di Gigi Sanna
Caro Zuà,
mi hai giocato davvero un brutto tiro, durante la mia assenza: tre bordate di fila accademiche con pezzi da novanta. E non può essere solo un caso. E chi può reggere con una “canadian” da lago come la mia che non ha neppure una fiocina in dotazione? Sauren, Pittau, Ugas. Giai est nudda! E io sai cosa faccio? Ti scrivo in fretta solo due misere cosucce e poi me la svigno di nuovo, dove mi attende il mio bel mare, senza navi corsare e senza cannoni, ma con un toponimo davvero intrigante: “sa punta de su gaurru”. Sa punta de su mascu de “sa gaurra” (gabbiano) o sa punta de su gaurru (sacerdote stregone: come dicono le tavolette di Tzricotu)? Mah! Neppure Emidio De Felice, altro mio maestro carissimo, lo ha risolto con il suo saggio; figuriamoci il sottoscritto.
Non mi aspettavo proprio l’intervento di Massimo Pittau, non fosse per altro perché colui che ha trovato (non in un colpo solo -come si dice - ma in un certo tempo) gli oggetti etruschi di Crocores del Lago Omodeo in secca e di Is Narbones di Allai è lo stesso che ha trovato la lapide di Allai (bilingue: latino-etrusco), ritenuta da lui autentica. Vedo che ora sostiene che quello scopritore (o chi per lui) è un falsario da quattro soldi. Ma mi rivolgo direttamente a lui.
Caro Massimo, nonostante l’amicizia ed il rispetto che nutro per uno scienziato come te, devo dirti che per me non è così. Un tuo quasi “alunno” ti dice (ma tu non ci crederai) che quelle lettere, che tu vedi copiate maldestramente, in realtà sono proprio quelle che denunciano la genuinità dei documenti. Per esempio, se tu ti riferisci alla parola CITEN (e non CILEN), devo dirti che è giusta così, con la T e non con la L, in quanto i documenti (naturalmente non per questo solo motivo) spiegano che nel Fegato di Piacenza non si è in presenza di una divinità (CILEN, come sostieni tu) ma di un pronome che proprio un amante e conoscitore del “lessico sardo-etrusco” avrebbe dovuto individuare.
La sequenza delle lettere è sinistrorsa e non destrorsa in quanto, con ogni probabilità, è CITEN(E) la parola pronome-particella con la quale si suggerisce che inizi l’ espressione insita nella raggiera (“Chi mai tu debba soddisfare, etc. etc.”). Se poi prendi il documento in forma di “bastoncino” noterai, oltre alla simbologia numerica (anch’essa del Fegato di Piacenza) che le quadrettature con tre consonanti non sono identiche quanto a numero e contenuto. Il bastoncino di Crocores però è del tutto coerente per forma e contenuti, il Fegato di Piacenza no. Per questo ho sostenuto, tra l’altro, che i documenti di Allai “illuminano” o tendono ad illuminare quelli etruschi.
Io comunque le mie opinioni te le avrei esposte - se solo me lo avessi chiesto - o di persona o portandoti la relazione che ho svolto ad Allai in occasione della consegna dei documenti. D’altro canto non credi che, se davvero fossero stati dei falsi e per di più pasticciati, ci sarebbe già stata una risposta veloce, come la tua, e non si sarebbe ricorsi (come pare) alla consulenza di superesperti, pare in quel di Milano? Sono ormai sei mesi che li si visiona facendo pelo e contropelo! E la raggiera del mattone (che riporta, tra l'altro, delle parole ben diverse da quelle del Fegato piacentino) come la mettiamo, con parte delle sue linee e delle sue lettere al di sotto delle bolle formatesi per azione dell'acqua? Ma ne riparleremo, sono sicuro, quando ci sarà il responso “ufficiale” (il che non vuol dire, certo, definitivo).
Domattina troverai in questo blog la risposta del professor Gigi Sanna alle interviste, sempre su questo blog, con i professori Herbert Sauren e Giovanni Ugas
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.