sabato 12 settembre 2009

L'iscrizione di Su Nuraxi? Ecco che cos'è

di Gigi Sanna

L’ultimo a citare e a parlare della brevissima iscrizione del nuraghe Su Nuraxi di Barumini, di cui brevemente tratteremo, è stato recentemente Massimo Pittau nel suo ‘Sardus Pater’ ( 2009, p.56 fig.13) nel capitoletto dedicato alle scritte, ritenute dallo studioso nuragiche o sardiane per lingua, ma in caratteri latini o greci. Detta iscrizione, incisa profondamente, si trova nell’ingresso sopraelevato del monumento nella porta costruita in direzione NORD-EST.
Forte della sua conoscenza dell’epigrafia greca Pittau legge subito (procedendo in modo progressivo) BE dal momento che quelli tracciati li individua come due chiari grafemi dell’alfabeto greco arcaico; più precisamente “lettere corinzio – megariche” dal momento che il ‘beta’ è tracciato a ‘serpentina’. Inoltre, dato ancora il fatto che la sequenza B +E non può suggerirgli nulla di significativo in greco dal punto di vista lessicale, ritiene il BE appartenente alla lingua nuragica: ‘forse una ‘sigla’, dice. Infine, considerata l’arcaicità delle due (presunte) lettere alfabetiche greche colloca detta ‘sigla’ nuragica nel periodo della prima colonizzazione greca (VIII – VII sec. a C.).
Insomma, i ‘nuragici’ o ‘sardiani’, a partire almeno da una certa data, scrivevano di sicuro, servendosi però di volta in volta non di un alfabeto proprio ma di sistemi presi in prestito da altri popoli alfabetizzati (greco, romano, etrusco). A parte l’errore sulla tipologia dei caratteri e, conseguentemente, di riferimento temporale , Pittau però istintivamente coglie nel segno riguardo al messaggio in lingua ‘sardiana’ scritto sul masso di Su Nuraxi. Infatti la cosiddetta ‘sigla’ della lingua protosarda, di significato apparentemente così oscuro, è scritta con ogni probabilità in lingua ‘sardiana’ semitica (quella del culto, regolarmente adoperata dagli scribi - sacerdoti del tempio) e con caratteri di tipologia semitica, impiegati chiaramente con modalità tipiche della scrittura semitica arcaica.

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Le evidenze che il prof. Sanna sta facendo emergere, con tanta chiarezza e (per dirla come la direbbe un matematico) con elegante semplicità, con un lavoro straordinario e geniale, urlano, sono colpi di cannone. L’iscrizione della pietra di Losa, di cui il prof. Sanna ha parlato nel suo articolo precedente, porta con se un universo intero di implicazioni rivoluzionarie, ed è li, chiara come quelle altre iscrizioni ad essa identiche ma trovate dall’altra parte del Mediterraneo. E poi, ora, l’interpretazione dell’iscrizione del nuraghe Su Nuraxi, con un’altro universo di conseguenze che a pensarci quasi si rischia di impazzire.
Credo che a questo punto il silenzio da parte dell’archeologia “ufficiale”, su queste questioni come su altre ad esse correlate, stia assumendo i contorni del ridicolo e, oramai, che arrivi o che non arrivi un “imprimatur accademico” non è nemmeno più importante, non serve più a nessuno: fuori tempo massimo!

Sanna sta dischiudendo un mondo immenso, affascinante, quando si finisce di leggere i suoi scritti si rimane sbigottiti, quasi ubriachi dal desiderio di capire più a fondo, e allora gli si vorrebbe dire
“spieghi ancora professore...”

Caro prof. Sanna,
Grazie!

Pietro Murru

Anonimo ha detto...

Come mai molti studiosi si ostinano,fossilizzandosi su preconcetti ormai obsoleti,a negare delle evidenze così lampanti?Potrebbero correggere il tiro,ammettendo in effetti gli errori passati,e levandosi in tal modo di dosso,la polvere di concetti,basati essenzialmente sulle conoscenze di un passato,privo di elementi basilari, atti a determinare aspetti salienti nello studio di storia,linguistica e epigagrafia arcaica.E' pur vero,che questo, comprometterebbe molto,delle pubblicazioni da loro fatte e molti insegnamenti propinati,ad allievi che ne hanno fatto tesoro.Contro però metterebbero in pratica idee più giuste,aiutando, con la loro grande esperienza,il progredire di tali verità.Il merito di chi ama e pratica la scienza,stà nel seguire la verità che essa porta con se,verità provate con lo studio tendente a verificarne la sicura attendibilità.Spero solo che vi siano più prof. Sanna a dare peso a delle verità assolute, e che molti altri,a pieno titolo,ritrovino la strada della vera scienza,che riconosce i suoi errori,ed evitando di ricommetterli,ricostruisca i pilastri,solidi stavolta,di una scienza vera,che non china la testa davanti a tanti mistificatori.

