martedì 12 ottobre 2010

Su Notante, vittima di ottusa burocrazia

Il gioiello architettonico che si intravede, in secondo piano dietro la casamatta in primo piano è Su Notante, la fonte sacra del XII secolo che si trova sui monti di Irgoli, poco sotto sa Janna de sa Pruna e il suo tempio nuragico, a cavallo fra la vallata di Pauleddas e quella del Cedrino. La seconda foto, dedicata tutta alla fonte, le rende ragione e forse qualcuno sentirà un richiamo al più famoso Su Tempiesu. Anche Su Notante aveva probabilmente un tetto a doppio spiovente e un timpano.
Intorno al 1927, quando fu deciso di raccogliere le acque di cui sono ricchi i monti di Irgoli, intorno al rio Rèmules, operai e tecnici lavorarono intorno alla fonte sacra che probabilmente non era evidente come oggi. E costruirono la casamatta della nostra fotografia. Un pizzico di malignità indurrebbe a credere che non si accontentarono di portare via solo terra e pietre, fatto sta che intorno alla fonte sacra non è stato trovato alcun reperto archeologico, non una ceramica, non un pugnaletto votivo, non un bronzetto.
Per costruire la casamatta, si sono distrutte quasi tutte le strutture murarie a destra di Su Notante, anche se alcuni conci ancora si conservano nel piccolo, bellissimo Antiquarium del paese. Storia passata; quel che certamente c'era intorno alla fonte sacra non c'è più e, forse, solo una attenta e non inutilmente punitiva politica dei Beni culturali potrebbe far sperare di recuperare qualcosa. È certo che una visione non burocraticamente ottusa (la casamatta ha più di ottanta anni ed è quindi tutelata) potrebbe almeno rimediare allo sfregio fatto a questo gioiello della civiltà nuragica.  

18 commenti:

Gigi Sanna ha detto...

Eppure, mio caro, non tutto è perduto. Forse è' il meglio che si è salvato. Questo 'meglio' fatelo dire da Aba che ormai è un furetto (ha visto la fonte anche lei?)con i 'segni'. Non te lo dico pubblicamente perchè non mi voglio prendere la responsabilità della costruzione di una seconda casamatta tombale per la fonte.
Su Notante? O su 'Nodante'? dae 'nodu' (muntone de perdas)? Abbaida Wagner 561: Su nodu de Podda (Orgosolo), Su nodu de Lopene (Ovodda), Nodu de su Corbu (Oniferi), ecc. ecc.? Fortzis 'su notante/su Notante' cheret narrare 'chi assimizat a sos 'nodos' ( sos cuccuros de sos montes chi zughent perda meda ammuntonada). Ma depet essere un'issolloriu! Ohi, ohi, sa toponomastica!

Pierluigi Montalbano ha detto...

E' curioso notare che una casa matta, edificio fortificato a carattere militare, sorge nei pressi, anzi...appiccicato, di una fonte nuragica. La zona circostante è una via di transito molto importante. I militari sono i massimi esperti nell'individuare le zone da controllare...

Grazia Pintore ha detto...

Ma questo"Su Notante" è vittima dell'ottusità della burocrazia o anche dell'indifferenza di certi sardi?Ho la sensazione,forse sbagliata,che esistono sardi che amano l'archeologia,difendono "sa limba" e sardi che sono abbastanza indifferenti a tutto ciò.Ma chi ha dato il consenso di questa costruzione accanto ad un nuraghe che,mi sembra,è un pò mal messo?Scusate il pessimismo,ma,a volte,ho la sensazione che ci meritiamo tutto quello che succede.

alberto areddu ha detto...

Interessante quel fiume Rémule. C'è anche in area un monte Remule. E' un fiume agitato, o soggetto a frequenti inondamenti?

alberto areddu ha detto...

Per quanto riguarda il toponimo Notante, la voce verosimilmente non va corretta. Una base *NOTARE per NATARE, è da supporre per diversi esiti romanzi (REW); in pratica ci troviamo a uno dei pochi participi presenti latini (tipo "disch-ente") preservatisi nel sardo. Il valore sarà all'incirca: "che sta in acqua, che è fluido, acquoso" da (FONTEM) NOTANTEM. Parente quindi dell'italiano "natante".

zuannefrantziscu ha detto...

