I Riformatori sardi hanno presentato lunedì a Cagliari la loro proposta di legge che prevede la spesa di 10 milioni di euro annui per la ricerca sul nuragismo e sull'ipotesi, avanzata da Sergio Frau, che l'Isola di Atlante fosse in realtà la Sardegna. Insieme ai presentatori della proposta di legge, Massimo Fantola e Pierpaolo Vargiu, alla manifestazione hanno partecipato Giorgio Valdes, esperto di politiche turistiche, Giorgio Opisso, studioso di comunicazione e matketing, il genetista Francesco Cucca, e l'archeologo Giovanni Ugas. È intervenuto anche Sergio Faru. I lavori sono stati conclusi da Attilio Dedoni. Quel che segue è il resoconto della presentazione. Cronista d'eccezione il nostro collaboratore Giuseppe Mura.
di Giuseppe Mura
Il mio parere personale sui lavori? Tutti gli interventi sono apparsi convinti e, a volte, entusiasti. Pubblico numerosissimo (sala di circa 400 persone piena come un uovo con gente in piedi). Ci sono tutte le condizioni per presentare e acquisire la proposta; purtroppo, sotto l’aspetto politico, non conosco “lo stato dell’arte” degli altri partiti facenti parte della coalizione, ma il momento è particolarmente favorevole: se la proposta va in porto per essere votata, bisognerà lavorare opportunamente affinché anche le opposizioni capiscano il bene comune dell’Isola. Ma ecco la sintesi della presentazione.
39 commenti:
E se si eliminasse l'obiettivo programmatico di trovare Atlantide in Sardegna e si focalizzassero forze e argomenti sul finanziamento sulle ricerche nuragiche?
quelli (e se ci sono..) che con il pretesto di Atlantide combattono in realtà contro il finanziamento alla ricerca nuragica sarebbero smascherati perchè si eliminerebbe un pretesto ideologico. i ricercatori indipendneti ce cvolessero saranno comnque liberi di cercare le atlantidi che intravedono.
E' senz'altro meglio per vari motvi (politici, di libera ricerca) che Atlantide sia lasciata agli indipendenti ed ai pensatori liberi da qualsiasi condizionamenti.
Ha ragione Ugas, concentriamoci su obiettivi concreti. Anche da un punto di vista mediatico presentare in tempi di crisi nera una proposta di legge
che preveda la spesa di 10.000.000 € per la plurisecolare ricerca di Atlantide si ritorcerà contro l'aspetto positivo della proposta di legge.
@ DedaloNur
carissimo Dedalo, la proposta di legge si chiama NUR-AT e, come vedi, il termine NUR precede quello dell'isola di Atlante. Infatti, se leggi il testo della proposta, prima di tutto sostiene le ricerche sulla preistoria della Sardegna, poi l'eventuale approfondimento dei collegamenti tra le nostre antiche culture e i miti. Guarda che lo stesso Giovanni Ugas ricorda tutta l'ammirazione dei Greci nei confronti dei nostri monumenti, tanto è vero che scomodarono il tuo omonimo per giustificarne l'esistenza!
Vedo che parli di "pretesto ideologico" ma, a mio parere, sbagli ad interpretare la volontà degli altri in questo modo.
Comunque condividi l'obbiettivo di "commercializzare" l'archeologia dell'isola; bene, considera ora che la richiesta turistica a livello mondiale chiede, oltre alla qualità dei siti archeologici, una buona dose di mistero, perché dobbiamo rinunciare a proporre il nostro unico patrimonio archeologico probabilmente collocato nell'isola di Atlante?
Guarda che la Sardegna, sotto molteplici aspetti, risulta l'isola che ha maggiori probabilità di essere identificata con Atlantide.
Ti saluto
Giuseppe Mura
Vorrei sapere su che base Ugas conferma le colonne d’Ercole a Gibilterra anche in età nuragica
@ Roberto
In realtà non si fermato molto a parlare di Colonne: ne ha confermato la collocazione a Gibilterra senza precisare in quale periodo. Siccome ha parlato prima di Frau, penso che sua stata una sorta di antecipazione su quello che avrebbe sostenuto lo scrittore de "Le Colonne d'Ercole".
Ciao
Giuseppe Mura
Caro Giuseppe,
come verrebbero approfondite (e finanziate) le ricerche che collegano i miti ale nostre antiche culture?
Abbiamo criticato l'iniziativa di Montalbano di mischiare Cultura e storia di Tharros con PRANZI LUCULLIANI per di più di Roma imperiale... e ora giustifichiamo la favoletta di Atlantide con la Cultura della Sardinia... Mi unisco allo sconcerto e faccio la domanda che ha fatto prima Dedalo:
"come verrebbero approfondite (e finanziate) le ricerche che collegano i miti ale nostre antiche culture?"
