mercoledì 22 agosto 2012

Calendari Nuragici LuniSolari

di Giancarlo Melis

A fine giugno di una decina d'anni fa, poco dopo le sei del mattino durante l'ora della mia corsa quotidiana, dopo aver terminato una salita, lo sguardo spaziava in direzione dei monti verso ovest. Una grande luna piena occupava l’orizzonte. Bellissima, quasi incredibile nella sua magnificenza - pensavo – mentre continuavo ad osservarla prima di affrontare un altro tornante alla mia destra. Svoltando, il mio stupore non venne a mancare perché di fronte a me vi era il grande disco solare da poco sorto che si stagliava enorme nel cielo. Volgevo lo sguardo alternativamente ad est e ad ovest per osservare i due astri fronteggiarsi per un fugace momento nel loro pieno splendore(1) e il mio pensiero fu: "Iside è riuscita a ritrovare tutti i pezzi del suo sposo e a ricomporre Osiride." 
Una domanda mi posi allora: I nuragici conoscevano la misura del fallo di Osiride? Conoscevano cioè quel segmento/numero che metteva in relazione i fenomeni solari e lunari e i rispettivi calendari per poter dare origine a un nuovo ciclo temporale più o meno lungo?
Una positiva ed esauriente risposta ci è stata data e documentata da Mauro Peppino Zedda con le sue illuminanti ricerche. La tenacia dell’autore nel perseguire le sue iniziali intuizioni, malgrado il disinteresse del mondo accademico tradizionalista, ha aperto una grossa breccia nell’oscurità del periodo nuragico. L’autore si pone giustamente anche un’altra domanda: quali stelle di prima grandezza avevano, in quel periodo, una declinazione compatibile con l’orientamento dei nuraghi? Perché il collocare/costruire nuraghi che incorporano le posizioni dei lunistizi e le direttrici dei solstizi faceva si che, oltre a soddisfare le necessità calendariali, gli stessi fungessero da gnomoni per l’osservazione del tempo del cielo e per annottare il grado/tempo di variazione del sorgere o tramontare eliaco/draconico delle costellazioni, delle stelle e dei pianeti, in particolare quelli che fungevano e tuttora fungono da segnatempo, singolarmente Venere, Giove e Saturno o in coppia in occasione delle periodiche congiunzioni (es. Giove Saturno ogni venti anni). [sighi a lèghere]

1 commento:

Archeologia Nuragica ha detto...

Ciao Giancarlo,
fra le tante domande che vorrei farti, riservo la precedenza a quella riguardante Cracores 6 (una iscrizione sulla quale esiste una delicata questione relativa alla sua autenticità), tu sostieni che i 27 segni rappresentano le 27 stazioni lunari che la Luna compie a partire da un solstizio. Non ho capito se nella tua interpretazione ha pesato solo la coincidenza numerica o se i segni sono indicativi di quanto sostieni