martedì 16 novembre 2010

Ci sarebbe da fare un nuraghe fuori asse

di Giuseppe Mura

Le complesse soluzioni architettoniche adottate nella costruzione del nuraghe suggerisce la preesistenza di un vero e proprio progetto, da intendersi naturalmente non in termini moderni con la stesura sulla carta dei vari disegni in scala. In ogni caso non è possibile escludere che, nel corso della costruzione, ci fosse la presenza fissa di una “direzione lavori”, magari accompagnata dal “committente”, pronta ad intervenire momento per momento nello sviluppo dell’edificio per fornire le giuste direttive alle maestranze specializzate.
Fermo restando questo aspetto costruttivo, ricordo l’esistenza di una particolare variante progettuale, osservabile in particolare nella planimetria di base, che caratterizza non poche torri principali di nuraghi semplici e complessi: quella del disassamento tra l’ambiente interno e il paramento murario esterno.
Ricordando che i nuraghi non sono costruiti su fondazione, il nostro progettista che intendeva costruire una torre, spianato opportunamente il terreno, posizionava il “compasso” in un ipotetico centro e tracciava un primo cerchio che dimensionava l’ambiente interno, quindi tracciava il paramento esterno semplicemente aumentando il raggio dello strumento (fig. 1a); su queste figure faceva costruire l’edificio.
In altri edifici, meno numerosi dei primi, una volta tracciato il primo cerchio, l’ideatore del progetto non solo aumentava il raggio, ma rimuoveva lo strumento dal centro iniziale spostandolo sull’asse ideale che conduce al corridoio di ingresso, tracciando così un secondo cerchio delle medesime dimensioni ma “disassato” rispetto al primo; su questo secondo cerchio costruiva la base del paramento esterno (fig. 1b)
Planimetria di base di un nuraghe
in asse (1) e non in asse (1b
)

Applicando questa brillante variante il costruttore lasciava intatte le dimensioni interne ed esterne dell’edificio, ma aumentava la lunghezza del corridoio di ingresso. Si tratta di un risultato finale che, evidentemente, non era frutto del caso, ma dettato da particolari esigenze. Quali potevano essere queste esigenze, per quali motivi i nuragici modificavano così radicalmente il progetto di base rischiando di indebolire e di squilibrare l’assetto finale dell’intera struttura?
Intanto va detto che il corridoio di ingresso alla camere principale dei nuraghi, disassate o no, costituisce l’unico elemento architettonico che non rispetta, in pianta, quello che appare come il tipico canone costruttivo dei nuragici: la costruzione in cerchio o quanto meno, l’utilizzo della curva. Insomma, solo motivazioni di vitale importanza potevano convincere i nuragici a disassare l’intero edificio per allungare il corridoio e realizzarlo rinunciando alla quasi ossessiva forma della curva.
Considerando che tutti gli edifici adibiti al culto dei popoli gravitanti intorno al bacino del Mediterraneo erano costruiti utilizzando la forma del quadrilatero come base, ricordo come esempio il famoso tempio degli Israeliti, ipotizzo che anche il corridoio dei nuraghi fosse adibito, oltre che al disimpegno logistico, a particolari forme di culto.
D’altra parte risulta difficile trovare motivazioni diverse da quelle religiose: la stessa torre nuragica, elevata in altezza a scapito del poco spazio ricavato internamente e costruito tramite l’ausilio di ingenti risorse economiche ed umane, trova facili riferimenti nei luoghi sacri delle antiche culture. Con questo non intendo dire che il nuraghe fosse un edificio sorto unicamente a scopi religiosi: ritengo più probabile la funzione di tipo palaziale, nel senso che costituiva la residenza del sacerdote-capo con tutte le prerogative conseguenti.
Ma, per restare al corridoio di ingresso dei nuraghi adibito a luogo di culto, ricordo che la stessa forma planimetrica rettangolare si ripete nei cosiddetti “Megaron” della Sardegna, altri edifici che risultano dedicati ai riti religiosi per via del gran numero di oggetti e bronzetti votivi che hanno restituito.
Bronzetto raffigurante il nuraghe
complesso e la capanna sacra
D’altra parte l’abbinamento sacro tra il nuraghe e la Megaron è mostrato dal rinvenimento di alcuni bronzetti che mostrano i due edifici fusi nella stessa base (fig. 2). Infatti quest’ultima, rappresentata dalla capanna sacra, ha il tetto a doppia falda come le ipotetiche ricostruzioni delle Megaron, arricchito dalla presenza delle colombelle, animale sacro per i nuragici. Inoltre la Megaron sorge generalmente presso i villaggi privi di nuraghi, come se dovesse in qualche modo sostituirne la funzione.
Infine, quasi tutti i corridoi di ingresso alle camere principali dei nuraghi, risultano orientati nella direzione dei solstizi: mi piace immaginare quale prestigio poteva trarre la figura del sacerdote (o della sacerdotessa) che, uscito improvvisamente dalla nicchia d’andito, si presentava all’ingresso architravato tutto illuminato dalla luce nascente ai meravigliati offerenti radunati all’esterno dell’edificio. Oppure, ancora meglio: quale prestigio traeva il sacerdote-capo se gli offerenti, effettuati i previsti riti iniziali nel corridoio ed inoltratisi nella camera, ne ammiravano la figura seduta nel “trono” posto all’interno della grande nicchia opposta all’ingresso e tutta illuminata dalla luce dell’astro.