Kum Salude
Leonardo
@ DedaloNur
giusta la tua secca richiesta di pragmatismo a proposito dell'approfondimento (e finanziamento) delle ricerche che collegano i miti alle nostre antiche culture. A mio parere i risultati si ottengono collegando i riscontri che provengono dal campo delle scienze esatte (archeologia, genetica, metallurgia, etmologia, toponomastica, onomastica, scrittura, geografia, morfologia e quant'altro) col mondo dell'Età del Bronzo (inteso come scenario storico del tempo che comprende l'esistenza di una potenza politico-economica in Occidente capace di competere con le grandi civiltà orientali).
Questo scenario è ricomponibile, in tutti i suoi aspetti, dalle opere letterarie antiche riferibili allo stesso periodo.
Unendo gli studi già esistenti in materia a quelli svolti da un'eventuale gruppo di studiosi, formato da esperti delle varie discipline, si potrebbero ottenere risultati sorprendenti.
Non avremo mai la certezza che la Sardegna era l'isola di Atlante?
E' probabile, ma sono sicuro che l'isola dei nuraghi si avvicina molto alle caratteristiche richieste dal racconto di Platone e a quelle che chiede il "mercato" del turismo.
Quanto alle modalità di finanziamento non ho competenze, ma se l'obbiettivo fosse comune non vedo grandi difficoltà.
Giuseppe Mura
10.000.000 € per la ricerca di Atlantide;
37 milioni di euro pubblici per realizzare 20 nuovi campi da golf in Sardegna ( proposta di legge regionale n. 83 del 12 ottobre 2009).
Bastano queste cifre di due proposte di legge, sempre dei Riformatori, per qualificare la loro serietà.
@ shardanaleo
ciao Leo
mi dispiace, ma chi di spada ferisce ...., e da buon sardo devo risponderti con schiettezza.
Il tuo sconcerto mi ricorda la netta sensazione che provai nel leggere il tuo primo libro.
Quanto alle favolette bisogna avere la giusta sensibiltà per crederci: io preferisco conservare un pizzico di fantasia. D'altra parte, vedi, su Atlantide il mondo è diviso tra quelli che ci credono (e che la cercano tutt'ora) e quelli che non ci credono. Naturalmente, questi ultimi, non sempre condividono la tua teoria della "favoletta".
La risposta al tuo quesito ho cercato di darla a Dedalo.
Salutoni
Giuseppe Mura
@ Andrea Atzori-Telegiornalista di Oristano
La prego, non trasformiamo in politica l'unica proposta che tende a finanziare, finalmente, la ricerca sulla nostra PREISTORIA.
Personalmente la politica mi interessa, ma non sono impegnato in alcun partito. Le assicuro che sono andato al convegno in questione per tutt'altre ragioni e che ho fornito a Zuanne il resoconto dei lavori perché sono convinto della bontà dell'iniziativa: l'avrei sposata anche se l'avesse proposta (per fare un nome) Mao Tse Tung.
Stia bene
Giuseppe Mura
@Giuseppe
Per definizione ogni proposta di legge e relativo finanziamento pubblico è un atto politico.
Peccato, penso che un tale argomento (della massima importanza per la comprensione della geografia degli antichi), richiederebbe un minimo di giustificazione.
Qualcuno può segnalare qualche libro o pubblicazione in cui si possano confutare le teorie recenti che propongono giustamente (a mio parere)lo slittamento ad Est delle colonne a prescindere o meno dell'esistenza di Atlantide?
e si, perchè in Sardegna Geologi e Archeologi da 200 anni si incontrano tutte le domeniche per fare scampagnate fuori porta.
<>.
importa poco, citando ancora Stiglitz sul Manifesto Sardo, che << i geologi sardi e non sardi che operano nella nostra isola abbiano già espresso tutte le loro perplessità, per non dire contrarietà, a parlare di un maremoto di cui nessuno ha mai trovato una traccia sul terreno>>.
All’incontro di presentazione del disegno di legge Nurat il prof. Cucca, che presumo non sia particolarmente interessato ad Atlantide, ha affermato in pillole che qualche decina di migliaia d’anni fa diversi individui provenienti del nord Europa, giungevano nella nostra isola fuggendo dal ghiaccio e cercando temperature più miti.
A questi si sarebbero aggiunte, qualche tempo più tardi, le genti che abbandonavano le terre orientali e quelle del nord Africa, afflitte dalla carestia e dalla desertificazione.
