venerdì 1 aprile 2011

I Shardana di Porrino tra Storia e filologia

Scenografia di I Shardana. Un video sull'opera
di Giuanne Masala

Sono venuto a conoscenza della rappresentazione al Teatro San Carlo di Napoli di un’opera lirica intitolata I Shardana soltanto durante il lavoro di raccolta degli scritti di Felix Karlinger sulla Sardegna. E, in effetti, una lettura approfondita degli articoli dell’etnomusicologo tedesco ha contribuito enormemente alla conoscenza, non solo di questa opera lirica ma anche di episodi importanti della vita – spesso sofferta anche se ricchissima di soddisfazioni – nonché dell’infinita messe musicale di Ennio Porrino, il cui nome è indissolubilmente legato alla Sardegna.
Nato a Cagliari nel 1910 e morto improvvisamente a Roma nel 1959 a soli quarantanove anni, Ennio Porrino rappresenta indubbiamente una figura di primissimo piano nel mondo componistico del nostro paese e sicuramente la più grande della Sardegna. Ancora ventenne si afferma con la lirica Traccas (su versi di Sebastiano Satta) nel concorso nazionale La Bella Canzone Italiana. Segue una strepitosa carriera il cui apice è sicuramente costituito dalla prima rappresentazione assoluta de I Shardana al Teatro San Carlo di Napoli; la sua morte improvvisa è di circa sette mesi più tardi. È sintomatico constatare come il legame con la Sardegna apra e chiuda quindi la sua vita, terrena e musicale.
L’autorevole enciclopedia musicale tedesca Die Musik in Geschichte und Gegenwart riporta che «la grande opera I Shardana fu accolta dalla critica come “la più importante opera lirica composta in Italia in questo dopoguerra”». Ed effettivamente, all’indomani della rappresentazione sancarliana del 21 marzo 1959 le critiche sono eccezionalmente positive. Sia riviste specializzate che quotidiani attribuiscono a I Shardana tanti meriti e uno soprattutto unanime: la capacità dell’artista di coniugare magistralmente l’antica e gloriosa storia sarda con la musica classica moderna, attingendo nel contempo alla musica tradizionale dell’isola mediterranea.

10 commenti:

francu ha detto...

Grazie per aver scritto tutte queste belle cose.

Giuseppe ha detto...

Ringraziamenti vivissimi a Giuanne Masala. Questo mi pare, oggi, uno dei modi più belli di fare vera cultura, riconoscendo finalmente il valore di uno dei nostri figli migliori.
Complimenti anche per il video, davvero stupendo.
Giuseppe Mura

maimone ha detto...

Ringrazio di cuore l'Autore per avermi fatto conoscere questo illustre figlio della nostra terra. Porrino lo conoscevo solo per la Danza di Desulo, che probabilmente é il pezzo musicale sardo più conosciuto fuori dell'Italia (un tempo era anche la sigla del vecchio Gazzettino Sardo). Ora però mi viene il sospetto che il suo oblio non é casuale. Chissà perchè ogni volta che si parla della Storia dei Sardi (poco importa che sia vera o romanzata) scende una coltre di silenzio. Meglio parlare della storia della Sardegna punica, romana, bizantina, aragonese, spagnola etc. Così fingendo di fare la storia di Sardegna in realtà si parla della storia altrui.
Questo scritto di Giuanne Masala mi ha convinto a recuperare il tempo perduto. Porrino da oggi diventa oggetto dei miei interessi culturali.

Grazia Pintore ha detto...

Penso che il signor Maimone abbia ragione sul silenzio della grandezza di Porrino,ci vogliono i tedeschi per apprezzarlo?Non riesco proprio a capire l'ostilità verso la cultura sarda.Grazie,anche da parte mia,signor Giuanne Masala.

elio ha detto...