25 commenti:

Archeologia Nuragica ha detto...

secondo te vi sarebebro dunque 10.000 sacerdoti capi con rispettive famiglie?

Mi pare una idea alquanto approssimativa, come quando dici che gli ingressi sono orientati coi solstizi!!

Caro Giuseppe se tu hai interpretato gli autori classici allo stesso modo in cui hai male interpretato i miei studi archeoastronomici, beh allora....

saluti

mauro peppino

Giuseppe ha detto...

Cara Mauro Peppino
vede che non hai abbandonato il tuo stile: forzi le conclusioni altrui e cerchi di denigrarne il lavoro.
Intanto cerca di rispondere alla questione tecnica: per quale motivo molti nuraghi risultano disassati? E' vero o no che che il disassamento allunga sempre il corridoio di accesso?
Quanto all'orientamento, ti prego, esponici il Verbo che tu solo conosci.
ti saluto

Giuseppe ha detto...

Scusa Mauro, il "cara" mi è proprio scappato!
Giuseppe

Pierluigi Montalbano ha detto...

Il motivo è proprio da inquadrare nell'utilizzo dei corridoi. Le zone fruibili del nuraghe sono molto ridotte rispetto alla muratura, e per ampliarle ci sono due possibilità: sollevare l'altezza (creando spazio per inserire una soletta in legno, come ad esempio abbiamo nella torre centrale di Barumini), oppure, più facilmente, disassando il centro (come è avvenuto nei protonuraghe). Non dimentichiamo che per "pensare e realizzare" una scala si deve obbligatoriamente sfalsare il centro.

Giuseppe ha detto...

@ Pierluigi Montalbano
hai ragione, spostando l'asse aumentano le possibilità di ricavare la scala nello spazio che si forma tra il "guscio" esterno ed interno. Tuttavia dopo 180° lo spazio disponibile si riduce proprio a causa dello spostamento, quindi la scala dovrebbe essere talmente ripida da raggiungere il piano superiore prima del restringimento. Esiste una casistica di questo tipo?
Giuseppe Mura

Pierluigi Montalbano ha detto...

Sì, visitando molti siti ti accorgerai che la scala inizia quasi sempre dolcemente per poi variare all'improvviso la pendenza, divenendo più stretta e difficoltosa. La variazione di pendenza non è riportata in bibliografia da nessun autore, tutti si limitano a descrivere il numero di scalini e, al massimo, la posizione in pianta o prospetto. Il disassamento del fulcro centrale rispetto alla circonferenza esterna offre anche altri vantaggi: spazio per l'nserimento di nicchie (le cosiddette garitte) ai lati degli ingressi, accesso alla scala prima di entrare nella camera centrale, possibilità di elaborare una camera più larga al piano superiore. Essendo elicoidale consente anche di risparmiare sul materiale pur mantenendo la solidità strutturale dell'intero edificio. Conoscevano (almeno empiricamente) le regole del cerchio, dell'ellisse e del cono!

Giuseppe ha detto...

@ Pierluigi Montalbano
d'accordo per la variazione improvvisa della pendenza nella scala che conduce al piano superiore, ma non ricordavo il restringimento dei gradini nella parte più alta. Attento a parlare di "garitte", potresti attirare l'attenzione di qualcuno!

Giuseppe Mura

Giuseppe ha detto...