Il professor Cucca, che non è né un eretico né un sognatore, ma un esimio uomo di scienza, sostiene in definitiva che la Sardegna era strapiena di gente, quando da altre parti d’Europa c’erano quattro gatti.
Ma perché avveniva tutto questo? semplicemente perché l’isola offriva tutto quello che potevano desiderare i proto turisti che facevano a gara per raggiungerla.
In questo via vai di persone, ci sarà stato pure qualcuno che tornando nel paese d’origine a visitare un parente infreddolito del Nord Europa o costretto a mangiare cavallette nelle aree desertiche della Libia, avrà raccontato che in mezzo al mare c’era un’isola favolosa, con clima gradevole, con pere camusine a volontà, montagne di arselle, tonni che venivano sotto costa a mangiare le ghiande che cadevano dalle scogliere e selvaggina che faceva a spinte per essere catturata?
Immagino anche che il parente sfigato avrà ingigantito la storia raccontandola al suo vicino di casa, che l’avrà raccontata al cavernicolo a fianco, che a sua volta avrà dato un altro colpo di pompetta al racconto, giusto per gonfiarlo ancora un po’ e così via.
Ad un certo punto è probabile che qualcuno abbia voluto attribuire un nome di fantasia a questo luogo tanto decantato e lo abbia magari chiamato Atlantide; ma avrebbe potuto chiamarlo in qualsiasi altro modo, tanto la sostanza non cambiava.
Si sta ovviamente parlando solo di una ipotesi, che sarebbe verosimile se ambientata in qualsiasi parte del mondo, ma che diventa improvvisamente improponibile se si pensa di collocarla in Sardegna.
Per altro verso, non mi ricordo di aver mai sentito alcun benpensante “contestare” gli Orazi e i Curiazi, gli dei dell’Olimpo quelli dell’antica Roma, Perseo che si applicava le ali ai piedi per volare, il Minotauro, Dedalo, Icaro e via dicendo.
Tutte leggende che sono sempre servite per rendere la storia più affascinante e “misteriosa” e in alcuni casi anche a confondere le carte, come nel caso di Romolo, primo re di Roma, che “non si sa” da dove provenisse, ma che consta fosse stato allattato da una lupa, senza che nessuno e tanto meno i romani che ai loro miti ci tengono, si sia mai risentito.
Tornando al disegno di legge, ritengo che scorrendolo con un po’ di attenzione, si possa constatare come il mito di Atlante occupi solo quella piccola parte dell’articolato dove si accenna all’opportunità di utilizzare “anche” l’elemento suggestivo a fini promozionali.
E nonostante sia il primo a sostenere che è la nostra protostoria il “vero” mito di cui andare orgogliosi, sono altrettanto convinto che l’elemento leggendario possa sicuramente contribuire alla sua valorizzazione e diffusione.
In diversi ed anche recentissimi articoli del blog, si denuncia il frequente occultamento, sparizione o addirittura distruzione di reperti fondamentali per la ricerca storico-archologica, specie in relazione all’origine della nostra scrittura, come nel caso delle iscrizioni protocananaiche della Grotta Verde di Alghero e prima ancora delle statue di Monti Prama.
Se questo è vero e si “focalizzassero forze ed argomenti sul finanziamento sulle ricerche nuragiche” è inquietante pensare che gli eventuali ritrovamenti potrebbero sparire, venire occultati o addirittura distrutti, se non conformi alle linee del pensiero illuminato, che tanto ha sinora profuso per la conoscenza della nostra arcaica civiltà.
Per quanto si riferisce alle ricerche che collegano i miti alle antiche culture, personalmente ritengo che il problema non sia tanto quello di capire come queste verranno approfondite, perché ci sono diverse persone appassionate dell’argomento che già lo fanno, piuttosto quello di valutare serenamente i pareri altrui, senza trattare da idioti tutti quelli che hanno idee differenti dalle proprie. Diversamente si corre il rischio di omogeneizzarsi alla schiera odiosa dei “detentori del Verbo”, ripetutamente stigmatizzata in tanti articoli apparsi in questo stesso blog.
JUSEPPE scrive:
"ciao Leo
mi dispiace, ma chi di spada ferisce ...., e da buon sardo devo risponderti con schiettezza.
Il tuo sconcerto mi ricorda la netta sensazione che provai nel leggere il tuo primo libro."
NON CI HO CAPITO niente.
- DI CHE SPADA avrei ferito?
- HAI PROVATO sconcerto nel leggere il mio primo libro? E perchè ne hai ripreso parti che hai scritto poi nel tuo?... Tra l'altro senza mai citarmi?