Stava per succedere qualcosa dopo l’avventura fascista, ultimo epigono finito male del Risorgimento. Alla caduta del Fascismo che di quel Risorgimento non era figlio spurio, si poteva porre rimedio ai guasti di un parto col forcipe di una “Italia Una e Indivisibile”? Forse sì e Ennio Porrino è un brandello rimasto impigliato nelle pagine di una storia appena iniziata e non più scritta. Le attese erano tante, non ultime quelle di autonomia.
Tutto si incanalò in una strada che la Storia, secondo alcuni, aveva da sempre tracciato. Nell’attesa dell’immancabile “sol dell’avvenire”, si spense sul nascere l’opportunità del secondo “Risorgimento” dei Sardi. Per capacità politiche e organizzative di una parte (P.C.I.), per incapacità di discernere quel che è di Cesare da quel che è di Dio (buona parte dei cattolici), per la supponenza intellettuale degli eredi di Mazzini (Partito d’Azione) e per l’affaristica ignavia di buona parte degli eredi di don Sturzo (D.C.) ( tutti accomunati da un’azzeccatissima definizione di Togliati: utili idioti), a un dirigismo centralistico e totalizzante di destra se ne oppose, via, via, un altro altrettanto centralistico e totalizzante di sinistra.
Più i duemila anni ci vollero prima che lo spirito degli Shardana, se così li possiamo chiamare, si riaffacciasse coi Giudicati nel tentativo di rifare sarda la Sardegna. Le cose andarono come andarono ma, che questo tentavo ci fu, non si può negare. E durò a lungo, dando per qualche tempo l’illusione, al nostro sguardo retrospettivo, di esserci quasi riusciti.
Seicento anni dopo, usciti dal bagno di sangue, altro che terremoto e tsunami al seguito, della seconda guerra mondiale, abbiamo avuto una seconda possibilità e ce la siamo fatta scippare. Ancora ci dibattiamo nella bagna: “imbodhiaus che is macarronis de Pauli”. Consoliamoci con la musica di Porrino, che poteva essere un Grande di Sardegna.

Giuseppe ha detto...

@ maimone
ti poni la domanda: "Chissà perchè ogni volta che si parla della Storia dei Sardi (poco importa che sia vera o romanzata) scende una coltre di silenzio."
Ma conosci benissimo la risposta: anche se posto in termini musicali il tema Shardana rischiava di provocare approfondimenti che era meglio evitare.
Oggi forse stiamo esagerando inflazionandone il nome e l'importanza e rischiando di perdere credibilità, tuttavia è meglio il frastuono da un grande silenzio.
Giuseppe Mura

el-pis ha detto...

più che frastuono direi:
MUSICA SUBLIME ED EDIFICANTE,
Ennio Porrino E' un GRANDE di Sardegna.

Gigi Sanna ha detto...

Giuanne ha già pubblicato su questo Blog un altro articolo bellissimo ( in occasione della rapprresentazione di Shardana a Cagliari) che ha avuto il merito di ridestare, con una punta polemica garbatissima, in coloro che ci frequentano e dialogano con noi, l'attenzione della cultura sarda su questo grandissimo e coltissimo compositore. Purtroppo credo che allora di commenti ci sia stato solo il mio. Lo richiamo perchè Gianfranco potrebbe offrire il riferimento con la data per l''interesse culturale' di Maimone e di tanti altri.

zuannefrantziscu ha detto...

da Giuanne Masala

ACCADEMIA, BARONI E BARONESSE! Grazie per gli auguri! A proposito di coltre di silenzio un esempio su tutti: il 14-15 maggio del 2010, quasi un anno fa, per il centenario della nascita di Porrino (1910-2010) è stato organizzato nel conservatorio di Cagliari un convegno (anche molto costoso, credo) per ricordare l'uomo e l'opera. Tra i 13 relatori, anche musicologi e non, noti e meno noti, sia sardi che continentali, si stagliava la figura del Presidente della Società Italiana di Musicologia ma anche alcuni altri che mai prima si erano interessati di Porrino se non per preparare la conferenza da tenere al convegno. Io invece - che negli ultimi 5 anni avevo curato la pubblicazione di 4 libri di/su Porrino e del cd doppio contenente la sua maggiore opera lirica I Shardana - scrivendo su di lui diverse decine di pagine, non ero tra i relatori perché non ero stato invitato ma di cose da raccontare ne avevo diverse, e conoscevo gli organizzatori (anzi le due organizzatrici) personalmente da anni e omaggi dal sottoscritto ne avevano ricevuti tanti. Dopo che da mesi chiedevo spiegazioni in merito alla mia esclusione, 24 ore prima mi arrivò una mail in cui scrivevano che, se volevo, avrei potuto fare una comunicazione! Ma la mia assenza ha consentito loro così di occultare le mie 5 pubblicazioni e i miei 5 anni di lavoro. Forse si sentivano in colpa? Addirittura circa un anno fa mi sconsigliarono, per iscritto, di pubblicare il volume con gli scritti di Porrino QUESTIONI MUSICALI perché "inopportuno".

Giuseppe ha detto...

@ el-pis
chiarisco meglio: il frastuono e l'inflazione intendevo riferirli al termine Shardana, non all'opera lirica, sulla quale condivido il tuo parere.
Giuseppe Mura