@ Mauro Peppino Zedda
pagina 135 del tuo "Archeologia del Paesaggio Nuragico". Qui stai parlando proprio di nuraghi (evito di riportare i numeri e mi limito alla frase conclusiva):
"Il congruo numero di ingressi rivolti verso il sorgere del Sole al solstizio invernale e della Luna al lunustizio maggiore meridionale attesta che il loro orientamento seguì un canovaccio astronomico".
Non aggiungo altro.
Giuseppe Mura

Pierluigi Montalbano ha detto...

Infatti ho scritto..."cosiddette" garitte, focalizzando il discorso sulla zona d'ingresso.
A mio parere non c'erano sentinelle armate come suppone qualche autore, tuttavia nel corso dei secoli (e secondo le necessità) la loro funzione cambiava e non si può escludere un utilizzo come dissuasori per malintenzionati.
Si tratta di una postazione strategica nella quale potevano trovarsi simboli cultuali, vasi con acqua o derrate alimentari; oppure una zona nella quale ci si fermava per essere controllati e presentati al cospetto dei personaggi che occupavano la camera principale del nuraghe; oppure un luogo dove riporre il vestiario (armi, attrezzi...). Potrebbero essere state utilizzate anche per ospitare le guardie del corpo del capo, o le sue ancelle. E' interessante proporre qualche nuova idea sull'utilizzo sensato delle garitte, nella speranza che chi legge queste poche righe che ho scritto non vada fuori tema spostando l'oggetto della discussione.

Adriano ha detto...

E se fosse un banale errore dei costruttori dell'epoca rispetto al progetto abituale?
I casi di errori nella costruzione di edifici nella storia non sono rari e spesso ci sono stati casi celebri (come per cupole e intere cattedrali).
Ma succedono ancora oggi.
In teoria in un epoca ancora più difficoltosa sotto il profilo architettonico, l'errore poteva essere più frequente.
- Bomboi Adriano

Adriano ha detto...

Oppure, bisognerebbe guardare in quali aree geografiche dell'isola si presentano quelli con entrata più lunga. Magari ha a che vedere con la conformazione della zona dell'epoca. Oppure ancora con la finalità che doveva avere il nuraghe (militare? comune magazzino? luogo di culto con diversa penetrazione della luce all'interno?). Mah...

B.A.

Giuseppe ha detto...

@ Pierluigi Montalbano
non credo ad una funzione che cambiava col tempo: dici bene di una posizione strategica, ma la nicchia del corridoio d'ingresso aveva probabilmente la stessa funzione di quelle ricavate in camera.
Su queste ultime ho ipotizzato che fosse il luogo ideale per posizionarvi i "troni" dei sacerdoti-capo. Peché scartarla a priori, visto che ci siamo in termini di altezza e di larghezza?

Giuseppe Mura

Unknown ha detto...

@ Peppino

Dopo aver visitato qualche struttura mi sono posto anch'io la domanda realtiva all'edificazione fuori asse e generalmente questa è la caratteristica di edifici pensati o predisposti a più livelli. Leggendo Pierluigi e l'alzata delle rampe devo ammettere che ha ragione! le rampe salgono vertiginosamente anche per una persona alta come me (pensa a Elisetta come le sale!!!!eheheh!!) Dalle sezioni si può notare che (mi sembra di ricordare il S.Antine) le camere non siano sovrapposte ma leggermente sfalsate. Piano terra completamente in fondo, 1° piano in avanti e 2° piano in fondo e così via sino alla fine, naturalmente assemblando su quella superficie la scala. Credo che questo criterio si premeditato al livello "progettuale" sia per sfruttare il principio dei baricentri cadenti sui macigni sottostanti, sia per ripartire il peso di tre livelli sul paramento esterno anzichè sulle camere sottostanti.
Per quanto riguarda l'erezione dei megara ho potuto osservare che questi a S'Arku e is Forrus sono circondati da mono torri.Non vorrei sbagliare ma non mi sembra l'unico caso.
Vediamo come va il testo in uscita ma non credo che l'edificio a megaron sia a destinazione cultuale. Questa analisi mi è venuta forse per la concentrazione di determinati prodotti, la composizione strutturale e forse per il fatto che si presentano sempre in coppia e accanto.
In merito agli ingressi provo a portare una testimonianza locale. L'edificio Antiogu Diana a Sant'Antioco quota 182 mt s.l.m presenta ingresso a Sud, il bastione di Serucci presenta ingresso verso WSW mentre il corpo centrale verso ESE. Il Nuraghe Monte Arbu a Sant'Antioco presenta un ingresso verso NNE. Spero di essere stato utile e mi auguro che qualcuno non mi giudiche come "venuto da un'altra parte"

Saluti

Marcello

Giuseppe ha detto...