Non è Vis Polemica, solo volgia di capire a che gioco giochi nei miei confronti... Se devo avere una persona che mi contesta preferisco averla di fronte come LEALE AVVERSARIO, come penso (ancora) che tu possa essere.
Il tuo libro l'ho letto e ti ho subito riferito ALCUNE delle cose che mi pareva tu avessi ripreso da me... come le VELE MODERNE a Medinet Abu...
Dimmi Jusè... hai provato sconcerto per caso nel leggere che le PROTOMI DELLE NAVI SHARDANA sono DELL'AFRICA SUBEQUATORIALE? (SIMBABWE) ... Mi pare tu l'abbia presa a buona... infatti la riporti...
Comunque se ti spiegassi invece di proferire frasi SIBILLINE, eviteremo diatribe che tra noi non ci dovrebbero essere.
Kum Salude
Leonardo
Giuseppe scrive:
A mio parere i risultati si ottengono collegando i riscontri che provengono dal campo delle scienze esatte (archeologia, genetica, metallurgia, etmologia, toponomastica, onomastica, scrittura, geografia, morfologia e quant'altro)
Non vorrei fare della maieutica gratuita (anche perchènon avrei voglia di bere cicuta in forma di rimostranze o altro...) però dalla risposta di sopra si capisce chiaramente che il ".AT" della Nur.At è un poco appicicato a sputo, chè non c'è manco la più vaga idea di come si debba finanziare la ricerca di Atlantide in Sardegna, semplicemente perchè la ricerca di Atlantide è in sè infinanziabile .
Semplicemente bisogna finanziare quelle ricerche di cui tu stesso parli e considerarne i risultati.
Come dice Aba, parlare di grandezza nuragica è diventato sinonimo di razzismo e nazionalismo sardo
Politicizzare con finanziamenti pubblici la ricerca dei collegamenti di Atlantide con il mondo nuragico non serve a nulla d in più divide da un punto di vist ideoogico e politico.
10.000.000 di € in realtà sono una miseria rispetto a ciò che richiederebbe uno studio a tutto campo del nuragico. ma in questo modo non si otterranno manco questi.
P.S:
se è vera la storia dei 30.000.000 di € regionali da destinarsi alla realizzazione di campi da golf....siamo all'indecenza più totale.
con quei 30.000.000 si dovrebbe cercare una buona idea, un buo brevetto sul mercato acquisirlo...e magari facon esso favorire la creaione in Sardegna di una buona impresa, perchè con i campi da golf non si mangia per dirla con Tremonti.
ma ciò di cui parlo si chiama spin-off che fa rima con poltica industriale cosa che la nostra classe dirigente non sa manco dove stia di casa ne come si possa intraprendere.
Purtroppo ho letto tutto in ritardo! Sì, c'è stato un equivoco tra Aba e Andrea. Andrea è un grandissimo giornalista ed un grande informatore. Proprio perchè lo è non gli diranno mai che è 'grande'. E proprio perchè lo è nel mondo che conta (soprattutto quello ipocrita e 'democristiano' universale) si è fatto molti nemici. I campi da Golf di Is Arenas lui sa bene cosa sono stati e cosa hanno voluto significare per la sua vita pubblica e privata! Ha messo sul piatto della bilancia due cifre ma senza spiegare bene, per pudore (l'umiltà è quella del padre!), il preciso significato della prima. Per chi lo conosce è intervenuto ancora una volta da grande, come sempre deve fare un buon giornalista. E non importa se abbia davanti i Riformatori, i Radicali, i Pidiessini, i Sardisti delle diverse sigle, ecc.! Conta la notizia! Quella conta! La libertà di informare, anche con disprezzo totale del pericolo. E in questo, come sa bene anche Gianfranco, cara Aba è una tua anima gemella! Gemellissima!
Dimenticavo; ecco perchè, caro Giuseppe, non te la devi prendere.
@ Mattia Sanna
gentilmente; può essere più chiaro?
Ovvero, qual'é il significato finale delle due frasi? Grazie.
Giuseppe Mura
@ Roberto
Caro Roberto, sai bene come la penso:la geografia degli antichi è intricata in particolare per le forzate interpretazioni di noi moderni. Spesso è sufficiente immedesimarsi nelle condizioni degli autori antichi per capire che descrivevano esattamente quello che vedevano gli antichissimi navigatori. Se hai il libro rileggiti le famose fatiche di Eracle numero 10 e 11 (capitolo II, paragrafo 3) nella versione di Apollodoro, vedrai che divertimento!
