lunedì 2 luglio 2012

L'enfasi nel pallone


Non ho provato dispiacere né gioia per la vittoria a pallone della Spagna e per la conseguente sconfitta dell’Italia per il semplice ma buon motivo che a me il calcio non fa né caldo né freddo. Proprio non mi dice nulla. Figurarsi se affiderei mai significati politici a una partita, come per giorni e giorni, con una enfasi rivoltante, hanno fatto i telegiornali di tutte le confessioni. Ecco, semmai un qualche sentimento dovessi provare è quello di un grasso e incontenibile compiacimento per la batosta ottenuta proprio da loro, i commentatori “sportivi” con il loro bolso nazionalismo da tre palle una lira.

7 commenti:

Grazia Pintore ha detto...

Sono d'accordo.Pur ritenendo il popolo Tedesco più serio di noi italiani,sono stata felice della vittoria dell'Italia contro loro,un pò presuntuosi, ma non ho provato nessun dispiacere per la perdita dell'Italia con la Spagna,anzi,visto che con il pallone gli italiani,simpatici,fantasiosi,gemerosi ma anche superficiali,con la vittoria del campionato,avrebbero dimenticaTO IL DRAMMA ECONOMICO IN CUI VIVIAMO.

mikkelj tzoroddu ha detto...

Caro JFranziscu,
infatti, in questi ultimi dieci giorni, lasciato momentaneamente spread, mercati ed eurobond, il giornalista medio e con lui l’italiano medio, ma anche il sardo medio, credendo che mente e perizia nel gestire politica e finanza siano ormai perdute, ha riposto l’ultimo scampolo di speranza per il futuro, nel suo passato ancestrale, ch’é ricordato nella metà d’un vecchio adagio. Contadino, scarpe grosse! Deluso dai professori apprendisti, ma credendo possibile il miracolo dei piedi e delle scarpe, anzi dei calci, s’è rinchiuso ciclicamente dentro il televisore, per due ore, in ossessionante attesa di miracolo. Il giorno appresso alla gara di calci con la Germania ecco come titolava il Corrierone: lo spirito che serve. Adesso sfidiamo la Merkel consapevoli del nostro valore. Sic!, Arisic!

Grazia Pintore ha detto...

Ormai uso questo blog come sfogo personale.w la peofessionalità dei giornalisti.Poco fa ho saputo da un mio ex allievo dell'Istituto per Ciechi di Firenze che un ex insegnate di questo istituto è stato sbattuto nella TV regionale,con un filmato mentre andava in edicola e mentre buttava la spazzatura differenziata,quindi era un impostore perchè vedeva.In edicola andava a comprare i cd che sente nel computer attraverso la sintesi vocale,la spazzatura differenziata la butta sia per la sua civiltà sia per il fatto che,abitando da tanti anni nella stessa casa, sapeva dove buttarla.Sono sconvolta perchè conosco questo insegnante bravissimo ed onestissimo,L'ignoranza,non è ammessa ad un giornalista e il non sapere che ci sono tanti tipi di ipovedenti,perciò questo signore non è un truffatore.I carabinieri,che sono andati a casa sua,si sono meravigliati che la casa era pulita!!!.Il dovere di un giornalista è prima informarsi e poi scrivere.Menomale che questo signore farà una denuncia.Sono giusti i controlli ma con correttezza e competenza.

francu ha detto...

A me che, fin da bambino, ho corso dietro una palla per prenderla a calci, questi campionati hanno divertito molto. Se ho sperato che l'Italia vincesse con la Spagna, ciò non mi ha distratto dall'ammirare le belle giocate viste in campo.
E il Balotelli in posa, come dice Aba, fa sfigurare anche i bronzi di Riace.
Quanto ai giornali, che dire?
Non siete mai entrati nel mercato del pesce di San Benedetto?
Quando le vendite ristagnano, i pescivendoli gridano sempre più forte.
La differenza?
I pescivendoli vendono sempre pesci veri; i giornalisti spesso solamente pesci d'aprile.

Grazia Pintore ha detto...

Signor Francu,come fa ad essere così saggio? Io sono incavolata nera perchè a 69 anni,mi illudo che l'onestà,la bontà,la professionalità vincano sempre,invece...sono una scema totale ad illudermi.Dovrò pur crescere.

FP40 ha detto...

No isco, tziu Zuanne Frantzì, si faghides bene o male a non bos interessare, ma su fùbalu tenet logu de importu mannu in sa bida de tanta gente (fintzas sardos) e no est belle che mai petzi unu giogu.

Bos dono carchi inghitzu pro bi meledare:

http://blog.futbologia.org/2012/07/03/vocabolario-futbologico/

http://blog.futbologia.org/2012/07/01/dal-nostro-colloinviato-in-terra-basca/

http://sardegnamondo.blog.tiscali.it/2012/07/02/simboli-e-feticci/

Unknown ha detto...

E’ successo – quindi – un fatto molto curioso: quello che gli Inglesi chiamavano “group of death”, cioé “il gruppo della morte” (Olanda, Svezia, Portogallo e Germania) non manda nessuno in finale, mentre quello che definivano “group of debt”, cioé “il gruppo del debito” (Spagna, Irlanda, Croazia e Italia) manda tutte e due le finaliste.
Barrosi e sconfitti, che goduria!
Ognuno ci ha visto quello che gli pare, insomma.

Male quei giornalisti - anche stranieri - che hanno usato il fatto sportivo per addormentare il fatto sociale, economico, lavorativo etc, che è invece l'istanza più reale ed urgente del momento. E - magari - ne hanno approfittato per tirare in ballo la solita broda discriminatoria su base razzista..

Ma non si può pretendere troppo, da un giornalista sportivo.