[...] danno la misura di quanto velocemente nuovi documenti entrino a far parte del dossier
sulla “scrittura“ nuragica […]
Boom!!
[…] Io ho scoperto i primi segni di scrittura sui reperti nuragici nel
lontano 1967 inseriti poi nella mia tesi di laurea[...] Boom al quadrato!!
Questa
volta il famigerato Gigi Sanna non c’entra, né c’entra la candida Atropa - che
si fa fregare da falsari di stato i quali mettono apposta reperti scritti in
bacheche di musei. Chi pronuncia le parole impronunciabili sono due
archeologi medagliati e tutto: Paolo Bernardini e Giovanni Ugas. Come spesso accade quando si infrange un tabù
e complice la canicola, la frase proibita - scrittura nuragica – rischia di
diventare il tormentone dell’estate. Il tutto mentre il principale indiziato si
arrostisce al mare. Ci sono solo alcuni problemi di orientamento (vd. figura):
grecizzante Ugas, in tunica con spacco laterale, ci propone il nome AISHA per
lo spillone
di Antas (bello, lo suggerirò a mia
nuora per la nascitura!); più sobrio, seppur elegante, Bernardini, nei rossi
colori dei Fenici. Gira e rigira, l’odioso manufatto nuragico più che uno
spillone è una vera e propria spina nel fianco degli Ermeneuti.
Non
conta: la pista greca ha qualche difficoltà, dice Bernardini, ma può andare
uguale. L’importante è prescindere “dalle sconclusionate e deliranti affermazioni che impestano una certa
pseudocultura locale” . Però mi sembra che si prescinda anche da ciò che il
dr. Minoja ha fatto dire al dr. Giro: [..]come ben esplicitato in tutti i testi scientifici sulla civiltà nuragica, questa non ha mai conosciuto
la scrittura[..]. E’ lecito quindi derivare che Bernardini e Ugas non scrivono testi
scientifici? Un qualche dubbio ci assale, perché in quale testo scientifico si può mai scrivere certe frasi?
a. [..]La stele iscritta e il più piccolo frammento di iscrizione da
Nora, con la loro datazione fluttuante
tra l’XI e il IX-VIII sec. a.C.[..]
b. [..]Non sarà lecito, in ogni caso, utilizzare la presenza o l’assenza
dell’esperienza scrittoria come criterio ideologico di valutazione della
complessità e maturità di una cultura; non sarà banale ricordarlo in un’epoca
che ancora molto fatica a liberarsi dai ceppi atroci del colonialismo e del
razzismo [..]
10 commenti:
non solo, parla di razzismo e non si accorge di quello che scrive sui sardi e sulla loro capacità scrittoria, in tutto il libercolo i sardi vengono posti alla stregua di deficenti cronoci, "menomale che esistono i grecci e i fenici a insegnarci come va il mondo".
Come se per costruire i nuraghi o i monumenti della Sardegna non avessero bisogno di progettazione e calcolo.
Ma questi signori come possono fare affermazioni così senza un senso di continuità storica con il passato.
Bernardini come tanti suoi colleghi (Stiglitz, Angioni e altri vigliacci archeoasinis)confonde il razzismo col nazionalismo, cose ben diverse.
Non cedo che i sardegna vi siano razzisti , neppure nei più accesi nazionalisti sardisti,
mi fa sganasciare dalle risate (quanto i libri di Melis) che il nazionalista italianista Bernardini condonda il nazionalismo col razzismo!!
mi pare che stella del mattino abbia colto il segno affondando la lama
Signor bentuesusu,visto che i sardi erano o sono "deficenti cronici"è sicuro che abbiano costruito i nuraghi? Vedrà,superesperti!!diranno che li hanno costruiti i fenici.Povera Atropa,quanta pazienza devi avere!
@ Archeologgia Nuragggica:
"mi fa sganasciare dalle risate (quanto i libri di Melis) che il nazionalista italianista Bernardini condonda il nazionalismo col razzismo!!"