Anche sul tema delle colonne d'Eracle, a mio parere, bisogna utilizzare direttamente le antiche fonti: spesso le pubblicazioni che chiedi sono largamente influenzate da assiomi consolidati.
Ci vediamo sabato a Decimomannu?
A presto
Giuseppe Mura
@ Giorgio
a proposito dei beni offerti alla Sardegna da madre natura nell'antichità e degli studi sul DNA del professor Francesco Cucca che hanno dimostrato che l'Isola aveva allora un tasso di crescita demografica che superava, di gran lunga, tutte le aree abitate d'Europa, permettimi di aggiungere una considerazione: l'incremento della popolazione va collegato al successivo fenomeno costruttivo di incredibili proporzioni segnalato, nella stessa presentazione del progetto NURAT, dal professor Giovanni Ugas, il quale, al di là del numero dei nuraghi, ha pressochè raddoppiato il numero dei villaggi esistenti nel tempo (circa 3000 anzichè 1500). Questo significa, se non erro, alta densità abitativa e contemporanea parcellizzazione del territorio.
Visto che cerchiamo prove che colleghino la Sardegna antica ad Atlantide, posso ricordare che Platone descrive con meraviglia la moltitudine degli abitanti e la completa occupazione del territorio della sua isola felice? Proviamo a cercare un'altra isola che, nello stesso periodo, disponeva di queste caratteristiche? (Personalmente sto provando, ma finora i tentativi sono andati a vuoto).
Guarda che la tua immaginaria ricostruzione (carina) del come si possa essere arrivati a definire la Sardegna come isola di Atlante ricorda in alcuni aspetti quella di Platone: non è che hai scritto col testo in mano?
A si biri.
Giuseppe Mura
@ Giorgio (2° parte)
premesso che non sono certo un esperto, nel caso si ottenessero i finanziamenti bisognarà introdurre, nel testo della legge, precise regole che disciplinino i lavori e che obblighino alla immediata pubblicazione dei risultati ottenuti.
Ciao
Giuseppe Mura
@ shardanaleo
il tuo accusare di "plagio" e di "slealtà" è semplicemente ridicolo: la materia che ho trattato era, ed è, estremamente "spinosa" e diversissima dalla tua. Inoltre ho documentato quasi con ossessione quanto ho scritto, in tal senso prova a paragonare la tua bibligrafia con la mia.
Non mi interessa "giocare" con te: mi limito a rispondere all'uso di parole pesanti, parole che pesano come le pietre, specie in un contesto come questo; se trovi miei interventi aggressivi nel Blog ti prego di segnalarmeli.
Quanto al mio libro vedo che non l'hai ancora letto: mai scritto di "PROTOMI DELLE NAVI SHARDANA sono DELL'AFRICA SUBEQUATORIALE? (SIMBABWE)". Mi dai la pagina?
Confermo quanto dici al termine: evitiamo le diatribe, tuttavia abituiamoci a rispettare il lavoro altri.
Stammi bene
Giuseppe Mura
@ DedaloNur
mi interessano i finanziamenti per la storia e l'archeologia perché sono convinto della bontà di un iniziativa tendente a ricuperare i veri valori della nostra preistoria e ad acquisire opportunità di lavoro diverse da quelle industriali.
Quanto al golf, sotto l'aspetto turistico sapevo che questo sport cattura enormi flussi, ma forse non sono aggiornato.Ciao
Giuseppe Mura
@ Gigi Sanna e Andrea Atzori
nessun problema con Andrea ma, Gigi, mettiti nei miei panni: il messaggio ha fornito un'informazione di carattere politico che rischiava di dirottare l'attenzione su temi diversi: mi sono limitato a segnalarglielo. Saluti
Giuseppe Mura
Certamente son messi male i Riformatori se devo pensarci io ad interpretare in buona fede la loro buona fede su un loro ripensamento sui campi da golf che, direbbe Cicito Masala, sono comunque preferibili alle raffinerie de ozu de pedra.
Se, come si può supporre in questi tempi tristi, i Riformatori hanno un budget di milioni per le loro proposte di legge, non potrebbe essere, quella dei 10 milioni di NUR.AT, un semplice quanto implicito camuffato parziale passo indietro o dietrofront o correzione o aggiustamento del tiro rispetto ai campi da golf?
Certo, come prospetta altri, acquistare un brevetto e impiantare un'industria all'avanguardia sarebbe anche molto più redditizio. Se poi in Sardegna non si trovasse nessuno capace/disposto a impiantare e far funzionare la fabbrica, credo che non mancherà la fila dei nuovi Rovelli, pronti a dare una mano in tal senso.