@ illiricheddu

Grazie del suggerimento. Lo farò sapere al gruppo archeologico che se ne occupa.
Quanto a Remules, si tratta di un torrentello che nel punto della fonte dubito possa avere carattere impetuoso perché nasce, a qualche centinaio di metri, dal Monte Senes che M. A. Fadda sostiene "in sardo significa sorgenti".
Non c'è alcuna altura che si chiami Remules

alberto areddu ha detto...

Grazie per l'informazione. Se il sig. Fadda allude al Monte Senes, esso deriva da un medievale Sevenes, dalla stessa radice il cognome Se(ve)nethe, oggi Senette. Per quanto riguarda Rèmule esso è chiaramente un idronimo indoeuropeo: cfr. greco reo 'scorro', reuma 'scorrimento', sansc. srava 'scorrimento', etr/lat. Ruma (da cui Roma). Il latino remus 'remo' ha altra base e verosimilmente non c'entra niente (da quel che capisco Rèmule non è neanche navigabile). Piuttosto l'albanese ha: rrymbe/rryme 'corrente d'acqua, rreme 'canale d'irrigazione', e c'è la località montuosa di Rremull.

elio ha detto...

@ Pierluigi Montalbano

E dringhidhi sa mesu canna, Pierluigi. Non perdi occasione per aggrapparti ancora una volta, appena te ne si dà l’occasione, alla fissa del nuraghe-fortezza: la ‘casamatta’ costruita nelle immediate adiacenze de su Notante nel 1927, sarebbe “un’opera difensiva destinata a contenere le bocche da fuoco”. Guarda che quel 1927 è del secolo appena passato, non è di periodo nuragico o prenuragico, a seconda di chi considera. Nelle vicinanze di Irgoli, di questi tempi, non è mai stata costruita una linea Maginot o un qualche altro vallo militare. Una sola “casamatta, converrai, sarebbe pochino.

zuannefrantziscu ha detto...

Credo sia colpa mia: ho usato la metafora della "casamatta" per definire quella brutta costruzione che nel '27 faceva parte dell'acquedotto di Irgoli. Niente di militare, insomma, solo un brutto cubo di cemento

Anonimo ha detto...

Ho coniato un neologismo,
spero venga da voi favorevolmente accolto.

Montalbanata : impressione negativa o sbagliata suscitata in qualcuno col proprio comportamento, brutta figura seguita da assenza di partecipazione, mancanza di attenzione, di cura, indifferenza.

es. Oggi con il mio capo ho fatto una montalbanata.
ADG

Pierluigi Montalbano ha detto...

Caro Elio, guarda che sbagli. La teoria del nuraghe fortezza è da me combattuta quanto quella del nuraghe tempio. Sono ambedue prive di logica.
Con la tecnica di costruzione utilizzata dai nuragici si realizzavano vari edifici, e molti di essi svolgevano egregiamente più di una funzione.
Continuare con l'andazzo di voler attribuire esclusivamente la funzione di tempio o quella di fortezza, ritengo sia profondamente sbagliato.

Gigi Sanna ha detto...

