di Giorgio Valdes
Mi limito ad osservare che il nuraghe Tzricotu si inserisce in un compendio che, a parte la presenza di Monti Prama, mi aveva particolarmente incuriosito sia per il numero di nuraghi che per la loro collocazione planimetrica.
Il 17 Settembre 2010 avevo pubblicato su questo blog alcune considerazioni sulla pianificazione territoriale in epoca nuragica, conseguente ad una mia indagine effettuata su tutti i fogli IGM della Sardegna
Foglio IGM 528 IV di “S.Salvatore” |
Il foglio 528 IV di “S.Salvatore”, che comprende anche il nuraghe in questione, fornisce probabilmente uno degli esempi più evidenti di quanto da me riferito in merito agli allineamenti e consente anche di ipotizzare la posizione di altri probabili manufatti megalitici lungo le linee di collegamento dei nuraghi (tutti allineati a gruppi non inferiori a tre) o lungo le loro prosecuzioni, considerato che i fogli IGM riportano complessivamente poco più di 3.100 nuraghi, quantità di gran lunga inferiore rispetto a quella stimata.
Alcune di queste direttrici si incrociano peraltro in punti singolari di grande interesse, come “Punta Pirastu”, Punta “Conc’Ailloni” e “Punta Urachi”, dove è probabile che esistano altri resti nuragici non segnalati sulle carte IGM.
Racconto tutto questo perché, come si potrà notare nella porzione della citata mappa IGM che allego (mi scuso per la qualità ma è stata fotografata in modo dilettantesco), gli allineamenti che ho indicato in rosso definiscono un compendio abbastanza circoscritto e “nuragicamente denso”, che meriterebbe un’indagine puntuale ed accurata proprio in corrispondenza delle predette direttrici e dei relativi punti di intersezione.
Indagine che probabilmente consentirebbe di portare alla luce interessanti reperti, che si aggiungerebbero ai guerrieri di Monti Prama ed alle tavolette di Ziricottu o Tziricotu.
4 commenti:
gentile Valdes,
ha qualche elemento significativo per affermare che i giganti di Monte Prama siano nuragici o che con i nuraghi abbiano attinenza? Penso che fra nuraghi e giganti l'unico punto di attinenza sia il territorio!
La ricerca sugli allineamenti di un complesso di nuraghi è estremamente importante, ma non basta a tavolino, nel senso che anche elementi naturali del territorio e soprattutto i referimenti astrali completano questo tipo di indagine. Un'indagine su questo argomento penso non verrà mai fatta istituzionalmente e come hanno fatto Zedda, Maxia, e qualche altro bisogna arrangiarsi...
cum salude!
Laner
Egregio professor Laner
Probabilmente mi sono spiegato male e se l’ho fatto me ne scuso.
Non sono voluto entrare in merito all’eventuale attinenza tra i giganti di Monti Prama ed i nuraghi, ma sul fatto che la porzione di territorio indicato nella cartina IGM che ho allegato presenta una grande concentrazione di allineamenti (ciascuno formato da non meno di tre nuraghi in fila) e tale circostanza mi fa pensare che in epoca nuragica la pianificazione territoriale, di cui ho parlato in questo blog il 17 Settembre 2010, fosse particolarmente evidente nell’area del Sinis circostante o adiacente al sito in cui furono rinvenuti i “giganti”.
Conseguentemente ho semplicemente immaginato che questo luogo rivestisse una grande importanza, quantomeno a decorrere dal periodo nuragico e meritasse una campagna di ricerche più approfondita e puntuale.
