lunedì 6 agosto 2012

Scrittura nuragica. Il magnifico Toro alato o Bue Api di Villaurbana

Il bellissimo toro alato di Villurbana

di Gigi Sanna

Il Corpus delle iscrizioni nuragiche dell'età del bronzo finale, dopo la recente testimonianza epigrafica della pietra 'lingam' di Terralba, contenente la sequenza delle parole ' 'AG/ HE'/ NUL (1), si arricchisce di un ulteriore stupefacente documento epigrafico che tende a mutare radicalmente i precedenti e a confermare in pieno i nuovi orizzonti e gli scenari storico culturali già intravisti con l'esame delle decine e decine di documenti analizzati in questo blog e altrove (2).
Quali sono questi nuovi orizzonti conoscitivi che riguardano la storia della Sardegna tra l'età del bronzo medio, finale e l'età del ferro (XVI - IV/III secolo a.C.)? Ripetiamolo ancora una volta. Essi riguardano la religione, la cultura scritta, l'architettura, la scultura, la composizione umana della società cosiddetta 'nuragica'. In particolare sono caratterizzati: (sighi a lèghere)

3 commenti:

Archeologia Nuragica ha detto...

Ciao Gigi,
puoi darci qualche notizia in più sul reperto, chi l'ha rinvenuto, strato archeologico in cui è stato trovato.

saluti

mauro peppino

Tziuvacca ha detto...

Sicuramente il ritrovamento di tale reperto merita attenzione e studio dal parte degli addetti ai lavori. Premetto che non sono un esperto però alcuni dubbi mi sono sorti:
la forma si, taurina non ve dubbio però mancante di parti importanti (non si capisce come sarebbe la parte inferiore) che potrebbero far diventare l'amuleto il manico di un qualcosa sicuramente importante,sembra infatti che l'oggetto sia spezzato proprio nella saldatura (il prof. Sanna parla di cancro del bronzo)occorrerebbe il consulto di un esperto come l'artista Carmine Piras di Oristano che riesce a realizzare oggetti in bronzo con la tecnica della cera persa come i bronzetti nuragici.
Per i grafemi due son completi, uno risulta spezzato, ma i mancanti ? come si può leggere? L'incisione centrale a spina di pesce è tipica nuragica ma non sembra un grafema.
Un ultima cosa perchè il prof. Sanna rappresenta il bue api come un avvoltoio con le ali aperte e non come bue con il disco solare nelle corna,la luna nel fianco e la stella in fronte simbolo di fertilità ? Il collegamento alle remiganti boh!
Comunque menzus carru andande che carru frimu.
Pausai ca est fainde callentu meda!

Gigi Sanna ha detto...

Dico e scappo. Non ho tempo, purtroppo! Ho lasciato di proposito in sospeso un particolare ermeneutico di grandissima importanza (almeno così io credo) che ho comunicato per telefono a Gianfranco prima della pubblicazione dell'articolo. Lui sa e potrà confermare e riferire, se necessario. Se qualcuno, invece di blaterare, di fare il disco rotto, tentasse di notarlo e poi lo comunicasse qui o altrove, farebbe un enorme regalo; non a me certamente, ma alla scienza. Naturalmente ci vuole uno che conosca a fondo la bronzistica nuragica e soprattutto le barchette. Quel toro lì potrebbe, anche per quel particolare, far parlare per un'intera settimana gli studiosi in una Conferenza internazionale circa i rapporti tra i Sardi 'Shardan'/'Sherden', l'Egitto e la Palestina!
Coraggio con i 'grammata' fenici, sublime rotonda immensità! E i superstruzzi cerchino le lettere euboiche e le aggiungano alle loro tabelle! Tanto nessuno potrà mai negare che ci potessero essere tori alati con 'decorazioni' sia nell'antico Libano sia nell'antica Grecia! Basta impegnarsi un po' perchè la bibliografia qui o là la si pesca sempre! Evviva la scienza!