Teorie prive di logica? Ma cosa dici? O Pierluigi, non farmi perdere la pazienza perchè se è vero quello che dici tu non mi 'combatti'. Almeno fosse! Proprio per niente circa la certezza che io ho che il nuraghe era un tempio. Un tempio fallo (te lo ripeto: un tempio fallo). Cioè il tempio del sole fallo -toro, manifestazione della divinità invisibile. c'è scritto da tutte le parti. E dove, di grazia mi combatteresti? Quando? E con quali armi? Con quali risultati 'probanti'? Spiegamelo.
Ma spiegamelo bene perchè vogliamo vedere la tua di 'logica'. Tanto d'acciao che parli come un 'maestro' di ...andazzo! Il mio sarebbe un andazzo? Ma cosa dici? Io spero che questo tu non lo dica nelle tue conferenze. Vogliamo le prove di quello che sostieni. Non deduzioni, buon senso, logica 'contemporanea'. Prove! Altrimenti è davvero una montalbanata. Come le mie sarebbero 'sannate' se non portassi uno straccio di 'prova'. Sulle quali apro la discussione e dico sempre: se non lo sono ditemi perchè'. Poi, naturalmente, ma su dati, solo su dati, non sul niente, si apre la fase dialettica.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Caro Gigi,
la tua è una ideologia, non possiedo nessun elemento concreto per combattere una teoria fondata su una tua idea, e non ho nessuna intenzione di iniziare un dibattito (o un confronto che vede risultati contrapposti) fondato su ipotesi, per quanto affascinanti.
Come sai bene, mi attengo ai dati stratigrafici, e quelli mi indicano cosa mangiavano i nuragici, dove erano posizionati i nuraghe, quali erano alcune delle funzioni, come e dove erano costruite le tombe, cosa coltivavano, che animali allevavano...ma nessun archeologo (o studioso) ancora mi ha convinto pienamente sul culto che praticavano. Meno che mai mi convincerà fornendo interpretazioni personali (che sono opinioni e non dati inequivocabili) che contrastano con ciò che l'archeologia ufficiale afferma.
Con ciò non voglio dire che mi fido ciecamente di ciò che scrivono gli archeologi (non sono infallibili) ma affermo che gli esperti sono loro e in prima analisi devo conoscere il loro punto di vista, e leggere le notizie che pubblicano.
Successivamente verifico i dati forniti con altre analisi (chimiche, fisiche), eseguo una comparazione con le civiltà vicine, metto a confronto i vari studiosi e...se non sono ancora convinto, leggo ciò che scrivono altri ricercatori (quelli che archeologi non sono).
Se è vero che le tecniche e alcune interpretazioni dei Taramelli, dei Lilliu, degli Atzeni e degli altri famosi archeologi del passato sono ormai superate, è altrettanto vero che gli archeologi moderni (negli ultimi 15 anni) interagiscono con le altre discipline e non si fermano alle prime indagini.
E' per questo motivo che si attende tanto prima di veder pubblicati i risultati di scavo: il lavoro è lunghissimo.
Ed è per questo che da tempo mi ribello a chi scrive che difendo la teoria nuraghe=fortezza.
La mia convinzione è che i nuraghe fossero edifici utilizzati per il controllo del territorio. Non sono interessato a dimostrarlo, non è mio compito.
Chi scrive che tutti i nuraghe furono templi o tutti fortezze non rientra da tempo nelle mie letture. Ho ben altri autori da approfondire.

elio ha detto...

@ Pirluigi MOntalbano

Vedi, Pierluigi, se la tua convinzione è quella, dovresti essere in grado di spiegare come i nuraghi controllassero i territori. A me sembra logico che il controllo del territorio sia garantito da una fortezza, tanto più da un sistema di fortezze; quando queste fortezze sono più di novemila, il controllo è totale.
Mi pare difficile uscire da una gabbia sì fatta.
Ci vuoi dire, dunque, come e perche i nuraghi, adibiti a diverse e chi sa quali funzioni, cintrollassero il territoro, escludendo che fossero fortezze?

Gigi Sanna ha detto...

Ascolta Pierluigi. Sai cosa mi interessa veramente delle persone? La caratura, direi morale, delle risposte restando in tema. Illiricheddu sarà quello che sarà (lo dice egregiamente anche lui), entra avventatamente nelle questioni, ma, porca miseria, cerca anche di mettere sul serio in una certa difficoltà uno che sostiene qualcosa e cerca di dimostrarla. Ma tu parli di ideologia, proprio con l'arma inutile, del tutto inutile ( non fa gioco) del teorico dell'albanese. Ma ci pensi che in questo Blog ti leggono in centinaia! I settanta ed oltre documenti scritti dell'età del bronzo sarebbero 'ideologia'? Sei l'unico che sinora l'ha sostenuto. Bene, caro mio, i dati stratigrafici contano e come! Ma anche i dati stratigrafici di La Prisgiona di Arzachena, di Teti, di Villanovafranca, di Pozzomaggiore ti devono interessare, anche i documenti scritti senza dati stratigrafici perchè di essi si interessa tutto il mondo che cura l'epigrafia. O non è così? Ipotesi le mie? Quali ipotesi? Me ne vuoi parlare un po'? Circa che cosa? Nessuno ti ha proprio convinto che culto praticavano? E da che cosa lo vuoi sapere, da qualche Archimede Pitagorico? Procurati la macchina!
Siccome però a me non piacciono le chiacchiere e tanto meno il menare il can per l'aia ti chiedo: il fallo di Gremanu di Fonni (dove si svolgevano determinate funzioni cultuali nuragiche sull'acqua e sui benefici di questa (l'acqua che scendeva, guarda caso, da CORRU 'E BOE/I!)era un tempio o era un disegno architettonico pornografico del XII secolo a.C.? Quando l'ho detto hai glissato. I dati stratigrafici nel e del fallo esistono o non esistono? E ti chiedo ancora: sono io un maniaco sessuale se ti dico, come ho detto, che gli 85 metri in orizzontale del fallo taurinocorrispondono ai 20 o ai trenta in verticale? Credi davvero che nella famosa 'capanna delle riunioni' si venerasse un 'nuraghetto' con la bipenne come simbologia architettonica del nuraghe e del suo capo (Lilliu e nipotini) oppure il nuraghe Toro fallo, cioè il Sole, e la bipenne (bidente'), cioè la Luna? Se non ci credi mi devi spiegare che cos'è il toro; simbolo di cosa e di chi è; quel toro (insieme ai falli) che se scavi un po' lo trovi anche nel cortile di casa tua. Chi è la divinità taurina? Se io ti mostro che su settanta e passa documenti c'è scritta la parola YH/YHH,YHWH in alfabeti semitici ( tutti osservabili, tutti chiari chiari) perchè non ti adoperi perché quell''affascinante' (che mi sembra quasi una presa per il c.) diventi anche per te un argomento da porre sul tavolo della discussione concreta? 'Anche se studio, non ne capisco nulla'. Ci ho provato' tu dici.: allora perchè non taci? Perchè non stai zitto sul nuraghe tempio che riconosci di non saper combattere perchè hai le armi spuntate?
E poi. Quello del nuraghe 'controllo del territorio' è una tua copiatura (riconoscilo) di quello che dicono gli archeologi ( certi stupidi archeologi nonchè ipocriti) che non sanno o possono dire nulla 'oltre Lilliu' essendo ancora Lilliu che li sta a guardare. Non te ne accorgi della retorica da strapazzo, contando sull'ambiguità della voce . Elio ti ha invitato a spiegare bene la parola 'controllo', la parola del lessico 'democristiano' controllo. Parola del vocabolario delle famigerate 'Convergenze parallele'. O non è così?