Se invece del mito di Atlantide, per la Sardegna si fosse prospettato quello di una Bengodi per la nobiltà industriale ambrosiana, saremmo già a buon punto.
Ho premesso di parlare a titolo personale, dunque non devo chiedere scusa a nessuno per i miei pensieri, buoni o cattivi che siano.
Fiananziare con SOLDI PUBBLICI una RICERCA DI ATLANTIDE, quando ogni giorno fioccano teorie di ATLANTIDI in tutte le parti del mondo...
mi meravilgio di coloro che erano con me e Pasquarella in Egitto (riformatori in maggior parte). Alcuni mi pareva fossero al di sopra dello SCARSO QUOZIENTE INTELLETTIVO dei nostri amministratori.. con questa mossa ... mi fanno ricredere in todo.
Kum Salude
Leonardo
@ francu pilloni
il tuo è un intervento di carattere generale, ma cerco di seguire il tuo ragionamento.
Personalmente vedo esclusivamente l'aspetto positivo della vicenda del finanziamento, piuttosto raro negli ultimi decenni (correggimi se sbaglio). Addentrandoci nella "dietrologia", questo è certo, nessuno è affidabile. Ma è altrettanto certo che questo è il modo per affossare tutto e rischiare di rifugiarci nel solito "piagnucolìo"
Quanto al miglior modo di fare investimenti nell'Isola, il vissuto dovrebbe insegnarci qualcosa, e quello che tenta di ricuperare in pieno il valore delle nostre antiche culture non mi sembra solo opportuno, ma anche doveroso.
Se proprio il mito di Atlantide risultasse decisivo in senso negativo rimuoviamolo dalla legge: intanto la ricerca sulla sua identificazione andrà avanti a prescindere dal nostro piccolo mondo, visto che nel pianeta terra è ancora aperta e si intensifica la gara a chi arriva prima.
Per quanto mi riguarda preferisco ancora tenere in piedi un sogno, un sogno foriero di non poche prospettive positive.
Un caro salto.
Giuseppe Mura
Il mio parere in merito alla questione è che avvalorando l'esistenza della mitica Atlantite non si compia nessun reato e per giunta valga la pena, per la Regiona Sarda, farsi avanti, proponendosi come possibile Isola leggendaria, perchè ci sarebbe sicuramente un ritorno di immagine, non di poco conto, visti i risultati delle tante inutili proposte passate in merito alla costruzione della visibilità internazionale della nostra presenza nel Pianeta Terra.
Diversa è la considerazione della scelta portata avanti con l'accostamento, agli approfondimenti nella ricerca indirizzata a riscoprire il Mondo Pre-Nuragico e Nuragico, della figura di Sergio Frau, uno degli ultimi che si propone tra i 74000 che hanno scritto sull'argomento Atlantideo, perchè partiva dalla premessa di una forzatura, con la pretesa di uno Tzunami inesistente, verso la buona regola di non proporre prepotentemente, come ha fatto lui, una discutibile verifica delle sue teorie, per riprendere alla lettera le ipotesi di Platone.
C'è da dire che di fatto il Frau, dopo la pubblicazione dell'inchiesta sulle Colonne d'Ercole e della esposizione fotografica denominata Atlantika, non ha compiuto nessun passo avanti rispetto a quanto sostenuto dagli esponenti che lui ha chiamato in causa, i classici, che ne hanno parlato prima di lui. Il suo è stato un buon lavoro giornalistico, costruito ad arte, per creare interesse attorno alla sua immagine. Egli è stato sicuramente capace di proporlo negli ambienti giusti, con la misura azzeccata nei minimi dettagli, tanto da suscitare l'effetto desiderato. Ma oltre a questo, non lo possiamo sicuramente considerare un lavoro di cuore.
La sua opera ha giustamente suscitato l'ira degli accademici e degli scettici che gli hanno buttato addosso tutte le critiche conosciute e che ancora arriveranno, pertanto non è su di lui che avrebbero dovuto costruire una proposta nuova, valida e accettabile come quella che Nur.At, sembra poter offrire ai sardi per prima e agli altri di conseguenza, per dare luce alla conoscenza del Mopndo antico, nella costruzione di una migliore Società Globale.
@ shardanaleo
ti sei perso qualcosa Leo. Quando dici che "ogni giorno fioccano teorie di ATLANTIDI in tutte le parti del mondo...", dimentichi di citare i finanziamenti per l'identificazione.
Evidentemente esistono anche altrettanti creduloni. Ciao
Giuseppe Mura
Per Giuseppe Mura.
Ho detto io stesso che qualche volta, a distanza di tempo, non riesco a capire tutto quello che avevo scritto.