Per quanto riguarda gli allineamenti, concordo sul fatto che i riferimenti naturali ed astrali rappresentino un completamento importantissimo dell’indagine, ed anzi considero straordinari gli studi svolti al proposito dal professor Maxia e dall’amico Peppino Zedda, ma mi permetto di osservare che se la ricerca a tavolino mi ha fatto rilevare che su 3122 nuraghi segnalati sull’intera cartografia IGM della Sardegna (salvo me ne sia sfuggito qualcuno), solo una ventina non sono allineati a gruppi di tre (o superiori), un tale risultato non può essere banalizzato, anche perché apre diversi interrogativi, soprattutto sulla capacità degli “urbanisti” di quel tempo di dotarsi di un sistema avanzato di pianificazione territoriale.
Comprendo anche che la mia condizione di semplice appassionato della materia, che parla da profano di allineamenti nuragici, possa far storcere il naso agli addetti ai lavori (rubo una sua frase:“il dissenso dei new entry è escluso”), ma nel caso in specie si tratta di un mero fatto geometrico, e se può considerarsi casuale che su una superficie di oltre 24.000 kmq in cui insistono 3122 punti (evito di chiamarli nuraghi ma semplicemente punti) un certo numero delle rette che li congiungono a coppie intercettino, sui loro prolungamenti anche un terzo, quarto, quinto o sesto punto (in un’area sufficientemente circoscritta), non può essere casuale che ciò avvenga per la quasi totalità dei punti (99,3%del totale).
Un caro saluto
Giorgio Valdès
o io ho capito male, ma alla fine ciò che conta è chiarirci: la datazione dei Giganti di Monte Prama (telamoni per Pittau e me)riveste grande importanza, specie per chi sostiene la priorità sarda rispetto a quella greca della statuaria litica. Ma questo appunto è un'altro argomento!
Alcuni studiosi -es. l'archeologo Augusto Mulas- hanno individuato anche dislocazioni molto significative dei nuraghi rispetto a costellazioni. Ad esempio le Pleiadi per 7 nuraghi a Torralba e con stupefacente approssimazione.
Spero che Augusto pubblichi al più presto il frutto della sua pluriennale ricerca!
Anch'io ho lavorato su di una straordinaria sequenza di nuraghi in agro di Ozieri che taglia sull'asse est-ovest il territorio con due allinementi paralleli (v. "Sa 'ena") che tutto può dirsi ma non casuale! Insomma ciò che è in cielo, è in terra.
Ri-creare l'ordine celeste appartiene al tentativo di mettere ordine, di uscire dal caos, di rassicurare l'uomo e renderlo capace di rapportarsi con le grandi categorie spazio e tempo.
La parola urbanizzare, carica di negatività, lasciamola agli architetti e ai politici: trovo stracarica di significato alto la parola cosmizzare.
Cum salude
Mi piace il termine cosmizzare, anche perché le rette che astrattamente collegano i nuraghi, fanno sì che decine se non centinaia di essi appaiono come stelle da cui si diparte un numero di raggi spesso straordinario, come è il caso di "Sa Mandra 'e sas Ebbas" di Cossoine, di cui avevo riferito a Peppino Zedda, del "Piccibi" di S.Vero Milis e di tante altre strutture megalitiche addirittura senza nome ed appena indicate con il termine "nur."sulle mappe IGM.
Strutture che, atteso il numero di raggi che sottendono, probabilmente rivestivano a quei tempi una grande rilevanza strategica, sacrale o non so che altro per cui, appunto per questo, andrebbero indagati a fondo.
Personalmente e per quanto sia una considerazione utopica e piuttosto fuori tema, penso che invece di indebitarsi per smontare le gradinate in legno dell'anfiteatro romano di Cagliari o per creare il parco di Tuvixeddu (siti poco amati dagli stessi cagliaritani), sarebbe molto meglio utilizzare le scarse risorse disponibili a favore della ricerca riferita al prenuragico e nuragico.
E non perché i periodi punico e romano siano da scartare, ma solo perché essi rappresentano momenti storici che ci hanno visto dominati o andandoci bene colonizzati e quindi recettori di culture forzatamente importate, che abbiamo dovuto subire
Saluti
Giorgio Valdès
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