domenica 5 febbraio 2012

Rispondendo a Giovanni Ugas una bianca mattina


di Alberto Areddu


Pascolianamente avvolti nella soffice coltre invernale, l'egregio Prof. Giovanni Ugas dell'Università di Cagliari, ci invita a regredire con la mente nel nostro lontano passato, e per questo Illiricheddu (lo spirito volante invocato) ha lasciato volentieri il passo a me (lo spirito riflessivo suo alter ego).
Orbene, per quanto riguarda le osservazioni riguardo il popolamento della Sardegna preistorica, nessuno qui nega l'esistenza in epoca romana di gruppi territoriali indigeni magari l'un contro l'altro armati; sta poi a noi vedere se non fosse una tattica romana (divide et impera) quella di accrescere certe separatezze che il contatto col dominio fenicio-cartaginese prima e le raffinate intrusioni (i nuovi fenici) intra moenia, operate tramite i vari operatori di civilizzazione: i sodali messapici (Buduntinenses), quelli falisci (quei sunt in Sardinia), o i cafoni campani (i Patulcenses), già dovevano aver avviato sul tessuto, a mio giudizio, un tempo unitario della Sardegna nuragica.
E qui vengo alla sua tripartizione, di cui parla soprattutto nelle ultime pagine del suo recente libro. Le mie osservazioni sulla toponomastica paleosarda, che risalgono anche alle analisi del Pittau, NON rilevano particolari diversità linguistiche nei vari territori sardi. Se prendo, per limitarmi alla mia esperienza, ad es. la serie facente capo alla base: Orol- (su cui ho recentemente pubblicato su Quaderni Bolotanesi) vedo la sua diffusione (stando alla cartina più o meno ufficializzata) sia in territori balari, sia sia iliesi. Potrei estendere il mio dire alla correlazione Chilivani (balare) e Zeddiani (iolea/iliense: ah tengo a dire che non credo che iol- e il- siano la stessa radice o parola). E potrei estendere le correlazioni ad altre decine di tipi. Pertanto accetto l'esistenza di diversi agglomerati territoriali, meno quella di genti linguisticamente non comunicanti ed estranee le une alle altre. [Sighi a lèghere]

6 commenti:

maimone ha detto...

Tre osservazioni:
1) In effetti, attualmente la radice BAL é più diffusa in Gallura, ma siamo sicuri che il territorio degli antichi Corsi corrisponda paro paro all'attuale Gallura? Io ne dubito. La Gallura col tempo ha allargato i suoi confini territoriali e linguistici, inglobando al suo interno comunità che parlano ancora il logudorese come Luras o che lo parlavano fino ad un secolo fa circa come Bortigiadas. Teniamo presente anche che alcuni altri centri si stanno galluresizzando, come Olbia, Budoni etc.
2) Resto perplesso davanti a certe "narrazioni" degli antichi. Mi domando, ad esempio, perché mai i Balari, che a parer loro sarebbero disertori cartaginesi di origine notdafricana, avessero contrassegnato il proprio territorio con il linguaggio dei Corsi. Non era più logico impiegare il loro linguaggio, come hanno fatto per esempio i catalani ad Alghero e i tabarchini a Carloforte? E' pur vero che per popolare il territorio non si può fare a meno delle donne. Queste ultime da dove provenivano? Anche loro dall'Africa? A me viene logico pensare che i fuggiaschi siano stati accolti dai Balari ed integrati fra loro. Insomma, un semplice episodio, che magari riguarda proprio Perfugas, ma che non riguarda l'origine dei Balari.
3) Il suffisso ARI. E' da molto tempo che ho notato la grande diffusione di questo suffisso nell'area logudorese: Tatari, Banari, Gioscari, Bunnari, Mascari, Tingari, Tinnari etc etc. Nel resto della Sardegna è piuttosto raro (a mio modo di vedere Cagliari non fa testo,potrebbe essere solo un caso. Mi pare (forse mi sbaglio) che il suffisso sia legato alla presenza di ruscelli. Un'altra cosa che ho notato é che il suffisso é piuttosto diffuso anche in Sicilia. Se dovessero avere la stessa origine la teoria di ugas ne uscirebbe rafforzata (cultura campaniforme).

alberto areddu ha detto...

Risposte:

3) Okay c'è una maggior visibile diffusione in certi areali, così la-ò è maggiormente diffusa nell'area buddusoino, la -ì in quella tonarese, ma non tali da escludere presenze, meno costanti, altrove. Così (1) un'antica Van-ari/Ban-ari/Bann-ari la troviamo in area oristanese (oggi è Bàini, Villaverde); riguardo Cagliari è ben attestato per l'antico come: Kal-aris (da cui Cagliari. Sul fatto che (3) -ari sia diffuso in area sicula (elima ?), ciò rafforza semmai l'ipotesi dei Siculi come originari dall'Illiria. Ti rammento che tra i popoli dell'Illiria si annoveravano sia i Siculotes sia i Sardeates.

elio ha detto...

amsganSi pagu pagu apo cumpresu
I Aba Losi me podet ajudare
Sa cuntierra pro crezes de Iliesu

Malu chin Bàlaru a torrare
Candho si che ponet Gadhuresu
Nos non faghet prus a poderare.

Pro s’andamentu de sa populatzione
Mirendhe a sos nuraches e a s’antigu
Contana s’ou a bias che puzone

Pagu dana a cura a su mandhigu
Paret chi no’ intendhana rejone
In s’orroca no’ bi creschet trigu.

Sos de sa fisica iscientzia
Malos ana esse a cumprendhe
Ma in s’issoro cumpetentzia

Su babbu chin su fizu rejonendhe
S’unu e-i s’ateru tenen passientzia
Sa “leze” non faghet a l’ofendhe.

elio ha detto...

"amsgan" non c'intrat nudha.

alberto areddu ha detto...

test

ENEA MYFTARI ha detto...

Bal nella lingua albanese :
1-bardhe- in italiano -bianco
2-ball, ballas , ballore -fronte, in fronte , frontale
Nome piu diffuso per i cani nel Albania e Balo.