Ma siccome questo è recente, ti assicuro che ho voluto dire esattamente le stesse cose che hai detto tu.
E comprendo perfettamente, anzi sono convinto sostenitore della teoria di Atlantide-Sardegna, come di quella di Tartesso-Sardegna.
Anche sul finanziamento, dissi in altra occasione, che si trattava di una somma esigua, la centosessantesima parte di quanto lo Stato ci ha fregato nel computo delle spettanze per il solo 2010.
Questo per dire che i finanziamenti stigmatizzati da Andrea Atzori per i campi da golf o gli altri auspicati da Dedalonur per progetti industriali d'avanguardia non sono, ripeto, non sono alternativi a quei pochi soldi previsti per NUR.AT.
Per dirla tutta, una perplessità ci sarebbe per quanto mi riguarda: a chi affidare la gestione dei soldi e delle ricerche su NUR.AT?
Anche a chi ha ignorato, nascosto, sottostimato, screditato la civiltà nuragica?
E non credo di essere solo, almeno in questo.
Infine spezzo una lancia a favore di Sergio Frau, che non conosco di persona, pur sapendo che non ha certo bisogno di me per difendersi: a me è sembrato che il tsunami non sia un punto di partenza, ma solamente un'ipotesi per dare una spiegazione all'improvvisa crisi della civiltà nuracina, collocata intorno alla prima metà del XII secolo.
Tutte le altre cose che anche qui si dicono e si ripetono, sui metodi, la promozione, i ricavi, ecc., sono solamente parole in libertà. Parafrasando qualcuno di questo blog, si può dire che il libro di Frau ha fatto circolare il nome Sardegna nel mondo più di quanto non abbiano fatto trent'anni di ESIT.
la mia personale impressione è che non si sia sufficientemente compreso lo spirito del disegno di legge Nurat non si propone esclusivamente azioni di tutela ed intervento sul nostro patrimonio megalitico, ma anche di suscitare interesse su target turistici diversificati, che possono essere formati da quelli ai quali i miti e le leggende interessano poco ma sono maggiormente attratti dalle testimonianze archeologiche, o da chi ha una maggiore propensione a farsi suggestionare dal mistero e dalla leggenda.
Non si spiegherebbe altrimenti perché Loch Ness registri un afflusso turistico straordinario di persone che provengono da tutto il mondo sperando di poter vedere il presunto mostro del lago.
Se la situazione economica della nostra regione fosse florida, potremmo anche non affannarci a cercare motivazioni idonee a sollecitare il mercato turistico globale e potremmo anzi chiuderci in uno dorato isolamento aspettando che qualcuno ci spieghi quale era la funzione di un nuraghe ed aspettando che le istituzioni centrali, che sinora hanno dimostrato un interesse tendente allo zero nei confronti della nostra antichissima civiltà, si decidano un giorno a finanziare qualche campagna di scavi e ricerche a beneficio dei nostri pronipoti.
Se invece riteniamo, non dico molto, che la nostra protostoria richiami quanto meno analogo interesse rispetto a quello che suscita il mistero del presunto calendario solare di Stonehenge e riteniamo utile un incremento dei flussi turistici, allora occorre fare un po’ meno gli schizzinosi.
Non so dove ho letto che sulla terra di Atlante si era scritto talmente tanto che se solo si potesse ipotizzare, con una discreta certezza, l’ubicazione di questo posto, l’impatto mediatico sarebbe superiore a quello della notizia di della ridiscesa in terra di Gesù.
Chiunque ritiene che siano idioti quelli che esprimono punti di vista differenti dal proprio, dovrebbe riflettere sul fatto che è proprio lo straordinario numero di spedizioni alla ricerca del continente perduto ad avvantaggiare il luogo in cui confluiscono la maggior parte degli indizi, perché su di esso convergerebbe l’attenzione mediatica mondiale e questo non sarebbe male per un’isola come la Sardegna, che solo noi crediamo sia universalmente conosciuta e che invece non lo è assolutamente.
Per quanto si riferisce al quesito posto da Roberto in merito allo slittamento ad est delle Colonne, mi sentirei di suggerire la lettura dell’interessantissima interpretazione degli scritti di Platone da parte del professor Rosario Vieni (si può digitare su un motore di ricerca come google: 11500 anni fa Atlantide nel mito platonico).
E’ altrettanto interessante il parere del prof. Costantino Hofler, docente di storia presso l’Università di Praga, il quale nella sua “Storia Universale”, edita nel 1858, scriveva: “Malta e Sicilia si ponno considerare come le prime Colonne d’Ercole”…. a dimostrazione che questa teoria non è poi così recente.
