venerdì 25 novembre 2011

Yhwh e la scrittura nuragica: il log e il recipiente biblico del rito dei Leviti per la purificazione

di Gigi Sanna
Dedicato ad Antonio Pinna 

1. Il pronunciamento del prof. Pettinato sul 'cuneiforme' presente nell'oggetto. - Era noto ed è noto che sul detto documento, rinvenuto in località Serra 'e sa Fruca di Mogoro,  ci fu subito un notevole interesse nonché un chiaro pronunciamento da parte del prof. Pettinato in quanto lo studioso orientalista ravvisò subito in esso la presenza di cunei di tipologia ugaritica (1).
Il frammento di Mogoro
Sull'interesse e sul pronunciamento 'tecnico' però, in tanti anni, nonostante nostre diverse sollecitazioni (2), non fu spesa  mai una sola parola 'ufficiale',  né da parte di  archeologi né da parte di funzionari della Sovrintendenza sarda; così come, da quanto ora bene si sa (3), non fu prestata la dovuta attenzione da parte del dott. Antonello Costa, l'archeologo che rinvenne il coccio, affinché  ne fosse data tempestiva comunicazione ed affinché esso  venisse, come di dovere, non solo catalogato ma anche ben custodito in qualche Museo. Mancata segnalazione,  custodia e visibilità che appaiono  tanto più strani in quanto il dott. Costa è stato, per tanto tempo, il curatore del Museo di Senorbì,  luogo dove sono esposti numerosi reperti provenienti dagli scavi nell'agro mogorese (Serra 'e sa Fruca).
Dopo un silenzio durato oltre trenta anni su di un caso clamoroso di autorevole pronunciamento epigrafico, di cui erano a conoscenza non pochi studiosi e archeologi, in seguito alla pressioni della nota petizione popolare in Parlamento a firma dei Senatori Massidda e Sbarbato,  la Sovrintendenza si decise, in quanto costretta e messa, per così dire, alle corde, a dare finalmente spiegazioni sul reperto al Ministro e, indirettamente (ma con evidente speranza, anzi quasi la certezza,  che la relazione rimanesse segreta e solo circoscritta in certi ambiti) al pubblico.

Sighi a lèghere

5 commenti:

Gigi Sanna ha detto...

Speriamo di farcela. Quanto avrei voluto inserirlo nella Mostra di Macomer!
Due domande.Perchè mi dici che i segni cuneiformi dell'agata maltese non sono ugaritici? Sei tu che lo sostieni o ti riferisci a qualche altro studioso? Li sto esaminando e ho già una certa opinione.
Seconda domanda. Io per motivi di spazio nel Blog (hai notato la faticaccia di Gianfranco nel porre ordine tra testo e figure!) non ho potuto argomentare, come avrei desiderato, su tutto. Ora aggiungo. Pensi che il pittogramma 'cerchio' vada bene dove è stato collocato, cioè prima della ipotetica parola 'KELY' o che possa essere messo (ma come sintatticamente?) dopo la parola 'IL'? Infatti, tengo ben presente la scritta di Aidu Entos di Bolotana: ILI NR in NURAC SESSAR. Dopo ILI c'è NR! Che il documento di Sa serra 'e sa Fruca avesse molte più lettere di quanto il frammento della ciotola oggi ci mostra?

Pietro Murru ha detto...
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Pietro Murru ha detto...

Si rimane senza parole … ogni volta, per ogni documento.
… chi se ne frega(!) del rapporto della soprintendenza al ministero, anacronistico con quella solfa su graffi e graffietti, ridicolo, direi anche un tantino isterico nel tentativo di portare il più possibile la datazione indietro nel tempo “senza ombra di dubbio”…

Poi un giochino divertente che mi è subito balzato agli occhi, da fare con i logaritmi. (A parte che continua a ronzarmi per la testa che l’area del cerchio di raggio unitario è il numero π che nel VT, a quanto pare, veniva approssimato a 3…nr=luce=3=area del cerchio (??)…)

Ecco il giochino:

10 elevato 0,48 ≈ 3

oppure, e qui viene il bello

log⁡3=0,477

Esattamente l’unità di misura log espressa in litri. Il litro è una unità di misura molto recente, il termine logaritmo sarebbe, poi, da riferirsi agli arabi, quindi questa non può che essere soltanto una divertente coincidenza. Certo una mente fantasiosa come quella di Kolosimo ci sarebbe andata a nozze!

Maria Teresa Porcu ha detto...

scusate ma davanti alla matematica getto la spugna...!
complimenti, il livello che riuscite a mantenere con i vostri interventi costituisce già un piacere per chi vi segue da profano e uno stimolo a interessarsi in maniera sempre più costruttiva del nostro passato. non solo in quanto sardi ma come cittadini della storia...

Gigi Sanna ha detto...

Sì, Maria Teresa, il 'nostro' passato. Ma fai bene ad aggiungere 'cittadini' della storia. Per quanto il Sovrintendente neolitichista ( e con lui altri) cerchi di dipingere qui in Sardegna, con assurda distorsione della realtà, l'esistenza di bande indipendentistiche pronte a creare dei falsi pur di creare 'miti' di razza superiore, qui noi seguiamo il grande ( e dimenticato,ahimè) Piglaru che non ha fatto altro che ammonire i Sardi a che non fossero 'regionalisti chiusi' ma neppure seguaci del fasullo 'cosmopolitismo di maniera'. Ho un petto da tacchino per la storia nuragica dei 'Signori Giudici' Shardan che andiamo scoprendo ogni giorno di più ma anche perchè tutto il mondo con noi può scoprire che questo lembo di terra, apparentemente così periferico, ha avuto una storia paragonabile a quella delle grandi città della costa siro-palestinese e dell'Egitto. Anzi, una storia singolare di cui per ora abbiamo solo pochi, per quanto significativi, lumi. Qualcuno crederà che quello del 'log' è uno scherzo. A volermi bene dirà che è 'un abbaglio'. Non è così e si vedrà bene, molto bene perchè con la pubblicazione dei successivi documenti. Mi dispiace dirlo ma ad essere sconfitta è la visione lilliana di una Sardegna cantonale e periferica senza navi, chiusa in sè stessa, barbarica e, addirittura, 'anticlassica'. In questo il 'maestro' non fu certo 'profeta' nonostante i tentativi di chi 'troppo' loda e lo vorrebbe Dio (leggersi l'articolo di Manuela Arca di L'Unione sarda del 26 Novembre) . Era solo (ed è) un grande uomo e un grandissimo studioso. Conosceva ogni dettaglio dell'archeologia sarda ma, per quanto 'sardista' (alla sua maniera), non ne comprese bene lo spirito profondo'. Accusò il Pettazzoni di non comprendere bene questo ma, sotto certi aspetti, era lui che in realtà non 'afferrava' bene i confini di una preistoria che 'preistoria' proprio non era.