Dudduru

Anonimo ha detto...

Caro professor Sanna cosa pensano delle sue scoperte e dei suoi studi gli studiosi delle comunità Ebraiche? Perchè non chiede dei pareri a loro su tutto ciò? Forse ci potrebbero essere degli scambi di conoscenze.So che gli studiosi di tali comunità molto hanno dedicato alla ricerca in tale senso.
Le posso enunciare alcune loro affermazioni ricche di significato:"Il discorso di Dio, fatto di parole e di gesti è disseminato nel tempo. C’è una preparazione, un compimento e una diffusione....La Rivelazione di Dio ha una storia. Il fatto storico, frutto dell’azione divina, è portatore di un messaggio..... Il discorso di Dio risulta così di avvenimenti e non solo di parole. Parole e avvenimenti sono inseparabili, Dio agisce commenta la sua azione".Posso inoltre usare per meglio spiegarmi un affermazione del profeta Michea,sempre usata da loro,che calza a pennello: “Ogni popolo cammina nel nome del suo Dio, noi camminiamo nel nome del nostro Dio in perpetuo”.
A buon intenditore......

Dudduru

gigi sanna ha detto...

Caro Dudduru,
io non so chi tu sia. Mi avrebbe fatto piacere che ti fossi presentato con il tuo nome e cognome. Comunque, brevemente: non ti devi stupire dell'atteggiamento di 'molti' degli studiosi a proposito della scrittura e della documentazione 'nuragica'. E' una cosa 'normale' nella scienza e nella conoscenza, quando in campo compaiono delle novità vere, 'oggettive', ma che sanno di incredibile. La storia della scoperta della scrittura (egiziana,babilonese, micenea,pitica, maya, ecc.) è piena di migliaia di 'spallucce' funeste, mosse da presunzioni accademiche; costellata di scetticismi quasi sempre di 'maniera', di negazioni caparbie, spesso dettate dall'invidia e dal timore di correre il pericolo d' essere bollati di incapacità e/o di stupidità Questo Blog credo che ormai lo dimostri in non pochi articoli e in tanti post a commento.
Quanto alla comunità ebraica (chi l'avrebbe mai detto di questa nostra Sardegna con una 'storia' cananea, prebiblica e anche biblica!), certamente la più diretta interessata alla tipologia ed al contenuto della scrittura nuragica, lei ha ragione nel consigliare un loro intervento ed un loro pronunciamento. Ma, a parte il fatto che alcuni già sanno, preferisco, per prudenza, aspettare sino a quando la 'verità' emerga, senza caligine, per innegabile forza documentaria e per una maggiore conoscenza di contenuti (non solo alfabetico-linguistici ma anche archeologici e storici in genere).
Il resto verrà da sè. Almeno lo spero. Anzi, stanti ormai tante persone come te, posso dire che lo speriamo.

Anonimo ha detto...

Dudduru alias Salvatore Fadda ha detto.....
Caro Prof. Sanna la ringrazio per la sua risposta,è stata assai esauriente.Questa sua scoperta strepitosa darà molti frutti.Vedrà, che nel suo proseguo, le barricate sollevate contro di lei cadranno come fuscelli.Quanto da lei determinato con i suoi studi è solo la punta di un iceberg che travolgerà e stravolgerà non solo la storia della Sardegna,ma dell'umanità intera.
Lo studio della toponomastica,in particolare,può dare degli spunti assai importanti,che vanno nella sua direzione.
So che questo è un tipo di studio che,solo a sprazzi,si interseca con il suo,ma è ricco di elementi assai arcaici.Terminologie spesso senza significato,agli occhi poco attenti.
Certo caro professore l'ideale sarebbe uno studio d'insieme,che un equipe in coordinazione potrebbe realizzare.Toccando anche l'aspetto archeologico che andrebbe riconsiderato alla luce delle sue scoperte.
Spero che questo possa realizzarsi tra breve,la sua è una scoperta che non può attendere.