@ Adriano
difficile pensare ad un banale errore: il disassamento è abbastanza ripetitivo e rivolto sempre in direzione del corridoio.
Ci sono, è vero dei visibili casi di errate costruzioni franate prima del tempo; mi riferisco a nuraghi costruiti su crinali, sopra falde acquifere superficiali, con mura elevate con poco criterio, con cedimenti strutturali di nicchie ecc.
Spero che il tuo suggerimento di ampliare la ricerca, magari col criterio geografico, possa essere raccolto da qualcuno che abbia già i dati disponibili.
Questo, intanto, un primo elenco di nuraghi che risultano disassati:

S. Barbara di Villanova Truscheddu
Nela di Sindia
S Barbara di Macomer
Arrubiu di Sardara
S. Barbara di Sindia
Armungia di Armungia
Finugaglia di Aglientu
Orolo di Bortigali
Mascaliu di Aidomaggiore
S.Sabina si Silanus
Is Paras di Isili
Tuttusoni di Aglientu
Forreddos di Paulilatino
Pisco di Suelli
Solino di Aidomaggiore

Giuseppe Mura

Giuseppe ha detto...

@marcello cabriolu
non farti forte del tuo "aver visitato qualche struttura"!
Interessante l'ipotesi della costruzione a più livelli, ma non mi sembra risolutiva perché presente anche su nuraghi con una semplice camera.
Riguardo alle Megaron, proprio la costruzione "a coppie", oltre che all'aspetto religioso, suggerisce l'affinità con gli edifici greci dai quali prendono il nome. In Grecia esisteva, all'interno della medesima città, la Megaron del sovrano e della sovrana. Ciao

Giuseppe Mura

Unknown ha detto...

@ Peppino

Beh mi pare scontato che anche gli edifici a semplice camera presentino tale situazione, hanno la necessità di accorpare la scala alla camera, quindi dovendo partire dalla parte anteriore, la camera inesorabilmente "slitta" dietro. Non conosco tutti quelli che hai elencato, ma di alcuni come il S. Barbara di Macomer e l'Orolo di Bortigali rientrano nella categoria a più piani. per il singolo piano ti posso citare il Santa Sarbana di Silanos (chissà magari ora residua così) oppure il Serbissi di Osini dove finita la scala siamo rimasti sul tetto della torre, in un mezzanino di due mq circa, dove i macigni non mostravano assolutamente un altro alzato a chiudere. Ci siamo guardati attorno e vedendo oltre la valle l'Ardasai ci siamo chiesti se quella fosse una vedetta o un luogo di osservazione astronomica. Altro esempio lo puoi trovare nella torre in mezzo alla necropoli vicinissima al pozzo di Santa Cristina.
Non capisco cosa intendi per megaron del re o della regina, se riferiti a luoghi di culto privati o a alloggi privati. Comunque in entrambi i casi porto sempre a confronto l'esempio di S'Arku e is forrus dove i megara sono collocati a 10 mt dalla fornace a graticola, con annessi e connessi le fumate tossiche della metallurgia.Inoltre l'insediamento mi sembra troppo piccolo per essere un "capoluogo" con la presenza di autorità. Mentre Su Romanzesu ha tutte le carte in regola per essere un insediamento di una certa rilevanza, pensa te si estende solo per circa 7 ha!!!! A pensarci bene anche Serra Orrios pur non essendo particolarmente esteso presenta una caratteristica legata ad una classe aristocratica: la tomba dei giganti. Posso aggiungere che nel Nuraghe Mannu di Dorgali (verosimilmente monotorre) la camera sia in asse con la struttura come anche nella struttura tra Vallermosa e Villasor quasi vicino a S'Acqua cotta: Su Sonadori.

Salutoni e a presto
Marcello

Archeologia Nuragica ha detto...

@ Giuseppe, la sintesi sull'orientamento degli ingressi dei monotorre e delle torri centrlai dei nurgahi complessi è negli ultimi paragrafi della pag 133 di Archeoogia del Paesaggio Nuragico

Giuseppe ha detto...