Conosco, e ne sono amico, Sergio Frau, ma credo che questo non mi faccia velo. Fra i tanti interrogativi che pone il suo "Le colonne d'Ercole" non ho dubbio che il più intrigante sia quello su Sargegna=Isola d'Atlante? Per quel che ne so, lui ne è convinto, così come è convinto che sia stato uno tsunami a mettere in crisi profonda la civiltà nuragica, laddove lo tsunami ha colpito.
Ma è egli stesso a invocare studi geologici che potrebbero smentirlo clamorosamente. Questi studi termineranno a fine marzo. Chi è convinto che si tratti di una bufala, antistorica e anti scientifica, dovrebbe fare il tifo affinché questi studi avvengano.
Al termine potrebbero gridare ai quattro venti: "Visto che si trattava di una mistificazione?" E invece no, si contesta anche l'opportunità che tali studi siano fatti. C'è qualcosa che non va.
La dimostrazione scientifica che non ci fu alcuno tsunami non cambierebbe di un ette la considerazione che si ha della civiltà nuragica. Coloro che si sono scagliati e si scagliano contro questa ipotesi prenderebbe con altrettanta disposizione d'animo la dimostrazione che invece lo tsunami ci fu e distrusse l'Isola di Altante?
@ davide
sai bene che condivido gran parte del tuo discorso, in particolare quando affermi di credere nel NURAT come ritorno di immagine per la Sardegna. Anche se non si acquisiranno certezze assolute, bisogna insistere; anzi, se resta qualche margine di mistero, da quanto dicono le ricerche di mercato, ancora meglio.
Quanto alle tue perplessità su Sergio Frau, personalmente gli attribuisco il merito di avere risvegliato l'attenzione dei media sulla Sardegna: teniamoci il risultato.
D'altra parte si tratta di un aspetto ben conosciuto: a pari argomento c'è chi scrive per pura passione (magari perdendoci quattrini) e chi scrive avendo dietro un colosso editoriale.
Non penso che la proposta NURAT punti tutte le sue carte sulle ipotesi di Frau, quanto
allo Tsumani condivido il tuo pensiero.
A si biri
Giuseppe Mura
La sua opera ha giustamente suscitato l'ira degli accademici e degli scettici che gli hanno buttato addosso tutte le critiche conosciute e che ancora arriveranno, pertanto non è su di lui che avrebbero dovuto costruire una proposta nuova, valida e accettabile come quella che Nur.At, sembra poter offrire ai sardi per prima e agli altri di conseguenza, per dare luce alla conoscenza del Mopndo antico, nella costruzione di una migliore Società Globale.
03 dicembre 2010 14:
@ Francu Pilloni
tralascio i punti ormai chiariti.
Giusta la tua perplessità che nascerà (magari fosse così!) quando si tratterà di affidare la spesa: non credo ci siano soluzioni diverse da quella di affidarla a coloro che hanno il compito ufficiale di indagare. Probabilmente la legge dovrà fornire, in tal senso, le dovute precisazioni, ad esempio imponendo, durante le ricerche, la presenza dei "bastion contrario".
Ti ricordi gli scavi di Troia? Il povero Schliemann fece gran parte degli scavi strettamente controllato dai funzionari turchi!
L'ipotesi Tsunami si scontra con la ricerca archeologica e le leggi della natura. Sotto l'aspetto archeologico mi devi spiegare la presenza superficiale di stazioni di lavorazione dell'ossidiana a Pabillonis, a Villasor, a Sestu ecc., dove sono i metri di fango? Inoltre la civiltà nuragica non ha mai subito veri e propri collassi, ad esclusione, forse, dei mutamenti sociali nel Fine Bronzo.
Quanto ai nuraghi semisepolti, lato nord-ovest, del Sinis, hai presente la furia del maestrale quando si infila nel Campidano a 100 Km all'ora? Pensa quanto lavoro può aver fatto dopo tre millenni e mezzo.
Salutoni
Giuseppe Mura
@ zuannefrantziscu
dici giustamente: "La dimostrazione scientifica che non ci fu alcuno tsunami non cambierebbe di un ette la considerazione che si ha della civiltà nuragica."
Aggiungerei un'altra considerazione sullo Tzunami: la mancata dimostrazione della sua esistenza nell'Isola non cambierebbe di un ette il problema dell'identificazione della Sardegna come isola di Atlante, in quanto Platone narra di due Atlantidi: l'isola maggiore e l'isola artificiale sede di Atlante. E se il filosofo intendeva far sparire col cataclisma solo l'isoletta cerchiata? Ciao
Giuseppe Mura
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