Pierluigi Montalbano ha detto...

Cari Gigi e Elio,
avevo scritto un lungo post dove mi sono sforzato di spiegare per la 25° volta ( o forse 60°?) il mio punto di vista nei minimi dettagli ma...si è cancellato.
Non è la prima volta, e avevo impiegato oltre mezz'ora per scriverlo. A questo punto la prendo con filosofia e penso che magari sia colpa di YH/YHH,YHWH, che non mi vuole fra i suoi sostenitori.
Dedicherò ancora qualche minuto all'argomento ma non credo che ciò che scriverò sarà utile al proseguio dell'argomento, anche per il 3d aveva un titolo che poco ha a che fare con le divinità.
Il nuraghe fallo è una idea da sviluppare, ma non mi piace e la lascio a te. Preferisco il nuraghe utile a qualcosa di concreto.
Ho scritto varie volte le mie impressioni, le mie idee e la mia visione sui nuragici e sulle loro abilità. Ho scritto anche cosa penso riguardo l'utilità dei nuraghe, dividendoli gerarchicamente.
Ho spiegato che una società che si sdoppia in un mondo dei vivi (gerarchico) e in uno dei morti (egualitario) può esistere (pensa agli islamici di oggi e capirai cosa voglio dire).
L'articolo di Mauro Perra spiega molte particolarità ed è realizzato con l'ausilio delle nuove tecniche di analisi dell'interdisciplinarietà, è concreto, moderno, e rispecchia bene il mio punto di vista.
Taramelli, Lilliu, Atzeni e gli altri archeologi del passato hanno proposto teorie ben definite e adeguate ai loro tempi. Ugas, e altri, li hanno seguiti, modificando leggermente la visione dei loro maestri.
Sono tutti archeologi che hanno dato il massimo della loro abilità in riferimento alle tecniche a loro disposizione.
Io seguo Ugas, modificando leggermente alcune sue proposte, e ritengo che abbia visto bene quando propone il suo modello di società (oggi ho inserito nel mio blog un suo lungo articolo).
A mio parere la funzione militare dei nuraghe era lieve, li vedo più come antropizzazione del territorio e un voler affermare la proprietà di un luogo. Oggi abbiamo i notai, mentre a quei tempi tracciavano i confini fra clan con muri, torri ed elementi naturali come guadi, pareti rocciose e forse piante spinose o comunque deterrenti (non credo esistessero i fichi d'India ma sono pronto a ricredermi). Le tombe di giganti, poi, sono la massima espressione del voler affermare il possesso di un determinato luogo da generazioni (mi auguro che questa affermazione venga capita nel senso giusto e non per girare la frittata).
A mio parere i nuraghe sono strutture edificate con la tecnica che i nuragici avevano sviluppato all’estremo livello: la tholos edificata a secco. Erano maestri nell'architettura, e utilizzavano materiali e tecniche per sviluppare ciò che serviva, torri, muri, templi, tombe e altro.
L'aspetto religioso mi interessa poco oggi, poco mi interessava ieri e nutro una certa antipatia per i discorsi che mettono la divinità come prevalente rispetto alla vita quotidiana. Ritengo, ma è la mia ideologia, che prima bisogna mangiare e riprodursi, poi pensare agli dei. Certamente le divinità c'erano, e rivestivano una certa importanza, ma preferisco fare una lettura di ciò che le analisi chimiche e fisiche rilevano (dentro e fuori i nuraghe), confrontarle con ciò che avviene presso i popoli vicini, e interpretare i dati anziché "sforzarmi di leggere" lettere nei manufatti e stravolgere ciò che suggeriscono tutti gli altri elementi. Lascio quel compito a chi ha voglia di seguire strade alternative e difficili. Mi pare che i nuragici fossero, invece, semplici e concreti.
Continuerò ad essere possibilista sulla scrittura, e leggerò i tuoi articoli, (e quelli degli altri bloggers che scrivono sull'argomento), ma ho i piedi ben piantati sulla terra e preferisco seguire la strada che ho intrapreso: i dati che escono fuori dalle analisi chimiche e fisiche dei reperti ( e poi li confronto con le mie idee). Al momento corrispondono.