@ Marcello Cabriolu
non tutti i nuraghi monotorre a semplice camera presentano il disassamento, tanto è vero che, spesso, la scala parte direttamente dalla camera e ad un certa quota.
Il Serbissi di Osini, col suo mezzanino che permette di osservare l'asterno, potrebbe anche confermare semplicemente la possibilità di controllare la situazione degli offerenti in attesa della celebrazione del culto. Non dimenticare anche l'esistenza dei "mazzanini" che permettono di osservare il corridoio da posizione nascosta.
Quanto all'utilizzo delle Megaron greche, i pareri degli studiosi sono discordi e vanno dalla celebrazione del culto alla funzione diplomatica, in ogni caso le cittadelle ne avevano generalmente due, una più grande dell'altra, esattamente come in Sardegna.
Conosco l'ipotesi che formuli nel libro sull'utilizzo della Megaron in Sardegna: quando uscirà avremo modo di approfondire ancora meglio il tema.
Saluti
Giuseppe Mura

Giuseppe ha detto...

@ Mauro Peppino Zedda
riassumo:
. sei inizialmente intervenuto attribuendomi "un'idea alquanto approssimativa" a proposito dell'orientamento degli ingressi di molti nuraghi ai solstizi;
. ti ho risposto ripronendoti delle domande rimaste inevase;
. ho fornito il numero di pagina dove riassumi le tue idee sui nuraghi proponendo :
"Il congruo numero di ingressi rivolti verso il sorgere del Sole al solstizio invernale";
. infine rispondi proponendomi un'altra pagina.
Mi aiuti a decifrare il tuo pensiero sia sull'orientamento che sulle domande iniziali?
Cordialmente

Giuseppe Mura

Archeologia Nuragica ha detto...

Caro Giuseppe tu hai scritto: "quasi tutti i corridoi di ingresso alle camere principali dei nuraghi, risultano orientati nella direzione dei solstizi."

Non sono quasi tutti, sono il 15% e solo sul sosltizio invernale! poi vi sono anche orientamenti sul lunistizio maggiore meridionale e il sorgere della costellazine del Centauro/Croce.

Insomma, se tu interpreti a tuo piacere i testi classici come interpreti il mio....

saluti

mauro

Archeologia Nuragica ha detto...

Caro Giuseppe , delle diverse tipologia di nuraghe , ne parlo nel cap 6 di Archeologia del paesaggio nuragico, e nella scheda 2 titolata "per una classificazione sistematica delle torri nuragiche.

la tipologia dove la camera è eccentrica rispetto alla torre è caratteristica dei nurgahi con rampa in camera, ma anche di diverse tipologie di nuraghi con rampa in andito.
La tipologia con camera perfettamente concentrica con il perimetro della torre è caratteristica dei nuraghi con rampa in andito dove la pendenza della rampa procede in modo uniforme.

Giuseppe ha detto...

@ Archeologia Nuragica
carissimo Mauro, bastava intendersi sulla differenza tra i termini "quasi tutti" e "congruo" e sarebbe finita lì.
In ogni caso resta il fatto che un congruo numero di nuraghi ha l'ingresso orientato al solstizio invernale: prima di lanciarti ad attribuire ad altri il termine di "approssimativo" guarda cosa hai scritto in precedenza.
Vedo che continui imperterrito a criticare il lavoro altrui senza conoscerlo, comunque sappi che le mie ipotesi si basano su varie discipline scientifiche.
Ti informo, inoltre, che i "classici" come continui a ripetere, costituiscono solo una piccolissima parte dei testi che ho analizzato: gran parte del lavoro è basato su quelli del periodo arcaico greco.
Abbiamo già detto quali sono i nuraghi interessati al disassamento, ma resta ancora, a mio parere, la domanda iniziale: le motivazioni furono esclusivamente di carattere tecnico o ci fu anche un aspetto religioso da rispettare?

Giuseppe Mura

Archeologia Nuragica ha detto...

Quello che è certo e che le differenze stilistiche non sono diffuse in modo omogeneo ma i diversi modelli caratterizzano diverse aree si tratta dunque di scuole costruttive.
La religiosità nuragica è una religiosità aniconica dunque è difficile risalire ad essa.

Giuseppe ha detto...

@ Archeologia Nuragica
difficile pensare ad una civiltà nuragica dalla religiosità "aniconica": la rappresentazione simbologica la caratterizza in molti aspetti.
Giuseppe Mura

Archeologia Nuragica ha detto...

Giuseppe che dici? quali sarebbero le icone ?