Ho scritto ieri della crisi di autorevolezza di molta parte della stampa come sintomo preoccupante della crisi della libertà di stampa. Quando diventa non più credibile, per sciatteria, vocazione a misinformare (a informare a metà), faziosità subdola (perché presentata come racconto dei fatti e non loro interpretazione), per la riduzione a spettacolo dei fatti, per una carica di allarmismo gratuito, è allora che la disaffezione dei lettori mette in crisi la libertà di stampa. Allora non c'è alcun bisogno di leggi liberticide, è il suicidio che avviene.
Le due foto qui pubblicate non hanno importanza per i fatti né per i protagonisti. E, a ben vedere, poca importanza ha l'evidente faziosità politica che, questa sì, potrebbe avere giustificazione nella linea editoriale di un quotidiano. Non è, insommma, faziosità gratuita, per quanto segno del poco rispetto per la capacità dei lettori di farsi un'opinione non pilotata. Il guaio vero sta nella diversa considerazione ed evidenza che si ha della notizia allarmistica e di quella che fa cessare l'allarme, o almeno tenta di farlo. Questa, del resto, nascosta in un titoletto minuscolo, grande un quinto di quello che ha strillato l'allarme.
Del resto, mentre all'allarme sono state dedicate 722 parole, alla smentita che allarme ci sia sono dedicate 59 parole in tutto.
7 commenti:
Caro Pintore, tu sai perché non mi firmo. Ti devo dire, però, con quanto disappunto ho letto i tuoi commenti di questi giorni sulla libertà di stampa che sarebbe messa a rischio, secondo te, da noi stessi.
Non nego che i due esempi che tu fai siano segno di approssimazione e, a volte, di faziosità. Ma andrei molto cauto affermando che la faziosità non rientri nella libertà di stampa. I commenti sono sempre faziosi, di parte cioè o se preferisci di fazione.
Quanto all'appossimazione, non ti sono certo ignoti i tempi che a noi sono dati dagli editori per confezionare un prodotto ogni giorno. Anche io penso che la libertà di stampa non sia in pericolo, almeno nell'immediato. Ma penso che siano articoli come i tuoi ad accelerare i rischi.
Caro collega
se il riconoscimento degli errori servisse a non ripetere esattamente lo stesso tipo di errore, sarei tentato di darti ragione e di archiviare i due esempi che ho fatto. Così putroppo non è. E di esempi si potrebbe riempire pagine.
Quanto alla faziosità dei commenti, figurati, nulla da dire. E' quando la faziosità sta in scritti presentati come esposizione di fatti oggettivi, che nasce il problema. Lì c'è un subdolo imbroglio, un affidarsi alla credulità dei lettori che, se per di più sono affezionati, sono portati a credere.
Ma sì, anche i troll hanno diritto a qualche ora di libera uscita. Ma stanotte a cuccia
Caro signor Troll,
la ricreazione è finita.
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