della spesa pubblica che crea discriminazione tra le lingue minoritarie riconosciute dallo Stato penalizzando l’insegnamento del sardo nelle scuole dell’Isola. «Il comma che vogliamo sopprimere – spiega Palomba – interpreta in modo assolutamente restrittivo e arbitrario le norme varate nel 2011 sulla stabilizzazione finanziaria individuando come “aree geografiche caratterizzate da specificità linguistica” quelle “nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera”. A parte l’incongruenza di questa definizione generica con la quale vengono distinte con criteri del tutto discrezionali le lingue dai semplici dialetti, questa norma – prosegue il deputato sardo – riportando la base di calcolo per le Istituzioni scolastiche Autonome al numero di 600 alunni determina di fatto la cancellazione di numerosi posti di lavoro nelle scuole sarde sopprimendo in particolare i posti degli operatori che avevano il compito di insegnare e promuovere la cultura e la lingua sarda. Per questo auspichiamo che il nostro emendamento venga approvato dal Senato e chiediamo che tutti i senatori sardi facciano convergere su di esso i propri gruppi di appartenenza – conclude Palomba -. In caso contrario le Regioni discriminate, in primis la Sardegna, dovranno autonomamente difendersi impugnando questa norma palesemente incostituzionale davanti alla Consulta».
9 commenti:
Caro ZFP,questa volta non sono d'accordo,per niente con Lei.Ma lei sa quanti dipendenti ci sono alla regione Sicilia? 30.000.Ma lo sa che c'è un pensionato della regione che percepisce 1400 euro al giorno?Può anche darsi che Monti e Napolitano vogliano fare il golpe ma che le spese dei politici siciliani sono inusitate è un dato di fatto.Non mi risulta,che la regione Sarda faccia simili ruberie.Finchè i politici tutti e dico tutti,non la smettono di darsi stipendi stratosferici,contro la povertà degli italiani,non si risolverà mai nulla.L'onestà è un imperativo.Basta mettere tasse ai soliti noti,che poi,siamo sempre noi.Ma quanti piccoli industriali si ammazzano perchè tassati oltre misura e,sopratutto lo Stato non paga o paga a tempi lunghissimi i debiti che hanno.
Una cosa è razionalizzare e anche moralizzare altra è attaccare le autonomie speciali. In questo sono d'accordo con Gianfranco e in altre sedi scrivo da tempo che siamo il fronte a un new fascism tendente ad riaccentrare lo stato distruggendo le autonomie. I sintomi sono tanti e chiari. È altrettanto chiaro che il ceto politico sardo è castrato e salvo qualche segnale disperato e sovrastrutturale a livello regionale mostra un encelofalgramma piatto. Gianfranco plaude a Palomba peccato che da vicepresidente della sua commissione abbia approvato, con la sua assenza , la legge di ratifica della carta europea dele lingue, che cancella e discrimina la lingua sarda rendendola di serie c ed escludendola dalle scuole, media e giustizia. I responsabili sono principalmente il pdl ed il pd che con un novello compromesso storico nazionalista italiano sostengono il governo monti al quale fanno fare il lavoro sporco di cancellare non dico il federalismo paticciato all'italiana ma l'autonomismo reale. Al senato e ala camera i parlamentari sardi fanno la figura degli eunuchi che i turchi producevano dai ragazzi cristiani che prelevavano dalle terre colonizzate. Ricattati dalla necessità di ricandidatura da parte dei loro padroni romani sono impotenti e traditori dei sardi e della loro lingua per la quale mai hanno fatto nulla.
Signor Carboni,ha ragione in tutto e Lei ha fatto un analisi tristemente veritiera sui parlamentari sardi al governo, sono proprio degli"eunuchi" e d aggiungo servi.
Sos "eunuchi" e sos "servi" in chistione non tenene curpa peruna, ka non hana ischeperau issos de lu essere. Sos "Palomba" de s'urtim'ora cherene tancare s'istalla a pustis ki sos voes sun fuios.Si podiana mofere innanti de si brujare e de ke brujare kin issos totus sos sardos ki los hana ischertaos (kene ischire ki non baliana NUDDA).
Mi resta troppo difficile seguirti nel percorso dei tuoi retropensieri, caro GFP.
In verità avevo capito che fosse stato Monti a chiedere l'incontro a Napolitano, per cui questa frenata da parte del Presidente a salvaguardia della democrazia mi pare improbabile.
Tu metti insieme un bel po' di potentati economico-sociali nel disegno oscuro di un "new fascism", per dirla come Carboni (minchia! ma c'era bisogno di ricorrere all'inglese per definire una cosa tutta italiana come il fascismo?), ma dimentichi che i nostri padroni occulti non hanno caratura mentale e culturale così ampia, se è vero che pensano solamente a fare affari, anche ai danni della "nazione" che tu metti in cima ai loro pensieri.
Il decentramento democratico esistente, bada bene, costituisce un ottimo strumento per fare affari, per moltiplicare per dieci o per venti, quante sono le regioni, i meccanismi di corruzione e di clientela che conducono agli appalti, senza dare troppo nell'occhio.
In ogni caso, resto ottimista per il futuro, ma solo perché sono stupido: penso infatti che dal passaggio da Tremonti a Monti una qualche miglioria ci sia stata; ora non ci resta che scendere ancora verso il piano e inventarci come presidente del consiglio dei ministri un Collina il quale, se ben ricordo, qualche cartellino rosso lo esibiva, eccome!
Quanto alla Sicilia e alla sua autonomia, sono d'accordo che nessuno s'azzardi a togliere loro la corda con cui si stanno impiccando: vuoi mettere un democratico, magari morto, con un suddito che vivacchia?
Quanto a Palomba, avevo ragione a dire che forse non c'era presente in quella fatidica riunione di commissione o, se c'era, non aveva sentito e, ancora o, se aveva sentito non aveva capito.
Finalmente s'è fatto sentire, ma il problema sta nel vedere che cosa ha capito.
duas paraula:- "Disubidentzia Tzivile" -
Costante, die po die, in donzi momentu de sa die s'aspiratzione a sa libertade depet esser jae binkia, nois semus jae liberos!
Cari amici di viaggio siamo oramai al punto cruciale della nostra esistenza come popolo.
Questa pericolosa e ingiustifficabile autoritarismo mascherato da salva italia decide la nostra esistenza.
Tutti noi siamo consci dei problemi reali a cui dobbiamo questa incresciosa situazione che determinerà ne sono sicuro una possente presa di posizione oppositiva a qualunque inferenza sul nostro essere popolo e natzione sarda.
AJO!
AIO! Pienamente d'accordo con lei signor bentuesusu
BENTU 'e susu, de giosso, de intro, de fora, FITIANU e fintzas de MACHIGHINE; LIBEROS d'essere POPOLU SARDU kene interferentzia peruna. EGO BI SO'
Deo de Machighine ne appo meda,de sardidade puru,tando se soe a Firenze benzo in Sardinia pro sa libertade nostra.Scusate il mio sardo maccheronico,prusu de gae non l'isco.
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