-------- Non scordarti che nella collezione di BARZELETTE del mio primo libro,. caro Peppino Vignaiolo Zedda CI HAI SCRITTO ANCHE TU... Non parlavi di VIGNE o POMODORI, ma solo di ORIENTAMENTI astronomici di qualche nurake sotto casa tua.
Kum Salude.
Leonardo melis
Tutte queste novità sui nuragici improvvisamente scribacchini dell'età del ferro sono la risposta del mondo accademico al lavoro del prof. Sanna. È in atto un tentativo di normalizzazione tendente a far rientrare forzatamente la questione scrittura nuragica all'interno del solito discorso fenicio-centrico. Questa mossa non giunge inaspettata. È però preoccupante: potrebbe seppellire per decenni la questione sotto la coltre degli “oltre ogni ragionevole dubbio” di un atteggiamento dell'accademia teso a conservare l'impianto ideologico scolastico portato avanti ottusamente fin qui e da non sconfessare ad ogni costo. Su quale sia poi questo impianto ideologico abbiamo speso tante parole in passato nelle discussioni su questo blog.
La lettura di questo articolo del Bernardini è stata sfiancante, non mi ha salvato dallo sfinimento neanche la mia tempra forgiata su testi di meccanica quantistica. Il lavoro è potente non in sé ma nella protezione corporativa di cui si fa scudo che difficilmente può essere combattuta. Il veleno lasciato banalmente in bocca a Mark Twain (che, credo, difficilmente sarebbe andato a braccetto con Bernardini) alla fine del articolo è, infatti, un veleno di casta, prova ne sia anche lo spauracchio dei “falsi d'autore” agitato di recente in questo blog da un archeologo citato più volte nel suddetto articolo.
cappero...mi sto rendendo conto che come COTZINAME in sardegna, negli alti vertici, ne abbiamo a tonnellate.......
Ciao Leo,
Tu sei stato gentile nel farmi vedere le righe dove mi citavi e mi hai chiesto di leggerle, mi pare che andavano bene o comunque ti proposi delle modifiche minime.
Salvo quelle poche righe il resto del tuo libro l'ho letto dopo la pubblicazione e sai come la penso.
Nota 32: “Di Filigheddu si è già altrove rimarcata la ingiustificabile sfiducia nelle risorse sia naturali (alberi di alto fusto e resine e/o altri materiali impecianti) che tecniche delle popolazioni della Sardegna dell’età del bronzo, che a suo parere non sarebbero state in condizioni di costruire navi per la navigazione in alto mare, capacità riservata ai Cicladici e Minoici prima e ai Micenei e Fenici poi. Dimostra il contrario, fra l’altro, la disseminazione di materiale ceramico nuragico BR/BF1 in tutto il Mediterraneo, fino a Creta (Watrous 1989) ed ora persino fino a Cipro.
il tema della navigazione nuragica è per me un tema sensibile. non per ragioni ideologiche come per altri, ma perchè a seconda della presenza di navigazione nuragica (ormai assodata) e del tipo navigazione si deve cambiare il modello sociale da applicarsi ai nuragici. purtroppo la pratica della navigazione lascia dietro di se sempre troppe poche tracce, come questo carneade d'un Filigheddu citato dalla Lo Schiavo: chi è costui? io non l'ho mai sentito nominare, ne citare altrove: lo dico senza ironie o sarcasmi.
qualcuno può segnalarmi dove poter trovare le sue considerazioni ingiustficabili?
io nell'ingiustificabilità altrui trovo sempre una ragione in più per giustificare me stesso, e forse, non mi faccio un complimento.
in ogni caso, chi può, potrebbe farmi un ulteriore cortesia nel segnalarmi oltre alle informazioni del carneade Filigheddu, anche l'altrove della Lo Schiavo, perchè se ho ben capito tra i due v'è polemica sul punto navigazione.
grazie.
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