elio ha detto...

@ pirluigi Montalbano

Carissimo Pierluigi,
il nostro discorrere si potrebbe chiudere, da parte mia, con un “Contento tu…”, ma non ne sarei contento e neanche tu lo saresti.
Tutta la questione ci appassiona tanto, da renderci talvolta intolleranti nei confronti di chi non la veda come noi. Questo “noi” prendilo come plurale maiestatis, posso parlare solo per me stesso.
Ammetterai che a qualcuno che ha passato una vita, e non è il mio caso, a studiare certe cose e si è fatto una idea precisa su dove portano i suoi studi, sentire te che dici: “… ho i piedi ben piantati sulla terra…” sostenendo che i nuraghi e le tombe dei giganti li tirassero su per marcare il territorio, come fanno i cani con la pipì, che a qualcuno dicevo, possano girare “is trantzilleris”, come diciamo dalle mie parti.
Hai mai considerato le risorse necessarie per costruire un nuraghe? E il fatto che, quando hanno tentato, in tempi recenti, di ricostruirne uno, hanno fallito miseramente, nonostante barassero al gioco, utilizzando tecnologie moderne?
Ti pare che avessero, i nuragici, un’idea della proprietà, poco importa se privata o tribale, così totalizzante da decidere di “marcarla” con qualcosa che, a giudicarla ancora oggi, dovesse durare in eterno?
Sempre più mi convinco che tu consideri la Terra, dove tieni ben piantati i piedi, luogo di genti che l’abbiano pensata da sempre come tu la pensi oggi. La qualcosa, a qualcuno, qualcosa fa girare.

Pierluigi Montalbano ha detto...

Caro Elio,
il mio pensiero è ben piantato sulla terra perché vivo quotidianamente situazioni che mi riportano a terra. Se in un sito nuragico trovo ceramiche, resti di pasto, anfore per il vino, semi di grano duro e tenero, vinaccioli, alari, tracce di bruciature di ossa animali, focolari, e fuori dal nuraghe trovo villaggi che contengono resti di ovi-caprini, suini, bovini e simili manufatti…penso a persone che vivevano la quotidianità. Se vedo 16 nuraghe che circondano una giara, posti proprio in corrispondenza degli accessi…penso ad una comunità che vuole controllare chi accede alla giara. Se al centro di questa giara c’è un’imponente tomba di giganti…penso che quella comunità soggiornò a lungo in quella giara. Se un clan vuole insediarsi in quella giara…trova qualche difficoltà a causa dell’insediamento già esistente da generazioni. Il mio pensiero parte da questi dati. La religiosità dov’è? Per trovarla devo proporre una teoria, dare una spiegazione ai manufatti trovati, alle architetture trovate, al perché hanno manipolato l’ambiente per creare zone coltivabili e pascoli, e infine…spiegare perché alcuni edifici sono polilobati non simmetrici. Quando leggerò qualche autore che scriverà le risposte in maniera esaustiva e convincente…staccherò i piedi dal suolo.